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Miriam Toews, declinare al femminile la famiglia disfunzionale

Miriam  Toews, scrittrice canadese di grande successo, è tornata a scrivere della famiglia nel suo ultimo romanzo, “Notte di battaglia”.

La famiglia, in realtà, è l’asse portante di tutto il suo narrare, con le sue ombre e le sue luci.

Sono le prime a risultare più interessanti, più difficili da portare a galla e poi analizzare, sino a vivisezionarle.

Le famiglie tranquille, che corrono dritte e sicure sui binari, a Miriam Toews non paiono degne di interesse.

E’ quando si sfasciano, affrontano dolori devastanti, si caratterizzano per l’incapacità di gestire i ruoli predefiniti, paiono essere sempre sull’orlo del baratro che assurgono al ruolo di protagoniste.

La rigida formazione mennonita, la dolorosa esperienza diretta della perdita a causa di suicidi familiari hanno certo lasciato una traccia profonda nel suo sentire, tanto che si rinviene con frequenza un richiamo alla necessità di partire, andare lontano, cercare attraverso il viaggio la libertà e il riscatto.

Un piccolo mondo tutto al femminile

La famiglia su cui si regge l’ultimo romanzo di Miriam Toews di normale non ha molto, costruita com’è sul concetto di lotta per la vita, di una  indispensabile guerra quotidiana .

A disputare questo combattimento sono tre donne, tre generazioni a confronto legate a filo doppio dalla contingenza.

La più piccola è Swiv, ha poco più di otto anni ma regge le sorti dell’agire quotidiano, fa in modo che le deboli fondamenta della sua famiglia non crollino del tutto.

Sua madre, Mooshie, è estremamente instabile, alterna euforia e depressione, è al terzo trimestre di gravidanza e lavora come attrice, per cinema e teatro.

E poi c’è Elvira, la nonna matriarca, baluardo di forza e saggezza, fragile come un cristallo e decisa a non sprecare in piccolezze i cinque minuti che le restano da vivere.

Uomini non ce ne sono: il padre, marito e figlio se n’è andato, sparito senza lasciare tracce, devastato dalla depressione e dall’alcol impropriamente usato come antidepressivo.

In questo mondo stravagante, dove resilienza è parola chiave, dove il termine funzionale non ha più senso, Swiv è diventata adulta in fretta e ha imparato a prendersi cura della nonna durante le lunghe assenze della bisbetica madre, sempre a teatro.

Ha imparato a fare a meno del padre, ma ciò non significa che non ne senta la mancanza: tutta la storia, infatti, è raccontata sotto forma di una lunga lettera che Swiv gli scrive, raccontandogli ciò che lui non può più conoscere, ovverosia il ritmo della quotidianità.

Lo stile narrativo personalissimo di Miriam Toews

La lettera infinita di Swiv è caratterizzata da una sintassi dal ritmo serrato, che non concede pause, neppure per i dialoghi.

Le parole scorrono riportando a caso discorsi diretti e indiretti liberi, aprendo spiragli ai flussi di coscienza di una bambina che ha il diritto di fare delle scelte e di sognare, descrivendo minuziosamente le azioni, i pensieri, i ricordi, i gesti anche inutili e ripetitivi che caratterizzano le giornate delle tre donne.

Giunti alle ultime pagine ci si accorge che si è entrati a far parte di questa scombinata famiglia canadese di Toronto, di cui si conosce veramente ogni aspetto, presente e passato.

Se ne ammira la capacità di aggirare la sofferenza, proprio perché la si conosce bene, sostituendola con un ben-essere forzato, un buonumore che nasconde la forza necessaria per dimostrarlo.

Sono tre protagoniste che hanno affrontato nella loro lunga o breve vita il peggio, lo hanno combattuto e schiacciato.

Miriam Toewn non concepisce donne fragili o poco consapevoli, né donne che credano soltanto in se stesse e nella propria forza: è lo stare insieme, il combattere unite ogni giorno che lascia spazio poi all’amore, in fondo l’unico loro profondo desiderio.

“Il fuoco che abbiamo dentro”(Miriam Toews)

E’ questo il segreto, secondo nonna Elvira: il fuoco dentro non si deve mai spegnere.

Quando succede, come è capitato al nonno e alla zia Momo, il senso del nulla prevale su tutto e il suicidio appare come l’unica soluzione.

Se al contrario resta acceso, a tutto si trova risposta.

Elvira ha vissuto l’emigrazione forzata dall’Europa al Canada, la perdita dei familiari, il distacco da chi amava ed è rimasto in patria, ma non si è mai arresa.

Ogni giorno aggiunge un nome alla lista dei conoscenti deceduti, sa di essere malata, anche se con le sue medicine ci gioca e le semina sul pavimento urlando a Swiv di raccoglierle, eppure vuole andare ancora una volta in Florida a trovare i suoi nipoti.

Accompagnata da Swiv, ovviamente, in un viaggio tragicomico che occupa la seconda parte del romanzo.

Anche la mamma ha il suo fuoco, deve essere forte per l’esserino che porta in grembo e che chiamano Gord, come il gioco dark-fantasy di avventura e strategia.

Difficilmente Mooshie nasconde il suo ottovolante emotivo, le sue lacrime e le sue continue liti durante le prove a teatro rivelano quanto lo strascico del passato si faccia sentire.

La nonna ne parlerà a Swiv durante il viaggio, le farà capire come la mamma possa aver commesso degli errori, ma come non meriti l’abbandono senza speranza e il dovere di crescere da sola un altro bambino.

Il magico mondo di Swiv

Nel momento in cui pone Swiv al centro della storia, Miriam Toews le costruisce un mondo personale, fatto a sua misura.

E’ una bambina, dovrebbe solo essere spensierata e divertirsi, invece nei pochi mesi che conducono alla notte di battaglia si rivela dotata di un’impensabile maturità.

Nonostante questo, è stata espulsa da scuola per comportamenti inadeguati (alle elementari!) e ha deciso in autonomia di non tornarci più.

Sarà la nonna a istruirla, con lezioni domestiche che contemplano anche la scrittura di lettere, come consigliato dalla terapeuta familiare.

Le materie sono personalizzate: storie del proprio passato, il paroliere, vicende del transito intestinale, Sudoku, analisi dei sogni, conoscenze indispensabili per scavare una tomba in inverno, un’educazione sessuale scombinata…

Ogni mattina si fa una riunione di redazione e si decide il percorso, intervallato da ogni possibile intoppo, previsto o imprevisto.

In questo modo Swiv continua a crescere, anche se a modo suo, a prendersi cura della nonna, a controllare la sua salute , a somministrarle lo spray alla nitroglicerina,  a farle il bagno, ad accompagnarla dalle sue amiche, a squartare con lei i libri della mamma in più parti, per trasformarli in fascicoli più leggeri.

E’ la vita che scorre nelle pagine di Miriam Toews, sottovoce  per non disturbare troppo, alimentata da un amore strano, a volte assoluto a volte spezzato, ma sempre presente.

E’ la vita di tre donne, che forse diventeranno quattro o forse no, che sanno che vita e morte pesano allo stesso modo, che pensano che, forse, la felicità quotidiana sta nel cercare di fare di tutto per non essere normali.

Miriam Toews, declinare al femminile la famiglia disfunzionaleAUTORE : Miriam Toews

TITOLO : Notte di battaglia

EDITORE : Einaudi

PAGG. 224         EURO 19,00 (versione eBook euro 9,99)

 

 

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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