Uno studio è in corso: riguarda un nuovo dispositivo, per la gestione del diabete di tipo 1. Il sistema, attualmente in fase sperimentale, è quello tecnologicamente più avanzato e muove verso il pancreas artificiale. Si tratta dell’ultimo passo per la chiusura dell’ansa, con la quale sarebbe possibile l’infusione completamente automatica di insulina.
Medtronic, azienda leader nel settore dei dispositivi medici, con questo intento ha scelto negli Stati uniti il primo paziente in uno studio volto a determinare la sicurezza del nuovo dispositivo.
Pancreas artificiale, la nuova tecnologia
Il sistema è basato sulla tecnologia innovativa di MiniMed 640G, già disponibile in Italia da inizio del 2015. E’ costituito da un microinfusore e da un sensore che dialogano tra loro. Parliamo di un livello di automazione importante per la prevenzione dell’ipoglicemia, l’evento acuto più temuto dalle persone con diabete di tipo1. Il nuovo sistema ibrido permette il controllo automatico dei livelli di glucosio 24 ore al giorno: colui che utilizza lo strumento deve gestire l’insulina soltanto ai pasti.
Pancreas artificiale, la parola all’esperta
Francine Kaufman, m.d., chief medical officer e vice president, global medical, clinical & health affairs in Medtronic diabetes, si è espressa in questo modo: “Dopo anni di ricerche, finalmente i componenti chiave di un sistema ad ansa chiusa ci sono. Siamo entusiasti di collaborare con i principali sperimentatori a livello mondiale per portare avanti l’attività clinica necessaria per rilasciare questa tecnologia sul mercato, in modo che possa aiutare le persone con diabete a godere di una maggior libertà e di una miglior salute”.
Cancro al pancreas, a rischio regioni settentrionali
Secondo le statistiche, è più facile ammalarsi di cancro al pancreas se si vive nel Settentrione. Quest’anno i dati che riguardano il Nord d’Italia sono più alti del 21% tra gli uomini e del 24% tra le donne rispetto al Meridione. Al Centro, poi, le neoplasie sono inferiori del 15%. Lo afferma l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), in occasione della Seconda Giornata Mondiale sul Tumore del Pancreas.
Cancro al pancreas, incidono le abitudini alimentari?
E’ possibile che incidano le abitudini alimentari: la dieta mediterranea prevede un maggior consumo di frutta e verdura. Giordano Beretta, segretario nazionale dell’Aiom, ha dichiarato:
“Sotto accusa sono soprattutto gli stili di vita non adeguati. Il fumo provoca il 30 per cento dei casi nei maschi e il 10 per cento nelle femmine. Il grave eccesso di peso aumenta il rischio del 12 per cento, mentre i diabetici hanno il doppio delle probabilità di ammalarsi. Per aumentare l’informazione tra i cittadini, da due anni, la nostra società scientifica sta portando avanti il progetto di sensibilizzazione Pancrea, il primo condotto a livello nazionale interamente dedicato all’informazione sul carcinoma pancreatico. Siamo alla seconda edizione e quest’anno terremo incontri pubblici in cinque regioni per ribadire con forza che il cancro si puo’ prevenire e sconfiggere”.
I riflettori sul cancro al pancreas
Secondo Laura Del Campo, responsabile Affari generali della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo), “C’è bisogno di accendere i riflettori su questa forma di tumore. E i pazienti invece hanno bisogno di cure efficaci che possono arrivare solo incentivando maggiormente la ricerca medico-scientifica. Attualmente il carcinoma pancreatico riceve meno del 2% di tutti i finanziamenti per lo studio del cancro in Europa. La malattia rappresenta più del 16% di tutti i decessi oncologici del Vecchio continente, però, è stata oggetto solo del 3,4% delle interrogazioni al Parlamento di Strasburgo in materia di neoplasie. Per tutti questi motivi la nostra Federazione è mobilitata a promuovere e disseminare strumenti informativi mirati a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni. E non solo a livello nazionale. Da anni collaboriamo con l’European cancer patients organizations (Ecpc)”.