Dolcificanti naturali: preferibili allo zucchero, ma è la dose che fa il veleno
Dolcificanti naturali: sono migliori rispetto allo zucchero? Fino a qualche anno fa in pochi avevano sentito parlare di prodotti come lo sciroppo d’agave, lo zucchero di fiori di cocco, lo sciroppo di Yacon e molti altri dolcificanti naturali. Si discuteva già a proposito di stevia, mentre una minoranza utilizzava invece la melassa di canna da zucchero o il miele. Ma l’industria si affidava principalmente a dolcificanti artificiali e di sintesi.
E poi c’era lo zucchero. Parliamo della sostanza cristallina che tutte le famiglie hanno in casa, capace di tirar su di morale, di dare energia e, soprattutto, di rendere speciale e appetibile ogni piatto. Oggi sappiamo anche il perché di tutto questo: lo zucchero porta il cervello a rilasciare serotonina (nota anche come “ormone del buonumore”), ci dà piacere e con il suo sapore appaga la nostra naturale ricerca del dolce.
Lo zucchero fa male?
La domanda che tutti si pongono è: lo zucchero fa male? Sì, se si consuma in eccesso. La quota da assumere non dovrebbe superare il 20% di tutti i carboidrati assunti attraverso la dieta (circa 200 Kcal, per essere di manica larga). Capiamo che lo zucchero è presente in quantità eccessiva nella dieta di ognuno di noi.
Teniamo presente, tuttavia, che si sta parlando di zuccheri aggiunti e non di quelli presenti in frutta e verdura. Sì, anch’esse ne contengono in buona quantità, ma la modalità di assorbimento da parte del nostro organismo è molto diversa. Frutta e verdura contengono molta acqua e fibre, oltre a innumerevoli microelementi e fitonutrienti (appunto le sostanze chimiche naturali contenute negli alimenti di origine vegetale), preziosi per la nostra salute.
Fine settimana a Città di Castello con Econatura, Salone del Turismo Rurale
I padiglioni della Fiera di Città di Castello ospiteranno nel fine settimana incombentre l’edizione 2016 di…Parliamo di saccarosio
Fine settimana a Città di Castello con Econatura, Salone del Turismo Rurale
Il saccarosio, per esempio, rappresenta la fetta maggiore se prendiamo in considerazione la quota calorica di una carota. E’ tuttavia semplice, come appare chiaro, aggiungere un cucchiaino di zucchero nel caffè. Spesso non ce ne accorgiamo nemmeno, eppure per il nostro organismo esso ha lo stesso identico introito zuccherino e calorico di una carota.
Quindi il problema è la raffinazione: non per colpa del processo, (anche se discutibile), ma per via del fatto che essa ci porta a ottenere un prodotto concentrato, che andrebbe quindi usato con molta moderazione.
E invece troviamo saccarosio in abbondanza, in tutti i prodotti confezionati e preparati, per non parlare delle ricette casalinghe, che lo vogliono addizionato a torte, biscotti e marmellate come fosse acqua fresca. In questi casi, no, la cucina casalinga non è più salutare.
Dolcificanti naturali: anch’essi sono concentrati
Ma se il problema è la concentrazione, come se la passano i dolcificanti naturali? Non molto meglio, a dire il vero.
Per quanto si tratti spesso di prodotti estratti con metodi che ne preservano le proprietà benefiche, la quantità di zuccheri presenti non è differente dal comune saccarosio, che tutti teniamo in dispensa. Il nostro corpo non fa molta distinzione tra le varie tipologie, in quanto ciò che entra poi nel flusso ematico è sempre la medesima sostanza, che con alcune differenze è presente nel nostro sangue.
Dolcificanti naturali: il fruttosio
Per esempio, prendiamo in considerazione il fruttosio: si tratta di un argomento molto dibattuto. Esso è del tutto naturale, abbondante appunto nella frutta e nello sciroppo d’agave, con un grado di dolcezza nettamente superiore al glucosio e anche al comune saccarosio. E’ in grado, oltretutto, di alzare molto meno la glicemia. Perché? Semplicemente, perché il corpo lo spedisce dritto al fegato, dove viene processato e metabolizzato: esso non entra direttamente nel circolo sanguigno. Un suo eccesso, però, si trasforma automaticamente in trigliceridi. Non stimolando la produzione di leptina, non è in grado di saziarci.
Non fa differenza, quale sia la composizione, in quanto nessun alimento è dannoso di per sé; è la dose che fa il veleno.
Inoltre, scegliere un dolcificante naturale non ci disabitua al gusto del dolce, non ci porta a cambiare le nostre abitudini e non ci fa avere una dieta più sana e bilanciata.
Dovremmo invece ricominciare ad apprezzare il gusto autentico di ciò che mangiamo, senza dover sempre ricorrere alla dolce scorciatoia di rendere tutto più appetibile. Solo in questo modo, con il tempo, la nostra percezione cambierà. Impareremo ad apprezzare i cibi così come sono, insieme ai loro sapori, che sono gli unici a poter essere definiti davvero naturali. A quel punto, nulla ci sarà mai sembrato buono quanto una semplice mela.