Speranza in una nuova cura per piante e animali: no a pesticidi e farmaci

Speranza in una nuova cura per piante e animali: no a pesticidi e farmaci

Vorreste che la cura e la salute dei vostri animali domestici non dipendessero solo ed esclusivamente dall’uso  di farmaci? E quanto vi piacerebbe essere certi  di mangiare frutta e verdura prive di pesticidi?

Non si tratta di un videogioco, né tantomeno della trama di un film di fantascienza: stiamo parlando della tecnica di biorisonanza, un sistema di diagnosi e terapia basata sull’utilizzo di particolari frequenze elettromagnetiche.

Questo sistema permette, attraverso attrezzature specifiche, di individuare gli scompensi elettromagnetici dell’organismo e di riportarli in equilibrio.

Onde buone e onde cattive

Solitamente parlare di onde elettromagnetiche può far storcere il naso. Chiunque avrà sentito che l’esposizione prolungata a onde emesse da telefoni, antenne, dispositivi tecnologici, possa essere nociva.

Quello che non si sa, tuttavia, è che non tutte le onde sono dannose per l’organismo, specialmente se rese sostenibili, ovvero portate a una frequenza non dannosa per la salute.

Per comprendere ciò di cui stiamo parlando è opportuno fare una premessa. Qualsiasi sostanza presente sul nostro pianeta è composta da materia fisica che “vibra“.

Infatti, in tutti gli organismi, moltissime funzioni vitali dipendono dagli stimoli elettromagnetici che il corpo stesso produce, e sono alla base di queste vibrazioni.

Basti pensare agli scambi tra le sinapsi nel cervello che ci consentono di pensare, oppure ai segnali che permettono la contrazione di un muscolo. Dal battito cardiaco all’espansione polmonare, quasi ogni azione è gestita da questi stimoli elettromagnetici.

Ma può capitare che alcuni di questi segnali vadano in tilt“. Ed è qui che la biorisonanza può tornare utile. Come? Ripristinando il corretto equilibrio vibrazionale dell’organismo stesso, cioè riportando questi impulsi alla giusta frequenza affinchè il corpo sia sano e tutto funzioni correttamente.

La terapia di biorisonanza per la cura di piante e animali

Il termine biorisonanza deriva dal greco “bios” (ovvero vita) e dal latino “resonare” (ovvero risuonare).

L’immagine che si crea, partendo dall’etimologia del termine, permette di avere un’idea migliore del processo.

Pensate al vostro corpo come a un’orchestra composta da musicisti esperti, ognuno che suona strumenti diversi con maestria; se ognuno suonasse ciò che vuole, o non partecipasse al concerto, l’armonia d’insieme ne risentirebbe. La biorisonanza si pone quindi come il direttore d’orchestra che, sapientemente, ripristina l’equilibrio della sinfonia.

Se spostate l’esempio sui vostri amici a quattro zampe, o sulle piante del vostro orto, il gioco è fatto.

Ma come capire se le onde elettromagneti prodotte dal nostro corpo sono “in equilibrio”?

Applicando degli elettrodi all’organismo si possono distinguere le oscillazioni armoniche da quelle disarmoniche. L’apparecchio per la biorisonanza, collegato agli elettrodi, esamina queste informazioni e ritrasmette all’organismo le frequenze elettromagnetiche in forma corretta.

Si viene così a creare una sorta di circuito chiuso tra la macchina e l’organismo sul quale si applica la terapia, e vengono così riequilibrati gli scompensi energetici che hanno generato il problema.

Essendo l’acqua il vettore principale di queste “vibrazioni” elettromagnetiche, ed essendo animali e piante organismi composti prevalentemente d’acqua, su di loro è possibile utilizzare questo metodo di cura con efficacia.

Piante sane e rigogliose senza pesticidi

Speranza in una nuova cura per piante e animali: no a pesticidi e farmaci
Stefano Spagnulo, Biologo e Nutrizionista

La biorisonanza sta attirando l’attenzione della comunità scientifica.

“La sperimentazione è già in atto, e i risultati sono più che promettenti“, afferma il Dr. Stefano Spagnulo, Biologo Nutrizionista.

In ambito fitopatologico, campo di studi che si occupa delle malattie delle piante, sono stati condotti alcuni esperimenti riguardanti il verderame, un fungicida a base di rame.

Utilizzando l’acqua come conduttore e somministrando la frequenza elettromagnetica del rame, e non l’elemento chimico stesso, le piante crescono comunque rigogliose e sane, senza patogeni, perché riescono a difendersi dalle aggressione di agenti dannosi esterni.

Una scoperta interessante e che permette di eliminare l’uso del rame che, seppur usato in agricoltura biologica, se somministrato in quantità inadeguate, può risultare nocivo.

In ambito agricolo, sono molti i metodi utilizzati nella lotta ai patogeni:

  • lotta biologica, che prevede l’uso di agenti naturali per contrastare l’avversità. Si definisce tale quando si utilizzano organismi come le coccinelle, “nemico naturale” degli afidi.
  • lotta chimica, attraverso la somministrazione di un prodotto chimico per eliminare il patogeno.
  • lotta meccanica, quando si rimuove il problema mediante l’azione diretta. Per esempio tagliando dei rami o delle foglie intaccate dal patogeno.
  • lotta fisica, che utilizza, per esempio, fonti come il calore.
  • lotta biotecnologica, che si distingue in vecchia e nuova generazione. La prima prevede gli incroci di piante per aumentarne la resistenza ai patogeni. La seconda, invece, si basa sulla manipolazione genetica in laboratorio dell’organismo.

La biorisonanza si sta affiancando a questi metodi convenzionali con risultati promettenti” afferma Spagnulo.

Ogni organismo vivente, comprese le piante, tende a ricercare un equilibrio interno contrastando autonomamente gli agenti dannosi esterni. In semplici parole, potremmo dire che gli organismi viventi possiedono un naturale sistema di autocura. Questo principio prende il nome di omeostasi. Gli esperti hanno constatato che, dopo esser state sottoposte ad una cura basata sulla biorisonanza, le piante risultano più forti. Questo trattamnento infatti migliora la loro omeostasi, e quindi saranno intrinsecamente più resistenti agli attacchi esterni.

Non solo la biorisonanza potrebbe affiancarsi a metodi di lotta convenzionali, ma potrà forse agire sul problema a monte, cioè agendo direttamente sulla resistenza dell’organismo.

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Anche alcuni veterinari e professionisti della salute animale hanno scoperto i benefici della biorisonanza.

Gli animali, solitamente, rispondono alla terapia molto meglio e più velocemente delle persone.

Inoltre, durante le sessioni di terapia, gli animali tendono a rimanere tranquilli con gli elettrodi applicati. Quando la terapia finisce o non è più adatta, iniziano ad alzarsi e a manifestare irrequietezza.

Del resto, tutti noi sappiamo che gli animalisentonoistintivamente ciò che fa loro bene.

La terapia di biorisonanza non è un placebo poichè i risultati positivi del trattamento sugli animali sono documentati per allergie, malattie infettive, paralisi e molte altre malattie specifiche.

Cane con linfoma

Tra i vari casi clinici trattati tramite biorisonanza, vale la pena raccontare la storia di Leo, un bellissimo esemplare di labrador.

Il cane presentava un linfoma ma, con i classici approcci di chemioterapia e somministrazione di cortisone, dimostrava alcuni fenomeni avversi alla terapia.

Non solo, in seguito alla terapia cortisonica, l’animale ha iniziato a manifestare i sintomi di un’allergia al farmaco.

Per questo si è deciso di somministrare frequenze specifiche di biorisonanza.

Attraverso una corretta alimentazione, fondata sulle teorie dell’energia vibrazionale degli alimenti, si è riusciti a ottenere ottimi risultati.

Ma non è tutto. Il cortisone si è somministrato lo stesso: sotto forma di onde e frequenze elettromagnetiche. In questo modo il farmaco, non somministrato direttamente, non ha sollecitato reazioni allergiche.

Il trattamento ha dato i suoi frutti ed è un esempio lampante di come la biorisonanza possa rivelarsi uno strumento utile laddove determinati farmaci non possono essere somministrati.

Cavallo allergico alla paglia

Una Trakehner di 17 anni era sempre stata di “palato difficile”. Mangiava con difficoltà e aveva un aspetto magro e malandato.

Inoltre, reagiva a qualsiasi stimolo di stress rifiutando il cibo, manifestando sudorazione e tremolio.

Sono stati condotti dei test sull’animale che hanno portato a una conclusione: allergia alla paglia.

Il trattamento di biorisonanza non ha tardato a dare i suoi frutti. Dopo un primo ciclo di terapia l’animale ha iniziato a non sudare e tremare. Inoltre, sostituendo la paglia con della segatura, anche a mangiare con appetito.

A distanza di 6 mesi presentava ottime condizioni generali di salute e, come se non bastasse, ha ripreso a mangiare la paglia, senza presentare alcun tipo di reazione allergica.

Per quale motivo la biorisonanza non è ancora così diffusa

Sono molti i motivi per cui la biorisonanza non è ancora un metodo di terapia di utilizzo diffuso.

Spagnulo delinea quelli che secondo lui sono i principali:

  • Costi elevati della tecnologia, in termini di ricerca, sperimentazione, dispositivi per la terapia.
  • Complessità della terapia, perchè “non equivale a somministrare un farmaco”, commenta Spagnulo, ed è quindi complesso sia monitorare gli effetti della terapia, sia eseguirla correttamente.
  •  Alto livello di preparazione, lo studio della medicina quantistica non è ancora diffuso in Italia. Altri paesi, come Russia e Germania, hanno già investito molto in questo ambito e stanno formando nuovi esperti nel settore. Anche in Italia, “se si scoprissero le vere potenzialità della biorisonanza, coadiuvata da altri metodi di terapia tradizionali, si investirebbe molto di più nella ricerca”, afferma Spagnulo.

La terapia di biorisonanza si sta rivelando molto promettente nel trattamento di animali e piante. Ma una risposta più concreta arriverà in futuro.

Per ora si parla di “risultati promettenti“, commenta Spagnulo, tuttavia “affinchè questo tipo di terapia possa affiancare altri tipi di cura più tradizionali, serve del tempo“.

Inoltre, “per interventi su piante e animali, sarà sempre necessaria la supervisione di un agronomo (per le piante), e di un medico veterinario (per gli animali)”, precisa Spagnulo.

Lo studio della biorisonanza dovrà passare dalle osservazioni che permetteranno di formulare ipotesi, che a loro volta porteranno ad esperimenti, i quali saranno superati solo se diventeranno riproducibili. Questo è il modus operandi scientifico, ed è l’unico che può portare alla formulazione di una teoria.

E se fosse pericolosa?

Al momento non si registrano casi di rischi o problemi legati ai trattamenti di biorisonanza.

Animali e piante non hanno presentato fenomeni di tossicità se sottoposti al trattamento“, conclude Spagnulo..

Le onde elettromagnetiche che vengono somministrate durante la terapia, è corretto precisare, sono infatti rese sostenibili per l’organismo.

 

 

Foto di David Alberto Carmona Coto: https://www.pexels.com/it-it/foto/messa-a-fuoco-selettiva-foto-di-piantina-di-pianta-verde-sul-tronco-d-albero-1151418/

About Umberto Urbano Ferrero

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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