Tumore del rene: ecco la diagnosi che può arrivare per caso
Tumore del rene: la diagnosi può arrivare per caso.
“Democrito che ‘l mondo a caso pone”, scriveva Dante Alighieri parlando di questo filosofo in senso generale e in tutt’altro contesto (Divina Commedia, Inferno, IV, v. 136).
Se non tutti sono d’accordo nel dire che il mondo sia guidato soltanto dal caso, a volte ciò avviene di fatto.
Il 60%… dei casi di tumore del rene, in effetti, viene scoperto grazie a controlli eseguiti per altri motivi. Ogni anno in Italia quasi 6.840 persone scoprono in questo modo di essere colpite da tale neoplasia. Se si è fortunati, e la malattia è individuata in fase iniziale, le possibilità di guarigione superano il 50%. I principali fattori di rischio sono, come è noto, fumo, obesità e ipertensione, ma ancora troppi cittadini lo ignorano o vivono come se fossero all’oscuro di tutto.
Tumore del rene e fattori di rischio: la parola agli esperti
Secondo il dottor Giuseppe Procopio, membro del Direttivo nazionale dell’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom) e responsabile dell’Oncologia medica genitourinaria della Fondazione Irccs, Istituto nazionale dei tumori di Milano, e il dottor Camillo Porta dell’Oncologia medica della Fondazione Irccs Policlinico ‘San Matteo’ di Pavia, “Il fumo di sigaretta aumenta del 54% le probabilità di sviluppare la malattia fra gli uomini e del 22% fra le donne. Un ruolo particolare è attribuito al sovrappeso, a cui va ricondotto il 25% delle diagnosi. Un dato preoccupante se consideriamo che il 45% degli italiani over 18 è in eccesso di peso. È stato stimato un incremento del rischio pari al 24% negli uomini e al 34% nelle donne per ogni aumento di 5 punti dell’indice di massa corporea. Anche l’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio ed è associata a un incremento del 60% delle probabilità rispetto ai normotesi. Per questo è importante trasmettere ai cittadini i messaggi della prevenzione. Inoltre l’impiego sempre più diffuso della diagnostica per immagini consente di individuare la malattia in pazienti monitorati per altre cause. Sono le cosiddette diagnosi ‘casuali’, estremamente importanti perché spesso mostrano la malattia in fase iniziale”.
Uomini rasati con i baffi e tumore alla prostata
Uomini rasati con i baffi esortano altri uomini a sottoporsi a una visita urologica gratuita per…Tumore del rene: i nuovi casi registrati in Italia
Uomini rasati con i baffi e tumore alla prostata
11.400 nuovi casi sono stati registrati sulla nostra Penisola nel 2016; in tutto il mondo, ogni anno, se ne stimano circa 338.000, per un totale di 925 ogni giorno, uno ogni 90 secondi. Si prevede un aumento delle diagnosi entro il 2020 (+22%).
Così aumenta la possibilità di considerare scampato il pericolo legato alla neoplasia.
Ciò non toglie, tuttavia, che le cause di questa malattia restino tuttora in gran parte sconosciute.
Tumore del rene: efficacia della chemioterapia e della radioterapia
Così si sono espressi i professori Michele Gallucci, direttore dell’Urologia all’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma e Francesco Cognetti, presidente della Fondazione ‘Insieme contro il cancro’: “Nei tumori renali la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate, storicamente, poco efficaci. L’oncologo, insieme all’urologo e all’équipe multidisciplinare, decide qual è il trattamento migliore prendendo in considerazione diversi fattori. L’intervento chirurgico, conservativo quando possibile, è spesso la sola arma necessaria per raggiungere la guarigione. Un tempo la nefrectomia totale, cioè l’asportazione totale del rene, era un intervento indispensabile, oggi è programmato in casi particolari. Infatti è dimostrato che la chirurgia robotica mininvasiva permette di preservare la maggior quota di rene ‘sano’ senza differenze nelle possibilità di guarigione rispetto all’asportazione totale dell’organo”.
Tumore del rene: statistiche di sopravvivenza
Si sopravvive in caso di tumore del rene? Quando dopo la diagnosi si trascorrono cinque anni, si ha una buona probabilità di aver vinto la malattia.
La sopravvivenza a 5 anni in Italia è pari al 71% (70% uomini e 72% donne), statisticamente più elevata della media europea (60,6%) e del Nord Europa (55,8%).
Ma non tutti i casi sono rosei. Circa un quarto dei pazienti, anche se operati in maniera radicale, va incontro, purtroppo, a recidiva. Il dottor Porta ha aggiunto: “Per le persone con neoplasia in fase metastatica, i farmaci a bersaglio molecolare hanno permesso di allungare la sopravvivenza di oltre 2 anni. Tali terapie sono caratterizzate da un comune denominatore: svolgono un’azione ‘anti-angiogenica’, hanno cioè la capacità di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni. In particolare l’introduzione degli inibitori delle tirosin-chinasi, in seguito alla scoperta di una peculiarità del carcinoma a cellule renali metastatico cioè della sua particolare propensione a indurre vasi neoformati, ha profondamente cambiato le prospettive di cura”.
Tumore del rene: nuove molecole
Nuove molecole, con meccanismi d’azione diversi, sono state scoperte lo scorso anno.
L’immunoterapia e i nuovi inibitori tirosin-chinasici fra i quali il cabozantinib, sono stati collegati a miglioramenti clinicamente significativi in uno studio di fase 3 nei parametri di efficacia più importanti: sopravvivenza globale, progressione libera da malattia e tasso di risposta obiettiva.
Queste le parole del dottor Procopio: “Aiom e Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in Oncologia, ndr) realizzeranno una campagna di sensibilizzazione sul tumore del rene che spazierà dalla prevenzione all’assistenza ai pazienti e familiari, con una forte ricaduta sui social network. Tra le iniziative, un sondaggio rivolto ai cittadini per valutare il loro livello di conoscenza della patologia e uno indirizzato ai pazienti per fotografare il loro livello di qualità di vita, le aspettative e la fiducia nelle terapie. Per raggiungere la popolazione generale organizzeremo anche incontri nei centri anziani di dieci città, dove gli oncologi medici si recheranno per tenere lezioni di prevenzione e informazione”.
Italia, tumore del rene: cittadini vivi dopo la diagnosi
Sono più di 118.760 i cittadini italiani che oggi vivono dopo la diagnosi.
Marina Ripa di Meana, scrittrice e stilista, ha affermato, dialogando in merito alla propria esperienza: “Nel 2001 mi diagnosticarono un cancro del rene. Ho vissuto molti momenti duri, soprattutto a causa dei numerosi interventi chirurgici e delle terapie. Mi asportarono subito il rene malato. Nel 2009 fui sottoposta ad altre quattro operazioni, di cui tre ai polmoni, a distanza di un mese una dall’altra. Ma ho sempre pensato che ce l’avrei fatta, che questa sfida l’avrei vinta io. Oggi posso dire a gran voce che non si tratta più di un ‘male incurabile’, ma di una malattia curabile che nel tempo, come nel mio caso, può diventare cronica. Io ne sono la testimonianza vivente. In più sono fortunata perché sono sempre stata molto attenta al cibo, all’esercizio fisico e in generale a uno stile di vita sano”.