Sono 5 milioni i morti causati ogni anno dal diabete, contro i 3,6 per Aids, malaria e tubercolosi insieme.
I dati epidemiologici contenuti nella settima edizione del Diabetes atlas, curato dall’International diabetes federation (Idf), sono discordanti rispetto a dati da altre fonti a noi pervenuti.
Secondo l’Idf, entro il 2040 le persone diabetiche nel mondo supereranno i 640 milioni.
Appena la metà avrà una corretta diagnosi e cure adeguate.
Nel mondo un adulto su 11, poi, ha il diabete, per un totale di 415 milioni di malati.
Quasi la metà (46,5%) non avrebbe ancora ricevuto una diagnosi: di conseguenza, non è sottoposta a trattamenti.
Le conseguenze della malattia non curata sono complicazioni cardiache, cecità, insufficienza renale e amputazioni.
Vivono in Paesi in via di sviluppo i tre quarti delle persone diabetiche. E’ assorbito dalla patologia il 12% della spesa sanitaria mondiale, pari a 673 miliardi di dollari (626 miliardi di euro, ndr).
Nel 2040, il diabete sarà contratto da un adulto su dieci e i casi nel mondo saranno 642 milioni.
Il diabete non fa discriminazioni
Costas Piliounis, vice president di Novo Nordisk Italia e Grecia, ha dichiarato: “Come negli anni precedenti questi dati dell’Idf riflettono un drammatico, costante aumento del numero di persone con diabete. Il diabete non fa discriminazioni e colpisce tutti gli strati della nostra società. La Giornata mondiale del Diabete è quindi un’importante pietra miliare che ci ricorda la necessità di collaborare per la prevenzione, la diagnosi e la gestione del diabete”.
Giornata mondiale
Il 14 novembre di ogni anno c’è una ricorrenza: la Giornata mondiale del diabete.
La Fondazione Censis ha presentato in questa occasione il libro di Claudio Barnini “Il diabete vede te. Tu non vedi il diabete”. Si tratta di un itinerario, alla ricerca della formula adatta ad affrontare la malattia.
Claudio Barnini, giornalista, apre il suo libro con queste parole: “Mi è piaciuta subito l’idea. Realizzare un libro che parlasse di una sorta di personaggio silenzioso capace di vivere accanto a noi per anni restando in silenzio. Ci guarda ma non lo vediamo. E quando decide di accarezzarci è troppo tardi, è già parte di noi. Dentro di noi. Per sempre. E ci cambia la vita.”
L’autore ha un intento: “mantenere viva la comunicazione tra tutti i soggetti ‘colpiti’ da questa malattia: istituzioni, scienziati, pazienti, familiari, associazioni, industriali.
Perché ognuno di loro ha un ruolo preciso e importante, ciascuno può portare un contributo utile alla conoscenza, allo sviluppo, al miglioramento. La comunicazione è basilare in tutti i rapporti umani. Parlare, aprirsi, capire, non sentirsi mai soli. Soprattutto quando si affronta una malattia, il sostegno di qualcuno è importante, a volte decisivo”.
Immagine copertina di Artem Podrez https://www.pexels.com/it-it/foto/mani-medico-concettuale-diabete-6823560/