L’intervento chirurgico maxillofacciale per la frattura depiazzata delle ossa nasali subita dal calciatore Sergej Milinkovic-Savic, è l’esempio più recente del progresso tecnologico e scientifico della medicina di precisione.
Infatti, il colpo subito dal calciatore durante Fiorentina-Lazio delle scorse settimane ha preoccupato non poco i tifosi della Lazio in vista dello sprint finale per la Champions.
In pochi giorni sono state messe a disposizione tutte le tecnologie cliniche più avanzate ed è stato realizzato un lavoro di squadra per cercare di riportare l’atleta il prima possibile in campo.
Proprio la Capitale, con Udine, Torino e Verona ospita uno dei centri più avanzati a livello internazionale per interventi di precisione in ambito maxillofacciale di questo tipo.
Infatti grazie alla tecnologie 3D e alla mascherina tridimensionale il recupero è stato veloce.
“Questa mascherina rappresenta un’eccellente soluzione del nostro centro studi a Roma.
Avendo a disposizione la TAC del paziente, è possibile creare un’immagine tridimensionale del viso e costruire un prototipo in 3D su misura del singolo”, spiega il professore Piero Cascone, Primario maxillofacciale Policlinico Umberto I Roma.
Questo grande risultato, sia dal punto di vista medico chirurgico riabilitativo sia dal punto di vista dalle tempistiche, è dovuto al lavoro di un equipe di specialisti.
Infatti, grazie a strumenti all’avanguardia, approcci multidisciplinari, sinergie tra diversi medici, chirurghi e ingegneri si ha ottenuto uno straordinario lavoro di medicina di precisione.
L’infortunio e l’intervento
Qualche settimana fa Milinkovic-Savic aveva subito un trauma al naso.
Dopo un esame più approfondito era emersa una frattura delle ossa nasali depiazzata.
“L’intervento, durato circa 30 minuti, ha permesso di ridurre la frattura ossea nasale che si era provocato.
Entrato la mattina, alle 18 dello stesso giorno, il calciatore era già stato dimesso.
Successivamente ha iniziato a indossare una mascherina di contenzione realizzata su misura sul suo volto con le più sofisticate tecniche di ingegneria a disposizione”, spiega Piero Cascone.
Medicina di precisione: il protocollo per gli atleti
L’intervento sul calciatore in sé è abbastanza semplice, ma a caratterizzarlo è il protocollo terapeutico che strutture specializzate adottano per gli sportivi professionisti.
“Nella mia esperienza ho avuto a che fare con atleti di diversi sport: calcio, basket, polo, deltaplano, sci, pallanuoto.
Se per una persona normale questa procedura può richiedere diverse settimane, per un atleta è necessario ridurla al minimo indispensabile.
Per questo motivo abbiamo introdotto un protocollo clinico in cui il giocatore viene operato non appena possibile, al massimo 24 ore.
Bisogna comprendere le esigenze specifiche degli atleti professionisti. Serve immediatezza e rapidità d’azione, non possono prendere farmaci che li facciano rischiare di risultare positivi ai controlli antidoping.
Abbiamo necessità di radiografie ad altissima sensibilità per costruire prodotti personalizzati.
Serve un’alta sensibilità da parte del chirurgo che deve impegnarsi affinché il professionista possa tornare a svolgere regolarmente il proprio lavoro il prima possibile e in completa sicurezza. Tenendo conto del confronto fisico che lo possa vedere coinvolto”, dice il professore Cascone.
Tecnologia rivoluzionaria: la mascherina “su misura” digitale grazie alla TAC
La tecnologia tridimensionale è usata solo in pochi centri d’eccellenza.
“Abbiamo realizzato la mascherina digitale in un paio di giorni.
Nel momento in cui si ha a disposizione la TAC del paziente, si crea un’immagine tridimensionale del viso e si costruisce un prototipo, sempre tridimensionale, per una maschera protettiva su misura per le esigenze del paziente.
Diventa quindi un presidio personalizzato emblematico del più recente sviluppo della medicina di precisione con tecnologie ultramoderne.
Si può realizzare anche in assenza di TAC, attraverso un laser-scanner facciale. Cioè un sistema di acquisizione dell’immagine che permette di determinare un volume tridimensionale del volto per arrivare allo stesso risultato”, conclude Piero Cascone.