10 idee per salvare il Pianeta: il libro per vivere nel rispetto dell'ambiente

10 idee per salvare il Pianeta: il libro per vivere nel rispetto dell’ambiente

10 idee per salvare il Pianeta: il libro per vivere nel rispetto dell'ambienteÈ possibile muoversi in modo davvero eco-friendly rispettando l’ambiente? Quali accorgimenti dovremmo adottare per avere una casa e un ufficio a minimo impatto ambientale? Come si può mangiare in modo sano, gustoso e sostenibile? E ancora, come si può essere un genitore “green”, in grado di operare scelte alternative a pannolini monouso e omogeneizzati?

A queste domande rispondono Matteo Nardi e Letizia Palmisano nel loro libro “10 idee per salvare il pianeta prima che sparisca il cioccolato”.

Dieci capitoli per altrettanti aspetti della quotidianità sui quali i due autori si soffermano per offrire spunti di riflessione e suggerimenti pratici per migliorare il proprio stile di vita e renderlo sempre più a minimo impatto ambientale.

“Non c’è un secondo tempo, il momento per rimboccarsi le maniche è adesso.

Il mondo ha bisogno di ognuno di noi perché anche nel piccolo della nostra quotidianità possiamo davvero fare la differenza. Vivere in modo più green è facile e si può iniziare da semplici piccoli passi: a guadagnarci saremo noi e il pianeta”, dicono i due autori.

Inoltre, a rendere ancora più green il libro sarà l’impegno degli autori che metteranno a dimora alcuni alberi per compensare la CO2 emessa per la spedizione e la produzione dei libri, realizzati su carta proveniente da foreste gestite in modo responsabile.

Una casa a minimo impatto ambientale

“Secondo i dati diffusi dalla UE, gli edifici nel loro complesso incidono per il 40% del consumo energetico.

L’Eurozona, attraverso quanto stabilito dal Green Deal, si è data obiettivi ambiziosi nella lotta ai cambiamenti climatici puntando alla neutralità in termini delle emissioni di carbonio entro il 2050.

Per perseguire questo risultato, ognuno di noi può fare davvero tanto.

Come l’adozione a casa propria di pratiche virtuose che riducano l’energia necessaria e la scelta di fonti rinnovabili”, dice Letizia Palmisano.

Energia domestica: accendiamo le buone pratiche

Gran parte della nostra vita si svolge al chiuso: che sia a casa, a lavoro o nel tempo libero.

Proprio da qui bisogna partire per tagliare i consumi energetici che sono tra le principali fonti di emissioni climalteranti.

Infatti, il riscaldamento e il raffrescamento sono voci che hanno un serio impatto ambientale.

Come ridurlo? Miglioramento tecnologico e adozione di comportamenti green e consapevoli possono fare una grande differenza.

Infatti possiamo:

  • Effettuare una diagnosi energetica dell’immobile per valutare lo stato dell’isolamento termico e l’efficienza dell’impianto di riscaldamento e di climatizzazione per pianificare gli interventi di riqualificazione energetica. Che, oltre ad abbattere i costi per il riscaldamento, con un risparmio immediato, anche in termini ambientali, consentiranno di usufruire di incentivi ed ecobonus.
  • Per rinfrescare l’ambiente sfruttiamo le ore più fresche come quelle serali, notturne o mattutine per far circolare l’aria o avvaliamoci dei ventilatori, che hanno consumi decisamente più bassi dei climatizzatori. Abbassare o chiudere persiane, tende e tapparelle nelle ore più calde. Questo consentirà di aumentare la schermatura solare e di mantenere a lungo la temperatura interna.
  • Arredare la casa in maniera sostenibile e low cost con oggetti reinventati o di seconda mano.
  • Risparmiare l’acqua in casa: per esempio quando si utilizza la lavatrice o la lavastoviglie bisogna ricordarsi di azionarle solo a pieno carico e senza prelavaggio.
  • Nelle giornate d’inverno evitare di lasciare i termosifoni accesi tutto il giorno, solamente per una temperatura mite al rientro. L’installazione di una centralina di regolazione automatica della temperatura permetterà di tenere sott’occhio il termometro, di sfruttare strumenti come cronotermostati che consentono di effettuare una programmazione oraria, giornaliera e settimanale dell’attività dell’impianto, e in alcuni casi di attivarlo da remoto per massimizzare i benefici e minimizzare gli sprechi.
  • Prediligere la luce naturale e quando è necessario ricorrere a quella artificiale investire in forme di illuminazione a basso consumo.

Fonti rinnovabili

“Come ricorda la UE, un importante contributo alla lotta al cambiamento climatico avviene grazie alle fonti rinnovabili.

Alcune delle quali possono essere utilizzate anche per alimentare direttamente singoli edifici”, dice Letizia Palmisano

Sono esempi di energie verdi per la casa:

  • Solare termico: per l’acqua calda sanitaria, cioè quella utilizzata per lavarsi e per alimentare i termosifoni.
  • Solare fotovoltaico: per generare energia elettrica dal sole.
  • Microeolico: per produrre energia elettrica grazie al vento.
  • Geotermia: grazie alla quale si genera calore dal sottosuolo.

Mangiare sano fa bene a te e al pianeta

“Quella agroalimentare è tra le attività portanti dell’economia mondiale, da cui dipende la sopravvivenza di miliardi di esseri umani.

Di conseguenza è anche una delle catene di produzione più energivore e purtroppo più ricche di sprechi e contraddizioni”, dice Matteo Nardi.

Quando si tratta di cibo, le scelte dei consumatori possono davvero fare la differenza.

Se è vero che la filiera agroalimentare ha sprechi e consumi eccessivi in ogni singolo anello della catena, è altrettanto vero che ci sono tanti piccoli, grandi accorgimenti che possiamo adottare per ridurre la nostra personale impronta ecologica.

Infatti, una dieta sana e sostenibile è il primo passo per contrastare la crisi climatica.

Per cambiare rotta è fondamentale rimettere al centro dell’alimentazione la scelta critica, rinunciando alla rapidità e alla comodità.

La comodità e la fretta ci fanno perdere di vista l’importanza della spesa come momento straordinariamente connesso con la nostra salute e l’ambiente.

“Cambiare rotta è un percorso che va iniziato a piccoli ma efficaci passi.

Provate a prendervi il tempo per andare a un mercato agricolo, scegliete prodotti locali con una filiera più corta possibile, trovate produttori che coltivino la terra nei parchi, optate per alimenti con poco packaging o del tutto sfusi, selezionate sempre ingredienti stagionali”, spiega Nardi.

Sostenibilità a misura di bambino

Travolti dall’emotività del momento o sotto la guida del venditore di turno, siamo spinti a comprare oggetti convinti che siano essenziali per la sicurezza o addirittura per la sopravvivenza del nascituro.

Spesso molti oggetti finiscono così per essere accumulati, senza sapere nemmeno se saranno utili.

Tutto questo ha un impatto sul portafoglio, sull’ambiente e anche sullo spazio in casa.

Ma anche per gli oggetti realmente indispensabili, si possono scegliere tra più alternative, soprattutto eco-friendly”, dice Letizia Palmisano.

Infatti, sono talmente tanti gli oggetti che si usano poco o nulla nel periodo che intercorre dall’infanzia alla fanciullezza che buttarli sarebbe un peccato e si creerebbe una montagna di rifiuti.

Per questo sempre più persone barattano, regalano, vendono e comprano beni di seconda mano: dall’arredo al guardaroba, oggi è possibile avere tutto gratis o low cost.

Un’altra alternativa potrebbe essere quella di puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità. O di favorire giochi realizzati con materie prime naturali come legno, stoffe e cartone.

Inoltre, una delle azioni più ricorrenti nei primi anni di vita di un bambino è quella del sostituire un pannolino: è un gesto che si ripete cinque o sei volte al giorno, solitamente fino ai tre anni.

“Per evitare sprechi, sia di rifiuti che di soldi, una buona soluzione potrebbe essere quella di sostituirli con i modelli lavabili: fortemente assorbenti e lavabili in lavatrice, disponibili in diversi formati e tessuti”, spiega Letizia Palmisano.

Al servizio dei mezzi o dei mezzi al proprio servizio?

“Nel mondo circolano in questo momento circa un miliardo e mezzo di autoveicoli: un’immensa flotta di lamiere, responsabile, insieme ai sistemi di riscaldamento, dell’80% delle emissioni di gas serra che sono attualmente concentrate all’interno delle metropoli.

Il primo passo per rivoluzionare le nostre città è capire che bisogna cambiare il nostro stile di vita.

Il modo in cui scegliamo di muoverci ogni giorno, dalla tratta più lunga alla più breve, può fare la differenza e innescare, passo dopo passo, pedalata dopo pedalata, un cambiamento radicale nella società”, dice Matteo Nardi.

Alcune soluzioni a questo problema possono essere:

  • Il car sharing: il mercato della mobilità offre ogni giorno nuove piattaforme che permettono di non acquistare più un’auto e di muoversi grazie a servizi attivabili una tantum basati su infrastrutture condivise.
  • Il car pooling cioè la condivisione dell’auto con amici e colleghi.
  • Scegliere l’auto giusta per il mezzo di proprietà: è fondamentale trovare tecnologie che lo rendano davvero sostenibile. Quando si sceglie un’auto da acquistare è opportuno fare valutazioni economiche ma considerare anche le caratteristiche in termini ambientali.
  • Trasporto pubblico: a cambiare il volto delle città saranno da una parte i cittadini che scelgono di muoversi in autobus, tram e metro, dall’altra un sistema efficiente di trasporto pubblico, soprattutto quello su ferro (metropolitane e tram), capace di trasportare flussi enormi di persone con rapidità ed efficacia.
  • Più biciclette: andare in bicicletta fa bene al cuore, alla linea, alla mente, alle tasche e all’ambiente senza utilizzare una sola goccia di combustibile.

Ambiente: le tecnologie digitali

“Le tecnologie digitali sono responsabili del 4% delle emissioni di gas serra e la richiesta di energia aumenta ogni anno del 9%.

Percentuali che saranno destinate a crescere nei prossimi anni anche come conseguenza del processo di digitalizzazione.

Per questo, gli obiettivi dell’”informatica verde” sono:

  • La riduzione dei consumi in tutto il ciclo dei prodotti.
  • La promozione di una maggiore riciclabilità dei prodotti stessi che contengono elementi e minerali particolarmente rari.

Per salvare il pianeta è quindi importante usare i dispositivi più a lungo possibile, scegliendo nel caso quelli rigenerati e soprattutto informarsi sulla filiera di produzione.

Inoltre, in ogni parte del globo i grandi colossi dell’informatica sono alla continua ricerca di grandi edifici in cui poter collocare i propri immensi data center. Necessitando di nuovo spazio in cui archiviare i dati da mettere a disposizione degli utenti.

Il famoso cloud su cui vengono salvati i nostri dati e i nostri ricordi, è troppo spesso scambiato per un luogo etereo alimentato da sogni e speranze.

Ma la verità è un’altra: quando i nostri dati vengono archiviati online, stiamo solamente facendo lavorare un altro computer in un’altra parte del mondo, con l’aggravante della distanza.

Lo stesso vale per ogni e-mail inviata, ogni like, ogni ricerca effettuata su Google, ogni video guardato in streaming.

La soluzione? Disporre di servizi in grado di avere un impatto sull’ambiente più vicino possibile allo zero.

Giganti come Apple e Google hanno fatto passi grandiosi in questo senso e promettono di essere carbon free entro il 2030.

Nel frattempo, chi ha un sito web potrebbe pensare di ospitarlo su un provider che garantisce di essere alimentato al 100% da energia rinnovabile.

Oppure, possiamo affidarci a tanti piccoli o grandi servizi già attivi capaci di neutralizzare la CO2 emessa da siti web o server”, spiega Matteo Nardi.

Come rendere green l’ufficio

L’ecosostenibilità non si deve fermare sull’uscio di casa, va portata ovunque, anche al lavoro.

“Secondo i dati diffusi dall’ENEA:

  • Il 30% dei consumi energetici negli uffici sono ricollegabili all’uso di luce artificiale.
  • Il 25% al riscaldamento.
  • 16% alle apparecchiature, come computer, stampanti, fax, fotocopiatrici e scanner.
  • 9% alla climatizzazione estiva.
  • 9% per il riscaldamento dell’acqua sanitaria.

Questi consumi possono essere ridotti notevolmente, anche più del 50%, progettando degli interventi di riqualificazione energetica  dell’edificio e degli impianti di climatizzazione e illuminazione.

E informando gli utenti finali sulle possibilità di risparmio derivanti da un uso più attento di apparecchiature e impianti”, dice Letizia Palmisano

Risparmio energetico

È importante organizzare la disposizione degli arredi presenti nei nostri uffici in modo che le scrivanie siano esposte, nel modo più efficiente, all’illuminazione solare.

In relazione alla luce artificiale, invece, si deve ricorrere a lampadine a risparmio energetico.

Anche in questo caso, vanno utilizzate solo se è necessario ed è importante ricordarsi di spegnerle quando andiamo via o, comunque, non occupiamo più la stanza.

Inoltre, è importante evitare di lasciare in stand-by pc, stampanti, macchine fotocopiatrici e altre attrezzature elettroniche.

Evitare lo spreco della carta

In un mondo dominato dai computer, nel quale è possibile inviare o archiviare centinaia di documenti con un clic o spostare milioni di euro con uno smartphone, è incredibile l’uso che quotidianamente facciamo della carta.

Come fare a evitare questi sprechi?

“Innanzitutto la regola è quella di non stampare e fotocopiare i documenti salvo che non sia strettamente necessario.

È poi importante scegliere di utilizzare fogli realizzati con carta riciclata: la qualità di stampa non ne risentirà.

Inoltre, ricordiamoci di impostare la funzione fronte-retro per ridurre il consumo di carta e utilizzare i fogli di risulta per prendere appunti.

E di impostare i margini un po’ più stretti così da ridurre il numero di fogli necessari”, spiega Letizia Palmisano.

Forniture e cancelleria

Si fa un grande uso di forniture consumabili in ufficio: raccoglitori, penne, evidenziatori.

Anche in questo caso è possibile adottare delle soluzioni eco-friendly nel pieno rispetto dell’ambiente.

“Per cartelle e raccoglitori optate per gli esemplari realizzati con cartone riciclato o corredato da certificato che assicuri la sua realizzazione con legno da foreste gestite in maniera responsabile.

Lo stesso discorso vale per salviette e carta igienica nei bagni.

Dalle penne al nastro adesivo, dalle forbici alla calcolatrice sono tante le soluzioni realizzate con plastica riciclata”, dice Palmisano

Internet: virtuale non vuol dire a impatto zero

“Internet è spesso elemento essenziale del nostro quotidiano eppure non ci chiediamo che impatto abbia sull’ambiente.

Il fatto che un servizio sia “virtuale”, cioè non sia visibile, non vuol dire che funzioni per magia.

Richiede in ogni caso una infrastruttura fisica che a propria volta si alimenta di energia che, a livello mondiale, viene prodotta ancora in buona parte da fonti fossili.

Da tutto questo discende una grande quantità di emissioni di CO2e gas climalteranti.

Prenderne consapevolezza è importante per poter adottare comportamenti virtuosi.

Infatti, la posta elettronica è da usare solo quando serve davvero.

Inoltre si può scegliere di condividere la versione più leggera di un allegato o mandare il link dello stesso se già presente online.

Meglio togliere le immagini dalle firme digitali e mettere in copia solo persone a cui realmente può interessare la comunicazione.

È consigliato cancellarsi dalle news letter che riteniamo inutili e fare pulizia delle e-mail vecchie.

Se infatti non le scarichiamo sul computer ma le lasciamo sul server di posta elettronica, questi andranno alimentati per conservarle continuando a consumare più energia.

Fare pulizia nei cloud ogni tanto consentirà non solo di avere tutto il materiale più ordinato, ma anche di alleggerire l’impatto ambientale dei server che ne rendono possibile la fruizione.

Per tutto quello che va ancora conservato ma che può essere offline, ricordiamoci degli hard disk esterni ancora perfettamente utilizzabili”, dice Letizia Palmisano.

Raccolta differenziata, poca plastica e tanto verde

“Da non dimenticare la raccolta differenziata all’interno del vostro ufficio eliminando il tradizionale cestino unico e sostituendolo con una più razionale ed efficiente pattumiera per la raccolta differenziata.

Per quanto riguarda le bevande, evitate di fare acquisti di bottiglie: portate con voi una pratica borraccia e riempitela con l’acqua del rubinetto.

Se avete voglia di una bibita calda, potreste utilizzare dei pratici bollitori elettrici per avere, quando ne sentirete il bisogno, tè e infusi.

Trasformate poi la stanza in una piccola oasi verde.

Basterà introdurre qualche pianta e non solo renderete più confortevole l’ambiente di lavoro, ma potreste migliorare la qualità dell’aria interna riducendo le concentrazioni di formaldeide, VOC e cattivi odori”, spiega Letizia Palmisano.

Ambiente: i regali ecosostenibili

Condividere con gli altri i giorni di festa è una gioia, sia che si tratti di un compleanno, un battesimo o un matrimonio.

Anche questi eventi possono diventare un’ottima occasione per rispettare l’ambiente, soprattutto quando si parla di regali.

  • Bomboniere: la bomboniera viene donata per custodire la memoria di un bel momento, ma rischia di trasformarsi in una cianfrusaglia che finisce per raccogliere polvere su qualche mensola o in un cassetto. Per evitare di creare rifiuti inutili e poco sostenibili potrebbe essere un’idea quella di scegliere sapori del territorio come un vasetto di miele o di marmellata biologica, utile e sempre apprezzato.
  • Regali per bambini e adulti: per i più piccoli si potrebbe iniziare a far caso ai materiali, prediligendo doni realizzati con materie prime naturali. Ce ne sono molti e adatti a ogni età. Per i più grandi, un’idea potrebbe essere la cosmesi, quella ecobio, sempre molto gradita, per i momenti di relax, in armonia con il corpo, la mente e il pianeta.
  • Carta da regalo: quando si fa un dono è difficile rinunciare all’effetto sorpresa. Per ottenere la giusta atmosfera di suspense non è però obbligatorio creare rifiuti. “Il suggerimento è di evitare di utilizzare la tradizionale carta da regalo che verrà strappata via per finire nella spazzatura. Potrete fare pacchetti con materiali di recupero, come fogli di giornali colorati, o riutilizzare carte che avrete sapientemente messo da parte dopo aver ricevuto un omaggio, o con stoffe eveline tenute insieme non da scotch, ma da nastri. Scatole e buste di carta da non sigillare, per permetterne il riutilizzo, potrebbero essere una buona alternativa. Non mancano poi le soluzioni creative e utili come utilizzare una borsetta, magari di tela, o un canovaccio come contenitore del regalo: due doni in uno e zero rifiuti”, dice Letizia Palmisano.

Ambiente: il volontariato

“Per cambiare se stessi e quindi il mondo, da qualche parte si deve pur partire e, per quanto siano belle e importanti le iniziative personali, le rivoluzioni non si fanno da soli.

All’ambiente non basta il lavoro di un lupo solitario.

Per questo è importante lavorare al fianco di chi può, giorno dopo giorno, attività dopo attività, aiutarvi ad ampliare le conoscenze e a incanalare energie e voglia di fare.

Mi riferisco alle tante associazioni ambientaliste che operano ogni giorno sul nostro territorio e che hanno sempre bisogno di nuove forze, idee ed energie per portare avanti le proprie campagne.

Se vuoi dare il tuo contributo, non delegare agli altri quello che potresti fare tu.

Esci dalla tua zona di comfort e trova del tempo per donare o aiutare in prima persona gli altri e l’ambiente”, conclude Matteo Nardi.

Gli autori

Matteo Nardi

Giornalista, appassionato di biciclette, alberi e montagne.

Classe 1987, si è formato prima guardando Capitan Planet e poi come attivista in diverse associazioni ambientaliste, approdando infine in Legambiente Lazio dove ha ricoperto la carica di direttore per quattro anni.

Attualmente è responsabile del dipartimento green dell’agenzia di comunicazione Press Play.

Letizia Palmisano

Giornalista ambientale 2.0 ed ecoblogger.

Fa parte del comitato promotore del Green Drop Award alla Mostra del Cinema di Venezia.

Vincitrice ai Macchianera internet awards 2018 del premio speciale come influencer dell’economia circolare.

Per l’azione “Digital Clean Up: rendi sostenibile il tuo smartworking” ha ricevuto il premio SERR 2020.

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