Neoplasie ematologiche: migliorare la qualità della vita. Parla Fabio Efficace

Neoplasie ematologiche e qualità della vita. Parla Fabio Efficace

Ecco un excursus sulle neoplasie ematologiche.

Quello che vedete nella foto in alto è il sangue sano.

Cellule linfoidi o mieloidi immature di tipo neoplastico, cioè tumorale, possono accumularsi in primis nel midollo osseo e nel sangue periferico; queste cellule possono invadere i tessuti e può associarsi l’insufficienza midollare.

Neoplasie che nascono in questo modo rappresentano circa il 10% di tutti i tumori, in Italia abbiamo più di 35.000 nuovi casi ogni anno.

L’obiettivo, a oggi, è personalizzare la terapia. I bersagli che ci compaiono di fronte sono tanti e si presentano contemporaneamente.

Neoplasie ematologiche: nuovi farmaci a bersaglio molecolare

Nuovi farmaci a bersaglio molecolare (targeted therapy) sono a disposizione di chi è colpito dall’inizio di questo secolo e, di conseguenza, diventa sempre più facile sopravvivere a una neoplasia ematologica: nel corso del 2016 si è avuto un calo compreso tra il 12% e il 14%.

Terapie sempre più mirate sono risparmiatrici di chemioterapia.

Esperti del settore, in Roma, il 12 maggio hanno descritto la condizione del paziente con neoplasie ematologiche e le nuove prospettive di cura e di vita. Il professor Mario Boccadoro, direttore della divisione universitària di Ematologia, Aou città della salute e della scienza di Torino, ha illustrato anche “schemi terapeutici vincenti, come le terapie di combinazione, che rappresentano un punto di forza nel trattamento dei pazienti con neoplasie ematologiche”.

Neoplasie ematologiche: la combo therapy

Non bisogna mettere in ombra, infatti, le “combo therapy”: si tratta di combinare varii agenti chemioterapici, che garantiscono un’efficacia maggiore con una tossicità molto bassa. La combo therapy è risultata benefica soprattutto nel trattamento di linfomi, leucemie linfatiche e mieloma multiplo.

Il quadro promette bene.

Neoplasie ematologiche: tornare alla vita

Neoplasie ematologiche: migliorare la qualità della vita. Parla Fabio EfficaceTornare alla vita: ecco quel che permettono i farmaci di ultima generazione a individui con diagnosi di tumore del sangue. Ma qual è la qualità della vita raggiungibile in caso di leucemia? A margine dell’evento, abbiamo interpellato Fabio Efficace, responsabile dell’unità Qualità della vita della fondazione Gimema in Roma. Lo abbiamo incontrato e intervistato. Ecco le sue parole.

Come si determina la condizione del paziente con neoplasie ematologiche a livello di qualità della vita a causa dell’agire dei farmaci? Come incidono i disturbi nel quotidiano? Potrebbe spiegarci quali sono le effettive condizioni del malato trattato oggi e darci un’idea di come cambia la sua prospettiva? Ci illustrerebbe casi pratici?

Attualmente durante la visita medica si interroga il paziente sulla sua percezione di salute e sui possibili disturbi correlati ai farmaci. Esistono diverse tipologie di pazienti (i.e. coloro che parlano troppo, coloro tendono a non parlare, coloro riferiscono obiettivamente le loro percezioni/disturbi) e quindi è abilità del medico e del medico intervistatore ascoltare il paziente e fare le domande opportune. Particolare attenzione si pone sugli effetti collaterali noti della terapia che (a conoscenza del medico) potrebbero comportare una modifica della terapia, e sulla identificazione di eventuali cambiamenti nella routine quotidiana (lavoro, attività sociale, relazioni familiari).
Le condizioni di depressione o di agitazione del paziente rappresentano un limite per il colloquio clinico. È difficile illustrare dei casi pratici.
Molto frequente è la percezione di fatigue che non tutti i pazienti comprendono essere in parte legata alla stessa patologia neoplastica e non solo ai valori di emoglobina.
Particolare attenzione è data nel distinguere tra sintomo e correlazione del sintomo con la terapia secondo quanto riferito dal paziente.
Un paziente che ha avuto un’esperienza negativa con un tipo di farmaco, mostra spesso titubanza nel riprendere lo stesso trattamento, ma può anche avere paura ad abbandonare il trattamento. Illustrare le motivazioni di una modifica di trattamento, qualora necessario, e indicare quali sono gli obiettivi del trattamento proposto (soprattutto se uguali al trattamento modificato) è importante per correttamente informare il paziente ed evitare equivoci/ stati di ansia/depressione e migliorare la collaborazione del paziente. È importante lasciare al paziente modo e tempo per proporre i suoi quesiti, anche fornendo la disponibilità di altro appuntamento/ contatto telefonico oltre a quanto stabilito

Neoplasie ematologiche e percezione. Come cambia la percezione del paziente rispetto a quella del medico? Si determina la sottostima di determinati sintomi?

La percezione del medico è comunque limitata a quanto il paziente riferisce o a quanto possibile evidenziare nell’esame obiettivo. I sintomi del paziente tendono ad essere generalmente sottostimati dal medico, anche in rapporto alle ridotte capacità di intervento, e alla consapevolezza medica di mantenere una certa semplicità nella terapia medica prescritta (pochi farmaci e poche restrizioni dietetiche) che dovrebbe adattarsi allo stile di vita del paziente per ottimizzare la compliance.

I dati relativi alla qualità della vita con i nuovi farmaci saranno disponibili nei prossimi due o tre anni, mentre i dati a nostra disposizione si riferiscono a pazienti trattati con la sola prospettiva della chemioterapia. Che genere di cambiamenti in percentuale si aspetta a livello statistico?

Non mi aspetto cambiamenti sostanziali al livello statistico nella qualità di vita dei pazienti trattati con I nuovi farmaci: mi aspetto miglioramenti nel lungo termine nel senso di ansia e di attività sociale possibile, sono interessato a questi risultati in quanto permetteranno di fornire ai paziente un’informazione più accurata e dettagliata sugli effetti ‘pratici’ dei nuovi farmaci sulla vita quotidiana e forniranno al medico un’evidenza scientifica per il colloquio con i pazienti prima/durante e al temine del trattamento.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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