Diabete in Italia, facciamo il punto: dati i costi, compaiono soluzioni
Il diabete? Una malattia costosa, in termini di euro spesi.
Parliamo di una delle malattie cronico-degenerative più diffuse in Italia, con un’incidenza del 6,2% (più del doppio di 30 anni fa). Un totale di circa 4 milioni di persone e un trend in costante aumento.
L’impatto nelle finanze del Sistema sanitario nazionale è notevole, date la prevalenza, le complicanze e le comorbidità del diabete.
9 miliardi di Euro: ecco i costi diretti per la cura dei pazienti diabetici, pari al 10% della spesa sanitaria nazionale. Secondo le stime, del resto, la malattia è in crestita. L’effettivo raggiungimento di 4 milioni di persone affette da diabete porterebbe la spesa a superare i 12 miliardi di Euro annui.
Diabete: il costo medio per paziente
Il costo medio per paziente con diabete in Italia è pari a circa 2.600-3.100 Euro all’anno.
Rispetto alla media di una persona di pari età e sesso, ma senza diabete, si tratta di più del doppio. I costi sono proporzionali all’età degli assistiti: dato interessante, posto che la popolazione invecchia e l’incidenza della malattia negli ultrasessantacinquenni aumenta (15%).
In presenza di una o più complicanze croniche, poi, i costi aumentano dalle quattro alle venti volte. Mediamente una persona affetta da diabete su quattro viene ricoverata in ospedale almeno una volta nell’arco di un anno, dato che risulta da 1,5 a 2,5 volte maggiore rispetto alle persone senza diabete, con una degenza più lunga di media del 20% per i diabetici. Il rischio di ricovero ospedaliero, inoltre, è maggiore dalle due alle otto volte rispetto alle persone che non soffrono di diabete a causa delle complicanze e delle comorbidità della malattia. Le ospedalizzazioni costituiscono il fattore che più grava nelle casse del Servizio sanitario nazionale per il trattamento dei pazienti diabetici. Secondo i dati, esiste una preoccupante tendenza allo spostamento dalle cure ambulatoriali ai ricoveri ospedalieri, con una conseguente tendenza all’aumento dei costi.
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Anche quest'anno, grazie alla Settimana della chiropratica (13-18 ottobre), potremo usufruire gratuitamente di un consulto presso…Ridurre le ospedalizzazioni per far scendere i costi del diabete
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Tra i costi diretti per la cura del diabete, il 56,9% è da attribuire, appunto, alle ospedalizzazioni; il 13,5 % attiene alle prestazioni ambulatoriali, il 23,3% ad altri farmaci; soltantoo il 6,2%, invece, ai farmaci per il diabete. Per incidere nella spesa per la cura del diabete la strada è soltanto una, come appare chiaro: ridurre i costi per le ospedalizzazioni.
Esistono costi diretti, ma anche costi indiretti della malattia, quali ad esempio la perdita di produttività, il pensionamento precoce e le disabilità permanenti. In Italia non esistono dati recenti relativi all’ammontare dei costi indiretti; anche questi costi, tuttavia, hanno un forte peso nell’impatto economico e sociale del diabete. In altre realtà, come quella degli Stati Uniti, i costi indiretti equivalgono alla metà di quelli diretti, mentre in alcuni Paesi in via di sviluppo risultano addirittura superiori.
Bisogna poi prendere in considerazione le ipoglicemie severe, che colpiscono un terzo dei pazienti con diabete di tipo 1 e un quinto di quelli con diabete di tipo 2 che spesso richiedono l’ospedalizzazione.
Seguendo i risultati di uno studio specifico, prendiamo in considerazione Paesi europei quali Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna: risulta che i costi diretti annuali del diabete in Europa ammonterebbero complessivamente a 90 miliardi di Euro. I costi indiretti, invece, supererebbero addirittura quelli diretti, raggiungendo i 98 miliardi di Euro annui.
Nello scenario europeo, comunque, il Sistema sanitario italiano è tra i più efficienti, grazie alla capillarità delle sue strutture specialistiche: il costo medio annuo per paziente risulta essere inferiore rispetto agli altri Paesi, secondo soltanto alla Spagna.
Una soluzione per il diabete di tipo 1: ecco il nuovo sensore per rilevare la glicemia
E’ stata lanciata una grande novità tecnologica: un nuovo dispositivo, adatto al monitoraggio del diabete di tipo 1.
Il sistema di monitoraggio continuo del glucosio Eversense misura, ventiquattro ore su ventiquattro, i livelli di glucosio. I dati sul glucosio acquisiti dal sistema raggiungono il dispositivo mobile, al quale sono inviati automaticamente. Il sistema invia allarmi, avvisi e notifiche relativi ai valori del glucosio visibili in qualsiasi momento sull’app. Gli algoritmi predittivi avvertono il paziente di probabili episodi di ipo- o iperglicemia. Il diabetologo e il paziente possono condividere tali dati in ogni momento, attraverso il portale dedicato.
Diabete: come si inserisce e come funziona il sistema Eversense
Il sistema Eversense si inserisce nel corso di una seduta ambulatoriale di pochi minuti. Il sensore viene impiantato a livello sottocutaneo sulla parte superiore del braccio. È sufficiente un’incisione millimetrica, al fine di inserire sensore.
Per un periodo di 90 giorni, il sistema è in grado di monitorare costantemente i livelli glicemici, rispetto ai 7 o 14 giorni dei sistemi Cgm non impiantabili, disponibili sul mercato fino a questo momento.
Il sensore, impiantato sotto cute, non necessita di alcun ago che lo colleghi al trasmettitore ricaricabile, che è interamente rimovibile in modo semplice e senza rischi. Sull’app di Eversense, si rendono visibili i dati e l’andamento glicemico. Il trasmettitore attraverso suoni e/o vibrazioni avvisa l’utilizzatore quando i livelli di glucosio raggiungono valori troppo elevati o troppo bassi.
Coloro che soffrono di ipoglicemia inavvertita hanno da ciò un vantaggio: essere avvisati in caso si determini il rischio di ipoglicemia contribuisce a evitare complicanze acute gravi e aiuta i familiari ad acquisire uno stato di maggiore serenità nella gestione quotidiana della malattia.
Secondo il dottor Giancarlo Tonolo, “L’impianto di per sé è molto semplice, fatto in anestesia locale con un taglio microscopico; la procedura occupa solo qualche minuto. Si tratta di un’evoluzione molto interessante, lo strumento è molto preciso, rispetto ai sistemi tradizionali ha il vantaggio che il sensore non rischia di staccarsi in quanto è impiantato sotto cute. A mio avviso l’evoluzione del sistema permetterà in un prossimo futuro di condurre una vita ancora migliore”.
In Italia, seguiamo quanto è avvenuto ai primi 7 pazienti: tre di questi sistemi sono stati impiantati a Padova dal team della dottoressa Daniela Bruttomesso dell’Unità operativa complessa di Malattie del Metabolismo; due sono stati impiantati a Olbia presso il centro di Diabetologia dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Olbia, diretto dal dottor Giancarlo Tonolo. Altri due pazienti hanno ricevuto il dispositivo presso l’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, dove opera la professoressa Concetta Irace del Dipartimento di Scienze della salute.
Una novità rilevante: un vero e proprio cambio di paradigma nella gestione del diabete
Bisogna mettere in risalto la facilità d’uso del dispositivo: il dato di rilevazione della glicemia è sicuro e affidabile. La gestione quotidiana della malattia risulta migliorata. Eversense, in sintesi, aiuta la persona affetta da diabete nel migliorare la gestione della patologia.
Massimo Balestri, general manager di Roche diabetes care Italy, si è espresso in questo modo: “Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma nella gestione del diabete. Strumenti di monitoraggio come questo consentono di aumentare la qualità di vita e di ottimizzare il controllo metabolico”.