Sindrome delle apnee del sonno: attenzione a chi russa

Sindrome delle apnee del sonno: attenzione a chi russa

Sindrome delle apnee del sonno: il semplice abituale russamento può essere un campanello d’allarme e costituire il sintomo di una patologia vera e propria. Osas è appunto l’acronimo del termine inglese Obstructive sleep apnea syndrome. Ci sono conseguenze plurime sulla qualità di vita delle persone.

Sindrome delle apnee del sonno: che cos’è l’Osas

L’Osas è un disturbo respiratorio che si manifesta esclusivamente durante il sonno, caratterizzato da episodi ripetuti di ostruzione delle vie aeree superiori complete (apnea) o parziali (ipopnea). Si tratta di pause respiratorie, di durata superiore a 10 secondi e spesso riferite dal partner, accompagnate da russamento abituale, risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento, sonno notturno agitato, necessità di urinare spesso durante la notte, sensazione di bocca asciutta, cefalea al mattino e, in misura minore, sudorazione notturna eccessiva.

Sindrome delle apnee del sonno: qualità della vita

La qualità di vita di chi è affetto da apnee notturne è significativamente alterata. Si riduce frequentemente il livello di ossigeno nel sangue e si determina la cattiva qualitàSindrome delle apnee del sonno: attenzione a chi russa del sonno. Come dimostrato da numerosi studi a livello internazionale, la conseguenza è il rilascio degli ormoni dello stress che, come tali, si rendono responsabili, come fattore di rischio, se non addirittura causa, di malattie cardio e cerebrovascolari (ictus cerebrale, ipertensione arteriosa, fibrillazione atriale, infarto) e dismetaboliche (diabete, obesità). Tale patologia porta inoltre all’alterazione del sonno ristoratore della persona. Può provocare sonnolenza diurna: basti pensare che i colpi di sonno alla guida, causati da questo disturbo, sono la causa del 7% dei circa 170mila incidenti stradali, registrati ogni anno sullo Stivale.

Sindrome delle apnee del sonno: poco ossigeno nel sangue

Il dottor Beniamino D’Errico, esperto nella gestione dei soggetti Osas certificato dalla Società italiana di Pneumologia-Irs, si è espresso in questo modo: “Sulla base dell’evidenza scientifica, a causa di episodi ripetuti di apnea e quindi di ipossigenazione del sangue, si ha una maggiore predisposizione all’ictus e alle malattie cardiovascolari. Si attiva, infatti, il sistema nervoso simpatico, con un rilascio di ‘ormoni Sindrome delle apnee del sonno: attenzione a chi russadello stress’ (catecolamine), ma si verifica anche una produzione a cascata di proteine infiammatorie. Queste ultime danneggiano progressivamente il rivestimento endoteliale, cioè la parete interna dei vasi sanguigni; ciò comporta una maggior aggregazione di piastrine: si determinano così uno stress ossidativo e un ulteriore danno infiammatorio endoteliale vascolare. Proprio lo stress ossidativo cronico, con conseguente danno delle pareti dei vasi arteriosi, può provocare l’ictus nei pazienti con Osas”.

Sindrome delle apnee del sonno: quando non si sa di essere malati

In molti casi la sindrome non è diagnosticata, poiché non viene presa in considerazione. Non esistono esami del sangue utili a tal fine: per questa ragione, con un termine utile, anche se improprio, si parla di “epidemia nascosta”. La maggior parte dei pazienti che soffrono di apnee notturne non sa di essere malata: il disturbo si presenta, chiaramente, durante il sonno. Sulla base di dati epidemiologici risalenti al 1993, si determina una prevalenza della patologia del 2% per le donne e del 4% per gli uomini. Studi recenti (Lancet Respir Med 2015 April: 3(4): 310-318) sono basati sull’esame polisonnografico in 2.121 soggetti. Essi fanno parte di una popolazione di persone apparentemente asintomatiche. Sono stati evidenziati dati allarmanti: con i nuovi criteri diagnostici, la prevalenza di Osas moderata è stata trovata nel 23-24% delle donne e nel 50% circaSindrome delle apnee del sonno: attenzione a chi russa degli uomini.

Sindrome delle apnee del sonno: intercettare il russamento

Il russamento, come appare chiaro, è una possibile spia della presenza di Osas: deve quindi essere “intercettato” al più presto. Sarà poi il paziente che, così allertato, potrà liberamente scegliere di approfondire l’indagine diagnostica e, in caso di conferma, accedere alle cure. La prevenzione, l’identificazione e la cura dell’Osas è di competenza di diverse figure professionali: parliamo del medico di medicina interna, dello pneumologo, del neurologo, e ancora: dell’otorinolaringoiatra, del logopedista e dell’odontoiatra. Al primo campanello di allarme, è comunque consigliabile rivolgersi subito al proprio medico di famiglia.

About Rita Tosi

Manager della comunicazione, che da circa 20 anni si occupa di di tecniche di relazioni e sviluppo strategico per aziende e privati che cercano visibilità. Dopo un necessario passaggio (e sosta) nelle principali agenzie di comunicazioni internazionali (Edelman, Gruppo Publicis e Hill&Knowlton) con ruoli apicali, continua a creare eventi e rafforzare il proprio know-how attraverso l'attività in proprio. Allena la sua capacità organizzativa, gestionale e di relazione anche in famiglia, con 1 marito, 3 figli, 1 cane, 4 tartarughe, 4 pesci rossi, 1 geco e un terrazzo.

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