La Food and drug administration (Fda) ha approvato una nuova indicazione per il vaccino BioThrax: sarà possibile utilizzare quest’ultimo al fine di prevenire una sospetta o confermata malattia causata dall’esposizione al Bacillus anthracis, il batterio dell’antrace.
Antrace, ecco i sintomi
L’antrace, che non si diffonde da uomo a uomo, può essere assunta per via cutanea, ma anche, più raramente, polmonare e gastrointestinale. E’ difficile, ma non impossibile, contrarla attraverso il contatto con animali infetti o prodotti animali contaminati.
I sintomi dell’antrace sono simili a quelli dell’influenza: febbre, tosse, affaticamento. In tre o quattro giorni, però, il quadro cambia e si manifestano difficoltà respiratorie, stato di shock e perdita di conoscenza. L’infezione porta alla morte in circa sette/dieci giorni, se non viene curata. E’ letale nel 20% dei casi, percentuale che cresce nelle varianti più rare.
Il vaccino contro l’antrace
Il vaccino è stato omologato per le persone dai 18 ai 65 anni di età: si utilizza in combinazione con il trattamento antibiotico consigliato.
Era il lontano 1970 quando la Fda ha approvato per la prima volta BioThrax per la prevenzione della malattia provocata dall’antrace nelle persone ad alto rischio di esposizione.
La Food and drug administration ricorda che la patologia, soprattutto quando trasmessa per via inalatoria, come detto, è fatale se non prontamente trattata.
Non a caso se ne parla in questo periodo: il batterio può essere utilizzato per attacchi biologici, perché le sue spore sono molto stabili e facili a disperdersi.
Antrace, la parola all’esperta
Karen Midthun, direttore del Centro della Fda dedicato ai prodotti biologici, si è espressa in questo modo: “Con l’approvazione di oggi di BioThrax, abbiamo un vaccino che può essere utilizzato, insieme al un trattamento antibiotico, per prevenire la malattia dopo l’esposizione alle spore di antrace”.
Il vaccino è stato il primo ad essere approvato in base alla ‘regola degli animali‘: si acquisiscono dati di efficacia sugli animali e si utilizzano come base per l’autorizzazione. Ciò avviene nei casi nei quali non è fattibile, o non è etico, compiere esperimenti sugli esseri umani.