Obesità dei bambini italiani: bisogna sensibilizzare sull’argomento l’opinione pubblica. Domani è la Giornata mondiale dell’alimentazione; è trascorsa (10 ottobre) la Giornata mondiale contro l’obesità. Siamo nella culla della dieta mediterranea. Ma è proprio sullo Stivale che si concentra il numero maggiore di bambini obesi e sovrappeso del Vecchio Continente. Uno su tre, nella fascia d’età 6-9 anni, è colpito dalla problematica. Il dato è in diminuzione negli ultimi anni, ma resta allarmante (Okkio alla Salute, Ministero della Salute, 2016). In situazione analoga si trovano i vicini ciprioti, greci e spagnoli. I bambini in queste foto non sono obesi: presto costituiranno un’eccezione? La dieta mediterranea, a lungo considerata un toccasana, è ora costretta a cedere il posto a tavola al cosiddetto junk food, il cibo spazzatura (Cosi, Childhood obesity surveillance initiative, Highlights 2015-17). Sono complici della situazione crisi economica e povertà educativa.
Il report di Helpcode sulla malnutrizione infantile
Il report di Helpcode sulla malnutrizione infantile (giunto alla seconda edizione) costituisce una fotografia preoccupante dello stato di salute dei bambini, in Italia e nel mondo. Torna la campagna di Helpcode “C’era una volta la cena”.
Nel nostro Paese, sono circa 100mila i bambini obesi o sovrappeso, con una prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%). A livello globale, del resto, il numero di bambini di età inferiore ai cinque anni obesi o sovrappeso è in costante aumento. Ha ormai superato quota 40 milioni, 10 milioni in più rispetto al 2000 (Fao, The State of food security and nutrition in the World, 2019).
Si tratta di un problema sanitario dagli enormi costi sociali ed economici. Soltanto nell’ultimo anno, gli effetti di sovrappeso e obesità hanno causato 4 milioni di decessi a livello mondiale (Unicef/Who/World Bank group joint child malnutrition estimates, 2019). L’impatto economico globale invece è stimato in 500 miliardi di dollari l’anno (Investing in nutrition: The foundation for development and investment framework to reach the Global nutrition targets, 2015).
Obesità dei bambini italiani: C’èra una volta la cena
La campagna “C’era una volta la cena” è stata realizzata con la collaborazione scientifica della Uoc clinica pediatrica ed endocrinologia dell’Istituto Giannina Gaslini, Università degli studi di Genova. Ha l’obiettivo di promuovere attività di monitoraggio, educazione alimentare e prevenzione della malnutrizione. Offre al contempo aiuto concreto, attraverso un programma di Cash and Voucher, concepito per garantire cibo sano alle famiglie in povertà.
Anche quest’anno la testimonial è Claudia Gerini. Invita tutti a fare la propria parte nella lotta alla malnutrizione infantile, donando un pasto sano a chi non può permetterselo: “Molti non hanno le risorse per poter acquistare cibo di qualità per i propri figli. Molti altri non sanno quale sia la scelta giusta per un’alimentazione corretta”.
Obesità dei bambini italiani: risorse economiche per un’alimentazione sana
Quando aumenta il consumo di cibi poco salutari? Quando scarseggiano le risorse economiche per accedere a un’alimentazione sana. (Povertà economica + Povertà educativa = Povertà alimentare)
Inevitabilmente, la malnutrizione fa da apripista a sovrappeso e obesità: esse (attenzione) non sono mai indice di opulenza. Rappresentano piuttosto il sintomo di una dieta contrassegnata da errori nutrizionali e consumo eccessivo di cibo spazzatura, privo di nutrienti ma altamente calorico.
Ma c’è di più. La malnutrizione infantile registra un impatto maggiore nelle famiglie con un più basso livello di scolarizzazione. In Italia, l’incidenza dell’obesità si dimezza quando la madre è in possesso di un titolo di studio elevato (Prevalence of severe obesity among Primary school children in 21 European countries, Obesity facts 2019).
Obesità dei bambini italiani: maglia nera al Centro-sud
Le famiglie del Centro e del Sud d’Italia fanno riscontrare livelli di istruzione, oltreché di reddito, più bassi rispetto alla media nazionale. Registrano anche un’incidenza maggiore dell’obesità. La maglia nera spetta ai bambini campani (oltre il 40% sono sovrappeso e obesi), seguiti dai coetanei di Molise, Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia (Socioeconomic status and impact of the economic crisis on dietary habits in Italy: results from the Inhes study, Journal of Public health). Bisogna sottolineare come il Meridione d’Italia sia anche tra i principali luoghi di applicazione della dieta mediterranea (è un paradosso?).
Alessandro Grassini, segretario generale di Helpcode, ha così concluso: “I numeri della malnutrizione infantile nel Bel Paese restano allarmanti. Le collaborazioni che abbiamo intessuto in tale ambito (con l’Ospedale Gaslini e con la Federazione italiana medici pediatri) sono la conseguenza di ciò”.