I nuovi anticoagulanti orali sono farmaci indicati soprattutto nella prevenzione dell’ictus in pazienti affetti da fibrillazione atriale. Secondo il professor Francesco Romeo, presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), “sono tra i rimedi terapeutici più importanti dell’ultimo decennio, tuttavia registrano ancora un sottoutilizzo, legato principalmente a barriere ‘culturali’ ed opinioni infondate, che inducono i medici a prescrivere ancora le terapie tradizionali a base di antagonisti della vitamina K, come il Warfarin. Il fatto è che, da quando questa nuova categoria farmacologica è entrata nella pratica clinica, ormai 6 anni fa, si è registrata una minore incidenza sia di ictus ischemici che emorragici. L’efficacia e la sicurezza dei nuovi anticoagulanti orali è stata ampiamente documentata e dimostrata da tutti gli studi di registro e di sorveglianza”.
Nuovi anticoagulanti orali, uno studio in contesti real life
Continua Romeo: “Durante l’ultima edizione del Congresso europeo di cardiologia (Esc) sono stati presentati i dati del primo studio relativo all’uso in contesti real life di uno di questi farmaci, il rivaroxaban, in oltre 45.000 pazienti, che confermano il positivo profilo rischio/beneficio dello stesso nella prevenzione dell’ictus in pazienti con fibrillazione atriale. Ciononostante, ancora oggi, ci troviamo di fronte ad un’ampia percentuale di specialisti che, per consuetudine e familiarità con una terapia disponibile da oltre trent’anni, preferiscono prescrivere ancora i ‘vecchi’ antagonisti della vitamina K, manifestando una sorta di ‘resistenza’ al cambiamento”.
Sensibili benefici dai nuovi anticoagulanti orali
I benefici che i pazienti potrebbero ottenere dai nuovi anticoagulanti orali potrebbero essere notevoli: sono, infatti, facili da gestire rispetto alla terapia funzionale. Poiché sono più maneggevoli, non rendono schiavi del controllo di routine della coagulazione e non hanno interazioni con alimenti e altri farmaci.
C’è di più: è minore l’incidenza di ictus ischemici ed emorragici ad essi collegata. E ancora: permettono di risparmiare risorse economiche, proponendo come detto un positivo rapporto rischio/beneficio. Ciò dipende dalla migliore prevenzione degli eventi cerebrovascolari e delle sequele invalidanti associate.