I valori della pressione arteriosa

Pressione arteriosa: quali sono i valori corretti?

Insieme al colesterolo, alla glicemia e all’emocromo, la pressione arteriosa è uno di quei parametri da controllare con una certa frequenza. Infatti, è indicativa dello stato di salute dell’organismo. 
In particolare, occorre fare attenzione quando i valori aumentano troppo rispetto alle soglie ideali, perché innalzano il rischio delle malattie cardiocircolatorie, come infarto, ictus, aterosclerosi. Ma quali sono i limiti da non superare?

Che cos’è la pressione arteriosa

La pressione è la forza esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi sanguigni mentre scorre al loro interno. Gli esperti distinguono fra pressione arteriosa e pressione venosa. La prima è la spinta compiuta contro le pareti delle arterie, i vasi sanguigni che partono dall’aorta e trasportano il sangue carico di ossigeno dal cuore alla periferia. La pressione venosa, invece, è la forza con cui il sangue preme sulle vene nel suo viaggio di ritorno verso l’atrio destro. La pressione arteriosa è quella direttamente correlata con il rischio di sviluppare complicazioni cardiache, cerebrali e renali. Per questo, è quella più controllata.

Massima e minima

In relazione ai movimenti compiuti dal cuore per pompare il sangue nei vasi, si distingue fra pressione massima e minima.
La massima o sistolica è la pressione esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie durante la fase di contrazione e di spinta del cuore. La minima o diastolica, invece, è la pressione presente nei vasi sanguigni quando il cuore si dilata per accogliere il sangue in arrivo dalle vene.

I valori ideali

Secondo le linee guida della Società europea dell’ipertensione (ESH) e della Società europea di cardiologia (ESC), i valori ideali della pressione arteriosa sono meno di 120 millimetri di mercurio o mmHg (l’unità di misura della pressione) per quanto riguarda la sistolica e di 80 mmHg per la diastolica. Queste soglie sono definite ottimali perché comportano un lavoro adeguato per il cuore e non sottopongono i vasi a tensione e logorio.

Quando la pressione arteriosa è alta

I valori sono normali quando la massima è sotto i 139 mmHg e/o la minima gli 89 mmHg. Si tratta di situazioni limite: il cuore non è ancora costretto a un super lavoro, ma basta un minimo rialzo per metterlo a rischio. La pressione è considerata elevata quando la massima supera i 140 mmHg e/o la minima i 100 mmHg. In termini medici si parla di ipertensione. Più questi valori crescono, più l’ipertensione diventa severa. In questi casi, cuore e arterie sono a rischio. Si parla, invece, di pressione bassa o di ipotensione quando la massima è inferiore ai 100 mmHg e la minima ai 60 mmHg.

Classificazione internazionale

Fonte: Società europea dell’ipertensione (ESH) e Società europea di cardiologia (ESC)

CATEGORIE MASSIMA   MINIMA
Valori ottimali <120 E <80
Valori normali 120–129 e/o 80-84
Valori quasi normali 130–139 e/o 85–89
Ipertensione di I grado 140-159 e/o 90–99
Ipertensione di II grado 160-179 e/o 100–109
Ipertensione di III grado ≥180 e/o ≥110
Ipertensione sistolica isolata ≥140 E <90

Non bisogna essere troppo rigidi

È importante, comunque, non essere troppo rigidi nell’interpretazione dei valori della pressione. Infatti, per capire la reale predisposizione alle malattie cardiovascolari, occorre considerare il profilo globale di rischio dell’individuo. Per esempio se ci sono altri fattori critici, come diabete, insufficienza renale o eventi cardiaci passati (tipo ictus o infarto), le conseguenze negative possono essere innescate anche da valori pressori inferiori.

La pressione arteriosa varia in base a molti fattori

Bisogna tener conto, inoltre, che la pressione è un parametro variabile e che per definirsi ipertesi è necessario che essa sia costantemente elevata. Infatti, può capitare di trovare valori più elevati del normale, per esempio se erroneamente li si misura dopo uno stress fisico (anche solo dopo aver salito le scale di casa rapidamente) o psicologico (come un litigio in famiglia o sul lavoro) oppure subito dopo aver fumato una sigaretta o assunto un caffè, che alzano in modo transitorio la pressione. Anche per queste ragioni è essenziale che sia il medico a interpretare tutti i parametri.

 

About Silvia Finazzi

Giornalista freelance dal 2001, giornalista professionista dal 2008, web writer e copywriter dal 2010, scrive principalmente di salute, medicina, attualità, benessere, tecniche naturali, alimentazione, psicologia e maternità. Attualmente, è caporedattore del free press Io Bimbo Magazine, collabora con il sito www.bimbisaniebelli.it, il magazine www.modaacolazione.com, il settimanale Viversani&belli e il mensile Come Stai. Inoltre, svolge attività di web writer, content editor e copywriter per diverse aziende. Ha scritto diversi libri e volumi e ha vinto quattro premi giornalistici.

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