Coronavirus a fior di pelle: come covid 19 coinvolge la nostra cute
Ormai tutti sappiamo che Covid-19 è una patologia che colpisce principalmente l’apparato respiratorio. In realtà, il virus ha ricadute importanti anche su altri apparati e, per quanto strano possa sembrare, anche la cute ne è coinvolta.
Tra gli specialisti di molti reparti ospedalieri, anche i dermatologi si sono dovuti ‘reinventare’ all’interno della nuova riorganizzazione dettata dall’emergenza. In particolare quelli del dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, uno degli ospedali italiani più colpiti dall’emergenza Coronavirus.
Adolescenti con geloni anomali
Nel reparto di dermatologia stanno aumentando segnalazioni legate a manifestazioni che somigliano a geloni e stanno indagando sulla relazione con il Coronavirus, con reazioni che non sono sintomatiche in modo importante ma che hanno delle manifestazioni molto specifiche.
“Stiamo vedendo delle manifestazioni particolari soprattutto negli adolescenti”, dice Luigi Locatelli, dermatologo e e membro dell’Adoi (Associazione dermatologi-venerologi ospedalieri italiani e della sanità pubblica). Locatelli. “Assomigliano ai geloni ma che difficilmente possono esserlo perché non sono in linea con la stagione.
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Era intuibile che si manifestassero degli esiti sulla cute a contatto con le maschere C-PAP (Continuous positive airway pressure, ndr), ma ci sono delle differenze.
“Sono ormai conosciuti da tutti gli effetti di quelle maschere molto aderenti, simili ad occhiali da sci, indossate dai medici nelle terapie intensive. Quelle maschere esercitando una pressione abbastanza circoscritta su piccole zone di adesione e possono creare sicuramente piccole erosioni”, spiega il dermatologo. “Ai medici abbiamo dato dei consigli, come per esempio quello di usare delle lamine di silicone per attutire l’impatto. Adesso però si iniziano ad usare sempre di più quella sorta di schermi che vengono tenuti dalla testa e abbassati su tutto il volto, che sono meno problematici”.
Non preoccupa invece l’effetto delle mascherine sui pazienti, perché non sono così aderenti come devono esserlo gli occhiali per gli operatori sanitari. Dovranno abituarsi a uscire di casa sempre con la mascherina, ma il suo utilizzo non avrà nessuna conseguenza a livello della cute”, rassicura l’esperto.
Le piaghe da decubito
Non ci sono state modifiche a livello assistenziale dei pazienti ricoverati al punto di chiamare in causa un dermatologo. “La gestione delle piaghe da decubito non è diversa in questa tipologia di pazienti rispetto ad altri”, precisa Locatelli. “Inoltre il personale infermieristico e medico delle terapie intensive è già sufficientemente addestrato”.
Cute e lavaggi frequanti
Per prevenire molte infezioni, sarà poi fondamentale rimuove i microrganismi che possono depositarsi sulla pelle a contatto con oggetti o superfici contaminati.
“Ma lavarsi le mani non deve diventare una mania”, avverte Locatelli. ” Se stiamo a casa con i nostri familiari non è necessario lavarsi sempre le mani. Bisogna farlo quando siamo di ritorno a casa e siamo andati al supermercato”.
I guanti: una falsa sicurezza
Precisa anche la posizione di Locatelli sui guanti. “Danno una finta sicurezza perche’ il virus eventualmente rimane sulla loro superficie, quindi se mi tocco il viso mi infetto. Attraverso la pelle il virus non penetra, per cui anche se la mano è contaminata non succede niente. L’importante è che questa mano contaminata non venga portata al volto. Per questo ogni volta che devo toccarmi il viso è importante che le mani siano lavate”.