Quello che viene chiamato baby blues (blues sta per malinconia) è una forma lieve di depressione post partum che coinvolge il 60-80% delle nuove mamme e la causa è dovuta a un improvviso calo di estrogeni, simile a quello che succede nel periodo premestruale, ma 100 volte superiore e spiega lo shock per il tuo corpo. Circa 1 donna su 7 sviluppa depressione post partum, ma questo numero potrebbe essere superiore, visto il numero di puerpere che non contattano mai il medico e soffrono in silenzio. Si verifica più comunemente nelle madri adolescenti, madri di bambini prematuri e madri che vivono nelle aree urbane.
“Potresti sentirti ansiosa, confusa oppure lunatica come quando passi da uno stato di felicità a quello di un improvviso pianto. Può succedere dal 1° al 3° giorno dopo il parto e può durare da pochi giorni ad alcune settimane. Tutto questo è normale”, precisa Alessandra Bitelli, woman empowering coach.
“Di solito scompare da solo e non è necessario alcun trattamento. Ma per il 20%, alcuni casi di baby blues possono progredire fino a una depressione post partum soprattutto quando manca il sostegno dei cari o se la donna non spiega cosa le sta succedendo. I sintomi della depressione post partum sono gli stessi della depressione classica: umore depresso, perdita di interesse, difficoltà a dormire, sensi di colpa e ansia etc. La differenza importante è che si manifestano entro quattro settimane dalla nascita. Non è raro neppure che questi forti sbalzi d’umore facciano perdere l’interesse per il proprio figlio. La cosa più importante è parlarne e chiedere aiuto. È perfettamente normale avere dubbi, paure e ansie, ma è necessario parlare di quei sentimenti con le persone che ami e fiducia. Se ritieni che il supporto che ricevi da loro non sia sufficiente, puoi sempre cercare assistenza medica”.
Baby blues: anche i muscoli cambiano
Durante la gravidanza, le articolazioni e i legamenti si allungano per fare spazio al bambino, quindi i muscoli del pavimento pelvico assumono più carico per supportare questi cambiamenti. Durante il parto, se vaginale, i muscoli del pavimento pelvico si allungano circa 3,5 volte la loro lunghezza normale. Se invece è cesareo, è il taglio chirurgico ad avere impatto su questi muscoli. Come capire quando i muscoli si sono indeboliti? Uno dei primi segnali sono piccole perdite urinarie (dopo semplici colpi di tosse, starnuti, risate, salti, etc), oppure dolore durante il rapporto sessuale come anche il dolore pelvico o al coccige oppure stitichezza.
Ma come tutti i muscoli, anche quelli del pavimento pelvico vanno allenati, soprattutto dopo uno stress come quello del parto.
“Non esiste un’indicazione valida per tutte le neomamme su come rinforzare il pavimento pelvico, tenendo conto che gli esercizi di Kegel non sono l’unica risposta. È sempre utile consultare un esperto per decidere il percorso da intraprendere I miglioramenti si vedono già dopo pochi mesi, ed è consigliabile continuare un allenamento costante. È altrettanto importante mantenere anche una buona alimentazione ricca di liquidi e fibre”, conclude Bitelli. “In questo modo si evitano sforzi eccessivi della muscolatura a livello intestinale: una forte pressione sul pavimento pelvico può indebolire la muscolatura ed essere controproducente anche per l’attività sessuale”.
Per eseguire gli esercizi di Kegel, possono essere d’aiuto i dispositivi intelligenti che fungono da allenatori personali” del pavimento pelvico. Sono in grado di registrare il tono del pavimento pelvico e scegliere automaticamente il livello degli esercizi, con un programma semplice e guidato dalle vibrazioni”.