cannabinoidi sintetici
Salute

Cannabinoidi: effetti devastanti se tagliati con droghe sintetiche

24/07/2023
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“Quasi quasi mi faccio una canna…”.

È un pensiero che almeno una volta nella vita accarezza molti di noi, anche chi non ha mai ceduto alla tentazione di provare quel fumo che promette (anche se a caro prezzo) di regalarci spensieratezza e relax. Oggi però è difficile fare questa esperienza senza imbattersi in un mix di sostanze altamente tossiche. Vediamo di capire il perché.

Con il termine ‘cannabis‘ o ‘cannabinoidi’ si comprendono tutte le sostanze psicoattive che si ottengono dalla Cannabis sativa o, per meglio dire, dalle infiorescenze femminili di tale pianta.

Tuttavia, al giorno d’oggi, si stanno affacciando pericolosamente molte sostanze prodotte in laboratorio con le quali viene ‘tagliata l’erba’.

Delirio, allucinazioni, ansia, aggressività, sono solo alcune delle gravi conseguenze che derivano dal consumo di queste nuove sostanze stupefacenti.

Cannabinoidi, omicidi e incidenti stradali

“La chiave di lettura di episodi di cronaca nera, efferati quanto inspiegabili, come quello avvenuto a Primavalle, risiede nell’utilizzo di sostanze cannabinoidi che non sono più le ‘semplici canne’ che usavano gli hippies negli anni ’60 per sballarsi”, spiega Stefano De Lillo, vicepresidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma e coordinatore del Gruppo di lavoro dell’Omceo della Capitale sugli effetti della cannabis.

Il diciassettenne accusato dell’omicidio della giovane Michelle, accoltellata ripetutamente, era, infatti, sotto effetto di sostanze stupefacenti.

In molti avranno sentito, inoltre, del grave incidente stradale di Casal Palocco (Roma) in cui ha perso la vita il piccolo Manuel di soli 5 anni. Alla guida del mezzo che ha causato l’incidente, il ventenne Matteo Di Pietro, YouTuber, anch’egli sotto effetto di sostanze stupefacenti.

Un fil rouge, quello del consumo di droghe ritenute da molti ‘leggere‘, che purtroppo collega queste abitudini a storie drammatiche di cronaca nera.

Ma perchè queste sostanze non si possono ritenere droghe leggere?

“Si tratta spesso di composti dall’effetto psicotropo devastante quando vengono edulcorati con prodotti di sintesi, forme sintetiche realizzate in laboratorio, ovvero le ‘spice drugs‘, usate come sostanze per ‘tagliare’ l’erba. Composti che fanno perdere la percezione della realtà e che, quindi, portano anche a commettere omicidi“, continua De Lillo.

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Le nuove droghe

cannabinoidi legali
Alessandro Vento

Sul mercato (legale e non) esistono moltissimi prodotti a base di cannabinoidi.

“Anni fa, in questi prodotti, i contenuti di THC erano più bassi e quelli di Cbd più alti“, spiega Alessandro Vento, psichiatra e psicoterapeuta, responsabile dell’Osservatorio sulle dipendenze.

Il THC (tetraidrocannabinolo) è la componente attiva della cannabis, quella che provoca il cosiddetto ‘sballo‘. Il Cbd (cannabidiolo), invece, serve a bilanciare gli effetti del THC. Ridurre le percentuali del Cbd e aumentare quelle di THC porta la sostanza a essere molto più potente e, inoltre, a creare maggiore dipendenza.

Un vero e proprio vantaggio su due fronti per coloro che hanno interesse a far circolare queste droghe.

Un altro problema è legato ai cannabinoidi non attenzionati dalla legge, nuove sostanze (spesso sintetiche), che possono causare gravi problemi psicotici nei consumatori. Un prodotto, infatti, potrebbe contenere bassi livelli di THC ma alte percentuali di altri cannabinoidi. È il caso, per esempio, dell’HHC (esaidrocannabinolo), che spesso viene spacciato per la versione ‘legale’ del THC.

Le spice drugs

Uno dei principali pericoli odierni se si parla di sostanze stupefacenti è rappresentato dalle cosiddette spice drugs.

Le spice drugs sono una tipologia di NPS (nuove sostanze psicoattive), con le quali si intende un eterogeneo gruppo di molecole che possono generare effetti potenti e sostanzialmente sconosciuti. In particolare, i cannabinoidi sintetici sono stupefacenti composti da una matrice organica vegetale, alla quale vengono aggiunte sostanze sintetiche tramite nebulizzazione. Questo avviene solitamente durante la fase di essiccazione della componente naturale.

La pericolosità di queste sostanze è rappresentata proprio dalla componente sintetica. Trattandosi di prodotti ottenuti attraverso metodi artigianali, spesso ogni lotto presenta una composizione chimica unica. Questo comporta delle reazioni estremamente imprevedibili e variabili.

“Molte di queste molecole si legano allo stesso recettore del THC, attivandolo più volte e potenziandone l’effetto. Il rapporto è di 1:300, quindi non si può assolutamente parlare di droghe leggere“, continua Vento.

Cannabinoidi sintetici: gli effetti delle spice drugs

Gli effetti di queste sostanze non sono molto conosciuti, specialmente tra i giovani che sono tra i consumatori più ‘ingenui’.

Gli effetti che vengono comunemente riportati sono simili a quelli provocati dall’assunzione di marijuana.  Sensazione di rilassamento, alterazione della percezione e dell’umore (senso di euforia o stato depressivo), manifestazioni psicotiche. Queste ultime possono comprendere comportamenti bizzarri, stati di ansia, paranoia e allucinazioni. In aggiunta, è stato dimostrato che le spice drugs possono provocare l’aumento della pressione sanguigna, danni epatici, e l’inibizione del normale flusso ematico.

Il consumo a lungo termine può portare a schizofrenia, sindrome amotivazionale, depressione, attacchi di panico. Ma ciò che spaventa di più è che corrono gravi rischi anche i consumatori occasionali.

Un fenomeno peculiare è rappresentato dalla ‘spiceophrenia’, coniato dalla congiunzione di spice e schizophrenia, vale a dire una sindrome psicopatologica caratterizzata da deliri e allucinazioni (simile alla classica manifestazione della schizofrenia).

“Tra gli effetti maggiormente riscontrati troviamo delirio, allucinazioni, aggressività spesso immotivata”, spiega Vento.

L’aggressività, per esempio, segue spesso le dinamiche del delirio persecutorio. Il soggetto che ha fatto uso di queste sostanze può sentirsi in pericolo in una normale situazione di dialogo e attaccare prima di essere aggredito a sua volta (sebbene non esista un reale pericolo nei suoi confronti).

“Queste nuove sostanze sintetiche che spesso vengono usate per edulcorare o tagliare prodotti a base di cannabinoidi creano più dipendenza e costano meno da produrre. Per questo motivo è necessario studiare queste nuove sostanze e informare i giovani sui rischi che derivano dal loro consumo”, prosegue Vento.

Il rischio è quello di avere nuove generazioni più aggressive e spesso in condizione di alterazione psichica. E, purtroppo, la brutalità degli ultimi fatti di cronaca nera ne è la prova.

Giovani e cannabinoidi: il futuro fa rima con prevenzione

I giovani hanno il diritto di essere informati correttamente sui danni che derivano dal consumo di sostanze stupefacenti. La parola d’ordine è prevenzione.

effetti cannabinoidi sul cervelloSe i danni sono innescati, parlando di un consumatore abituale, è difficile tornare indietro del tutto. I trattamenti possono durare anche 2 o 3 anni“, spiega Vento.

Inoltre, considerando che quasi 1/3 degli studenti consumano o hanno consumato cannabinoidi, la Sanità italiana non può gestire una massa così grande di individui che, in un futuro prossimo, potrebbero aver bisogno di essere seguiti da specialisti. Pertanto è necessario intervenire ancor prima che i giovani risultino attratti da queste sostanze e decidano di provare a farne uso.

La prevenzione, soprattutto nelle scuole, viene svolta seguendo metodologie specifiche affinchè possa arrivare un messaggio chiaro ai giovani.

“È importante parlare ai ragazzi senza esprimere giudizi. Gli adolescenti sono ribelli per antonomasia, ed è giusto che siano alla ricerca del proprio carattere. Tuttavia, devono essere liberi di decidere per conto loro dopo aver avuto una chiara panoramica della situazione e dei rischi legati ad essa”, conclude Vento.

Infatti, anche la peer education, vale a dire l’educazione dei pari o coetanei, può rivelarsi uno strumento molto utile. I ragazzi più brillanti o interessati all’argomento vengono scelti per frequentare laboratori e scrivere tesine che vengono poi esposte alla classe. Così facendo, si aggirano alcuni ostacoli nella comunicazione, come i pregiudizi che i giovani hanno nei confronti di chi, più grande di loro, cercando di educarli e informarli, viene spesso visto come ‘colui che fa la ramanzina’.

L’importante, alla fine, è che il messaggio arrivi e che i giovani sappiano che l’esperienza che in molti definirebbero ‘una bravatapuò costare molto cara.

Copertina: foto di Washarapol D BinYo Jundang: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-del-primo-piano-della-pianta-a-foglia-verde-2731667/

Foto di Alexander Grey: https://www.pexels.com/it-it/foto/kush-nella-fotografia-in-primo-piano-3676962/

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore -Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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