Persona che trovi, farmaco che scegli
Salute

Persona che trovi, farmaco che scegli

09/11/2015
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Ogni persona avrà, farmaco su farmaco, prodotti a essa dedicati. Le ricerche legate ai farmaci saranno sempre meno legate alle molecole e sempre più basate sulla conoscenza del Dna. E’ vero già oggi? Quasi. Il il 38% delle richieste di approvazione dei nuovi farmaci presentate in Europa e negli Stati Uniti si basa su informazioni relative al genoma. Se ne è parlato durante un convegno dedicato alla medicina contemporanea, che la Fondazione Armenise Harvard ha organizzato.

Farmaco personalizzato: la parola all’esperto

In questa occasione il genetista Giuseppe Novelli, dell’università di Roma Tor Vergata, si è espresso in questo modo: “Una volta alla base dei farmaci c’erano soltanto le molecole, che venivano sperimentate secondo un approccio empirico basato su screening che soltanto le aziende farmaceutiche erano in grado di gestire. Oggi i nuovi farmaci si basano soprattutto sulle conoscenze relative alla genomica e si tende a progettare il farmaco giusto per la giusta malattia per una particolare persona”.

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Farmaco personalizzato, i vantaggi economici

Parliamo di farmaci mirati. C’è di più, secondo le parole di Novelli: “se un farmaco non funziona su alcuni pazienti potrà funzionare su altri, di certo non si butta. Si apre una prospettiva nuova, che con il tempo potrà tradursi in un risparmio significativo per la sanità pubblica”. Se un farmaco non apre la serratura di un individuo, potrà essere usato come chiave utile per quanto concerne un altro. I farmaci, poi, possono “riciclarsi”, cioè il farmaco utilizzato per una patologia può essere preso in considerazione per un’altra. Per esempio la metformina, farmaco conosciuto per la cura del diabete, sarebbe utile per il suo effetto protettivo, contro il cancro al seno e al colon. Il rischio di sviluppare il tumore al seno, per esempio, scenderebbe del 20-30% nelle donne diabetiche.

Farmaco personalizzato: una possibile insidia

C’è tuttavia da aggiungere che creare un farmaco personalizzato potrebbe essere legato a dispendio di tempo, finché l’uso non si sarà radicato nella prassi medica e non si determinerà, di conseguenza, una routine.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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