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Simona Sparaco, una vita scritta nei numeri

Simona Sparaco e la matematica: un connubio inscindibile, a giudicare dalle storie da lei raccontate.

“La matematica è l’alfabeto nel quale Dio ha scritto l’universo”: questa citazione, attribuita a Galileo Galilei, trova riscontro non solo nel mondo scientifico, ma spesso anche in quello letterario.

Gli scrittori amano i numeri, raccontano numeri primi e numeri magici, li fanno confluire in teoremi come quello del pappagallo Nofutur, li trasformano in oggetti preziosi custoditi in un museo, li considerano il mezzo necessario per cogliere la più intima bellezza della natura.

Simona Sparaco ne fa la regola di vita della protagonista del suo romanzo “Dimmi che non può finire”.

Non è la prima volta che le vite dei suoi personaggi vengono racchiuse in una definizione matematica: era accaduto con “Il teorema del tempo perso” e “L’equazione di un amore”.

In questa occasione, però, i numeri diventano protagonisti diretti o indiretti della vita di tutti con una forza dirompente, in certi momenti anche distruttrice.

Amanda e lo scomodo superpotere

Ha solo dieci anni, Amanda, quando il 12 giugno 1990 scopre di avere una sorta di potere magico al contrario, che non preannuncia felicità ma dolore.

Quando sta per accadere qualcosa di brutto nella sua vita, i numeri necessari per formare una data cominciano ad apparirle in serie in vari contesti, la targa di un’auto o l’ora segnata su un orologio per esempio, preannunciando il peggio.

A dieci anni Amanda non ha più dubbi: i numeri la avvertono della fine ineludibile di una felicità appena scoperta.

E di felicità, a essere sinceri, ne ha viste poche, dopo un’infanzia dorata finita per sempre con la bancarotta del padre.

Niente più vita di lusso e niente padre, nascosto in qualche località del Sudamerica.

Ci si arrangia dunque come si può, si cambiano abitudini e si impara a convivere con Emma, una madre raramente sobria, dipendente dalle trasmissioni televisive e in attesa di un riscatto che non arriverà.

La vita di Amanda scorre senza intoppi solo se i numeri non la assediano, mantiene i lavori solo se non pensa stiano per finire, motivo per cui si licenzia prima di quello che lei ritiene un annunciato tracollo.

Accade così anche quando, ormai sull’orlo dei trent’anni, abbandona il lavoro di segretaria di produzione della trasmissione televisiva Indovina perché, convinta della necessità di evitare un doloroso licenziamento, come i numeri hanno indicato.

Del suo superpotere parla con poche persone, dato che persino la mamma non le aveva creduto e l’aveva spedita in terapia già nell’infanzia.

Non ha amici, se  non Vanessa, una valletta della trasmissione, e Vanda, una bizzarra psicoterapeuta che vive in un appartamento al di sotto del suo ed è il suo punto di riferimento.

Simona Sparaco le attribuisce le debolezze e la criticità tipiche di molti giovani del tempo presente, la convinzione di essere  grassa e dunque non bella, la scarsa autostima, la necessità di creare dal nulla certezze che sostituiscano valori calpestati.

Simona Sparaco e il dono di una scelta imprevista

Amanda tollera a fatica i bambini: per questo decide di accettare il lavoro di baby sitter di Samuele, un bambino de sette anni taciturno e solitario.

Convinta di non trovare felicità in quella scelta, ritiene che non ci sarà l’ennesimo risvolto negativo, per cui si abbandona fiduciosa al nuovo impegno.

L’Amanda di Simona  Sparaco è in fondo l’immagine di ognuno di noi, perché tutti, in un modo o nell’altro abbiamo dovuto scontrarci con un abbandono, più o meno violento, che ci ha reso fragili, insicuri, timorosi e titubanti di fronte all’incerto.

Per il piccolo Samuele è avvenuto presto, è orfano di madre e vive con il padre e una gelida cameriera, Arlina, entrambi gestiti dalla esagerata invadenza della nonna paterna.

Eppure quel bambino, che ascolta estasiato i racconti sui numeri e i loro poteri fatti da Amanda, suscita in lei sempre più empatia, permette il formarsi di un legame nuovo e tenace.

Per di più è il figlio di Davide Crescenzi, suo compagno di banco nei cinque anni di scuola elementare, tempi in cui tutto era straordinariamente bello.

Anche se Vanda l’ha esortata a non essere dipendente dai numeri, Amanda non ci riesce: in numerologia Samuele è un 1 purissimo, combinazione assai rara, mentre lei è un 4, in teoria una rivoluzionaria, libera di spirito e artisticamente dotata. In teoria.

In pagine che sembrano quelle di un romanzo di formazione Simona Sparaco dà a tutti i suoi protagonisti, piccoli e grandi, l’opportunità di crescere, maturare e cambiare, superando ostacoli giganteschi come l’insofferenza snobistica della signora Crescenzi.

I numeri hanno sempre ragione?

I numeri hanno sempre ragione nella matematica, per fortuna non sempre nella vita quotidiana.

Diceva Martin Lutero che la matematica crea persone tristi e Amanda sembra esserne la prova concreta.

I suoi grumi di sofferenza sembrano però sciogliersi lentamente uno dopo l’altro, perché non solo il bambino ma anche il padre hanno su di lei un effetto taumaturgico.

L’infatuazione di Davide ai tempi delle elementari si trasforma in un’attenzione prima e in un sentimento forte poi verso Amanda, indotta ad abbandonare almeno per un po’ le sue paranoie numeriche.

Ma tutto torna e la serie di numeri finali che invade all’improvviso le giornate di Amanda sembra decretare la fine di una felicità nuova, troppo grande perché la si possa lasciare andare.

Il dolore sopraggiunge impietoso, ma per le prima volta porta con sé nuove consapevolezze.

Il senso della perdita è doloroso, ma può essere compensato con la necessità di appartenenza, con la volontà di affrontare le paure e annientarle, con il desiderio di costruire un futuro nuovo e migliore.

I numeri suggeriscono in ultimo che la fine può diventare l’inizio, l’inizio di una cosa felice, perché il cambiamento personale fa sì che essi parlino un linguaggio nuovo.

Amanda ha sfidato i numeri, ha scelto di rischiare e di non rinunciare a vivere e forse ha vinto la sua scommessa.

Simona Sparaco, una vita scritta nei numeriAUTORE : Simona Sparaco

TITOLO : Dimmi che non può finire

EDITORE : Einaudi

PAGG. 312     EURO 18,00  (versione eBook euro 9,99)

 

 

 

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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