Tallonite: la causa è quasi sempre l’errata postura
Si chiama anche talagia plantare ma è comunemente conosciuta come tallonite, un’infiammazione molto dolorosa che si fa sentire ogni volta che appoggiamo il piede a terra, ma anche quando cambiamo posizione. Un dolore acuto, simile alla trafittura di una lama.
La tallonite colpisce una parte specifica del retropiede inferiore, cioè l’area sotto il calcagno, tanto per capirci, la zona del tallone dove la cute tende a inspessirsi. L’infiammazione del tallone può interessare un solo piede o entrambi e predilige maggiormente i maschi adulti, specie dopo i 40 anni e in sovrappeso. Ma ne sono vittima anche le donne, soprattutto se abituate a indossare scarpe col tacco alto.
Le cause della tallonite
- L’origine della tallonite è quasi sempre da ricercare in una postura scorretta, spesso legata all’utilizzo di calzature inadatte. Sul banco degli imputati: tacchi alti ma anche scarpe per fare sport poco strutturate, che non proteggono dai microtraumi causati dall’impatto col suolo.
- Un’altra causa da valutare è la possibilità che la tallonite sia conseguenza di un’infiammazione (tendinopatia inserzionale) provocata dagli sport in cui vengono “stressate” le zone del tallone e del calcagno.
- La tallonite a volte è associata ad altre patologie più importanti come l’artrosi e i reumatismi, ma anche metaboliche, spiecialmente la gotta, o congenite.
- Infine occorre considerare il sovrappeso e soprattutto l’obesità come fattori di rischio.
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Ovviamente è fontamentale individuare l’origine del problema il prima possibile con una visita specialistica. Prima si interviene e meglio è.
Oltre alla visita posturale, le indagini strumentali che, generalmente, lo specialista richiede sono gli esami radiografici, l’ecografia e la risonanza magnetica.
Naturalmente è fondamentale riconoscere anche eventuali deformità a carico delle estremità, come il piede piatto o cavo, l’alluce valgo e così via.
La tallonite si cura così
Una volta stabilito se si tratta effettivamente di tallonite, si possono intrapprendere diverse strade terapeutiche, ma la cosa più immediata è sicuramente quella di stare a riposo per un paio di settimane in modo da permettere all’infiammazione di regredire spontaneamente.
Per accellerare la guarigione è utile posizionare sulla zona impacchi di ghiaccio mentre è opportuno evitare l’utilizzo di antinfiammatori o analgesici se non indicati dal medico che può anche consigliare l’uso di antinfiammatori da applicare sulla zona.
Quando questi accorgimenti non sono sufficienti è possibile intervenire con trattamenti mirati e più incisivi come la mesoterapia, le infiltrazioni di farmaci e sedute di fisioterapia.
Se il medico riscontra altre patologie a carico del piede potrà suggerire di correggerle con ortesi personalizzate con impronta, da inserite in calzature idonee.
La miglior cura è la prevenzione
Come si previene la tallonite?
Prima di tutto evitando i fattori di rischio: il sovrappeso e l’uso di scarpe inadatte.
In particolare, nella scelta delle calzature, bisogna considerare che la suola non sia troppo rigida né eccessivamente sottile (zeppe, ma anche ballerine e sandali piatti). La suola infatti deve sostenere il piede in tutti i suoi movimenti.
Per ridurre il riaschio di patologie infiammatorie è molto utile, prima dell’attività fisica, fare qualche esercizio di stretching che coinvolga il piede e la caviglia.
Scarpe che contengano e poco tacco
Se invece non si hanno particolari problemi ai piedi, è una buona regola scegliere scarpe comode, che abbraccino il piede senza però stringerlo. Qualche centimetro di tacco, massimo 4/5 possono aiutare anche la stabilità. Altro consiglio: scegliete con particolare cura le scarpe per praticare sport, perché è in questi momenti che il piede è maggiormente sollecitato.
Per chi vuole prendersi cura del proprio piede e prevenire la maggior parte delle patologie legate a una cattiva postura sono utili i plantari preformati che si adattano a tutte le scarpe e distribuiscono uniformemente il peso su tutta la pianta del piede, evitando così che ci siano zone più sollecitate di altre. Soprattutto riducono il rischio di recidiva dopo guarigione da fascite plantare, e potenzialmente abbassano il rischio di insorgenza di malformazioni o vizi di postura nei soggetti predisposti.