Susanna Casciani scrive e a suo dire scriverà sempre d’amore.
Dar vita a un romanzo d’amore può sembrare semplice, dal momento che si tratta di un sentimento universale, sperimentato da tutti sulla propria pelle nel bene o nel male.
Innamorarsi, essere felici, illudersi del “per sempre”, sentirsi traditi feriti abbandonati, trovare un nuovo spunto e un altro ancora per ricominciare: tutti si possono riconoscere in questo percorso o in parte di esso.
Per questo la letteratura universale si è fatta scrupolo di declinare questo sentimento in tutte le sue forme possibili, regalando a chi legge un’ulteriore illusione, quella di non essere solo nel gioire o nel soffrire in un certo specifico modo.
Susanna Casciani è molto giovane (nasce nel 1985) ed appartiene alla generazione dei nativi digitali, quelli che della Rete hanno fatto il loro habitat naturale e l’hanno saputa trasformare in un’occasione per realizzarsi.
Anche per lei è stato così: nel 2010 aprì una pagina Facebook accattivante, “Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore”, grazie alla quale ebbe in breve tempo una grande popolarità: il passo successivo fu raccogliere i numerosi post e trasformarli in un romanzo con il medesimo titolo.
Una scrittura scorrevole ma in parte immatura, un argomento abusato persino dai Baci Perugina (lui mi ama, fa tutto per me che sono fragile, lui si stufa e mi lascia, io soffro ma risorgo come un’araba fenice) lasciarono insoddisfatto un pubblico più maturo, che confidava in un prodotto migliore.
La scrittrice ha lasciato trascorrere un paio di anni ed è tornata in libreria con un nuovo romanzo, “Sempre d’amore si tratta”, quasi a ribadire che il sentimento dell’amore è il terreno di riflessione su cui intende cimentarsi sino a quando le sembrerà di aver qualcosa da dire e soprattutto da scrivere.
Susanna Casciani tratteggia l’amore in più forme
A leggere le interviste da lei rilasciate la si immagina più come una fanciulla romantica e timorosa, quasi uscita dalle pagine di Louisa May Alcott, che come un prodotto della generazione 2.0: amante della solitudine, insicura nel suo attraversare il mondo e desiderosa di far capire che l’amore esiste, basta inforcare gli occhiali giusti per poterlo vedere.
Ed ecco quindi spiegato il titolo del nuovo romanzo: anche quando non riesce a emergere, anche quando fa soffrire, anche quando genera paura e induce a gesti estremi, sempre d’amore si tratta e se genera pianto bisogna lasciare che le lacrime scorrano senza nasconderle.
Ad esserne protagonista è Livia, prima bambina e poi donna, raccontata da chi le sta attorno, una moltitudine di voci narranti in prima persona, capitolo dopo capitolo, sino a lasciare che sia lei, in conclusione di racconto, ad avere voce e a dimostrare di essere diventata padrona della sua vita.
Bambina molto timida ma capace di costruirsi con la scrittura un mondo tutto suo in cui rifugiarsi, Livia ha dei genitori che la amano e provano a renderla felice, ognuno a modo suo: il papà Edoardo è attento e presente, pronto a farla sentire sempre una principessa, mentre la mamma Caterina, pur desiderando prendersi cura della propria figlia, è vittima di un male oscuro che divora le sue forze e il suo tempo, lasciandola stremata e chiusa sempre più nel suo bozzolo, lontana dalla realtà.
Livia scrive, è brava a farlo, lo dice anche la maestra, lo capisce Paolo, il suo amico libraio, che le regala una macchina da scrivere.
Se il mondo reale non ti permette di avere ciò che cerchi, hai sempre la possibilità di inventarne uno a tuo piacimento, in cui basta scrivere per sentirsi meglio: lo scopo ultimo è di far crescere dentro di sé un amore inesauribile che basti per tutti, senza toglierne alle persone che ne hanno più bisogno.
Per Livia amare la propria madre è una responsabilità enorme, a volte si trasforma in un macigno che la schiaccia e non le permette di costruirsi una vita tutta sua, lontana dalla famiglia, in una città diversa, con amici e compagni nuovi: in fondo, a lei non è consentito sottrarsi a un amore malato che è pronto a schiantarla, a farle perdere ogni fiducia in se stessa e nella sua capacità di essere salvifica per chi ha bisogno del suo amore.
Susanna Casciani crea intorno a Livia una prigione, la rende vittima di un meccanismo che la trasforma in una madre distante, difficile per sua figlia Camilla, incapace di superare il passato e la sua angoscia.
Susanna Casciani costruisce per Livia una rete d’amore
Intorno a Livia ruota un mondo fatto di persone che la amano, a volte la proteggono e a volte la feriscono, a volte giungono inaspettate e a volte la abbandonano.
C’è Bianca, la sua migliore amica travagliata da una sessualità difficile da accettare; c’è Michele, che vorrebbe afferrarla e trattenerla con sé ma non ne è capace; c’è Lorenzo, un compagno di scuola dell’infanzia; c’è Rosa, la nonna che si è presa cura di lei e del papà mentre Caterina sprofondava sempre più in una depressione senza ritorno.
Ma più di ogni altro incidono e scalfiscono profondamente la corazza che Livia si è costruita Edoardo e Alex.
Edoardo ha assistito impotente all’evoluzione di sua figlia che si è fatta carico della malattia della madre come se fosse una sua responsabilità, che ha rinunciato ai suoi sogni e al futuro che avrebbe voluto, che non lo ha perdonato per aver provato a sostituire Caterina con altre donne.
Eppure lui non si è mai allontanato da lei, anche quando si è arresa alla vita e a smesso di credere in tutto, anche nell’amore.
Alex era riuscito a starle vicino, a penetrare il suo cuore indurito ma soprattutto terrorizzato, a costruire con lei un breve progetto di vita, prima di arrendersi e lasciarle la mano che aveva voluto caparbiamente tenere stretta.
Livia vive nel ricordo ingombrante di sua madre, chiude tutte le porte perché non vuole riproporre lo schema affettivo che ha riconosciuto come fallimentare, crea tra sé e sua figlia Camilla un muro di difesa, che la bambina tenta di infrangere.
E’ amore tutto questo? Sì, per Susanna Casciani comunque è amore, anche se ferito, incerottato, raffazzonato, confuso e impaurito, anche se fa piangere e non ridere, anche se lascia ricordi che bruciano di una fiamma che non può estinguersi.
Sempre d’amore si tratta, in fondo.
TITOLO : Sempre d’amore si tratta
EDITORE : Mondadori
PAGG. 164, Euro 11,00 (disponibile in versione eBook euro 7,99)