È una malattia particolarmente glamour: oggi, infatti, il disturbo bipolare viene considerato sinonimo di creatività, estro, fantasia. Dopo che attori come Stephen Fry, Carrie Fisher, Mel Gibson e cantanti come Robbie Williams hanno confessato di avere questo disturbo, moltissime persone si sono convinte di essere bipolari. In realtà, il disturbo bipolare non è una tendenza: si tratta di una malattia seria, che può compromettere significativamente la qualità di vita di chi ne soffre. Per questo, non va sottovalutato né confuso con un carattere un po’ ribelle o con un umore instabile.
Che cos’è il disturbo bipolare
Il disturbo bipolare, conosciuto anche come malattia maniaco-depressiva, è una vera e propria condizione medica. Si tratta di un serio disturbo dell’umore, ricorrente e/o cronico, caratterizzato da un’alternanza fra tre fasi:
-polarità maniacale: si parla di mania quando la persona è “su” rispetto al suo modo abituale di essere. Ha cioè un tono dell’umore molto alto, è logorroica, espansiva, disinibita, giocosa, ha una stima di sé ipertrofica, dorme e mangia poco, può prendere decisioni azzardate e fare acquisti eccesivi rispetto alle sue disponibilità. In questa fase può assumere comportamenti anche pericolosi (come dedicarsi ad attività estreme e assumere droghe e alcol in quantità eccessiva);
-polarità depressiva: la depressione si ha quando il soggetto, per almeno due settimane, è triste, pessimista, non ha energie, parla poco, ha difficoltà di attenzione e concentrazione, è indifferenze a quello che succede intorno a lui, non ha voglia di fare nulla, si autosvaluta e si accusa di tutto;
-polarità mista: si verifica quando il soggetto passa rapidamente e frequentemente dalla fase maniacale a quella depressiva e viceversa.
Due tipi principali
In base alle modalità con cui si manifestano i sintomi si distinguono almeno sette forme di depressione bipolare. I tipi più conosciuti, però, sono due.
1. Nel tipo 1 si verifica almeno un episodio maniacale franco, in cui la persona presenta tutti i segni tipici della fase maniacale in maniera evidente, alternato da episodi depressivi.
2. Nel tipo 2, invece, prevalgono i disturbi del polo depressivo. Inoltre, gli episodi dello stato maniacale sono meno accentuati, sia per quanto riguarda l’intensità sia a livello di quantità; per questo si parla di ipomania.
Può dipendere da varie cause
Il disturbo bipolare compare quasi sempre nelle persone giovani: il picco di comparsa va dall’adolescenza fino alla prima giovinezza, con un’età media di insorgenza intorno ai 21 anni. Spesso, l’esordio avviene in concomitanza con un evento stressante, ma gli episodi successivi possono comparire in qualunque momento. Le fasi maniacali e/o depressive generalmente hanno un andamento stagionale: si manifestano più frequentemente in primavera e autunno. Ancora oggi, le cause alla base del disturbo bipolare non sono del tutto conosciute. Quel che è certo è che si tratta di una malattia multifattoriale, ossia dovuta all’interazione fra più concause. Il ruolo più importante è ricoperto dalla vulnerabilità genetica su base famigliare. La malattia però si manifesta solo se subentrano anche fattori ambientali, come stress fisici (per esempio, dovuto a malattie della tiroide) e psicologici (come lutti). Un periodo particolarmente critico è il post-partum. Anche chi soffre di altre malattie psicologiche è più vulnerabile da questo punto di vista.
Il disturbo bipolare si cura con i farmaci
Il disturbo bipolare può essere curato in modo efficace attraverso la cura farmacologica. I farmaci più utilizzati in assoluto sono gli stabilizzatori dell’umore, che vanno assunti per lunghi periodi (anche per anni), sotto controllo medico. Durante le fasi depressive, soprattutto se sono accompagnate da attacchi di panico o comportamenti ossessivi, il medico può prescrivere una cura a base di antidepressivi. Possono essere usati, poi, gli antipsicotici atipici o di nuova generazione. Oltre ad agire rapidamente ed efficacemente durante la fase maniacale, alcuni sembrano essere in grado di svolgere un’azione preventiva a lungo termine. Infine, si può ricorrere alla quetiapina, un antipsicotico atipico che può essere utilizzato anche per le fasi depressive: infatti, è il primo farmaco antipsicotico ad avere ricevuto l’indicazione sia nella mania sia nella depressione bipolare.
I farmaci vanno abbinati a interventi psicoeducativi, per aiutare la persona a stare meglio e a non abbandonare la cura. La psicoeducazione consiste nel dare al malato tutte le informazioni per comprendere la malattia (sintomi, fattori di rischio e di ricaduta, conseguenze sociali, farmaci utili, indicazioni, effetti avversi) e nell’aiutarlo a sviluppare strategie per affrontare al meglio il disturbo.