Yeast free: sono molti gli abitanti del Bel Paese che apprezzano i prodotti senza lievito. Perché? Sono percepiti come più buoni (33,7%), leggeri (27,6%) e salutari (24%). E’ emerso da una recente indagine: l’87,2% degli italiani è disposto a comprare prodotti “yeast free” nonostante non abbia intolleranze o allergie riconducibili ai lieviti. Ma che cosa dicono gli esperti di nutrizione? Evitare il consumo eccessivo di prodotti lievitati può aiutare nel prevenire fastidiosi disturbi per la salute, come sindrome dell’intestino irritabile e disbiosi, astenia, diarrea, meteorismo e mal di testa.
Yeast free: perché togliere il lievito
Ecco alcuni dei sintomi che, secondo gli esperti del settore alimentare, possono segnalare un eccesso di lieviti nella propria dieta: gonfiore, problemi intestinali, senso di pesantezza e aumento dell’appetito. Qual è l’impatto di un regime alimentare in grado di ridurne la quantità? Non soltanto è di aiuto a chi soffre di determinate intolleranze o allergie, ma può fornire numerosi benefici in termini di salute per tutti.
Yeast free: simpatie degli italiani
Ben 9 italiani su 10 (87,2%), come detto, hanno rivelato che sono disposti ad acquistare questo genere di prodotto pur non soffrendo di alcuna patologia. Quali sono le motivazioni che spingono i consumatori? Secondo il 33,7% i prodotti senza lievito sono più buoni o comunque di maggiore qualità, per il 27,6% sono più leggeri o provocano comunque meno gonfiore, per il 24% sono indiscutibilmente più salutari, il 7,3% li compra per curiosità, mentre per un altro 7,3% sono più digeribili. L’indagine è stata condotta da Vitavigor su circa 1300 italiani tra i 18 e i 66 anni. Lo scopo era comprendere le ragioni di questo fenomeno sempre più esteso.
Yeast free: alleviare i disturbi della digestione
Secondo l’Eurispes, il 18,6% degli italiani compra abitualmente al supermercato prodotti senza lievito, anche se solo il 4,6% riconosce di essere intollerante, a differenza del 14% che non lo è. Si tratta di una scelta decisa e sempre più frequente, posta in essere nonostante i prezzi dei prodotti “yeast free” siano più alti rispetto a quelli ordinari: lo ha certificato un’indagine dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori. Il 12,8% degli italiani, però, non è disposto ad acquistare prodotti senza lievito: perché? Se al 37,3% non piace il sapore, il 27,5% non lo considera proprio necessario, mentre il 13,7% preferisce altre tipologie di prodotto, l’11,8% non li acquista perché non ha intolleranze e il 9,8% li ritiene davvero troppo costosi.
Yeast free: sintomi transitori della presenza del lievito
Valentina Schirò, biologa nutrizionista specializzata in scienza dell’alimentazione, si è espressa in questo modo: “Il consumo di alimenti contenenti lievito come pane, prodotti da forno e pizza, può essere responsabile dell’insorgenza di sintomi quali astenia, diarrea, gonfiore addominale, meteorismo, mal di testa. Questi sintomi fortunatamente sono transitori: nel caso di accertata intolleranza ai lieviti, comunque, sarà necessaria l’eliminazione dei prodotti che li contengono, così come di quelli sottoposti a lievitazione non naturale. Sarà invece opportuno prediligere cibi come cereali e derivati, carni e pesce, frutta e verdura”.
Yeast free: fabbisogno di carboidrati complessi
Queste le parole del dottor Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista presso l’Università Campus Biomedico di Roma: “Il successo dei prodotti non lievitati nasce dal fatto che ridurre prodotti come pane, pizza e dolci da forno spesso aiuta a ridurre i processi fermentativi intestinali, in particolare nei soggetti che soffrono di sindrome dell’intestino irritabile o di disbiosi, patologie molto frequenti. Poiché il fabbisogno di carboidrati complessi è prioritario per una sana alimentazione, i consumi si sono spostati sui derivati dei cereali non lievitati. A questo punto però diventa fondamentale la ricerca del prodotto composto da meno ingredienti aggiunti o da additivi, fermo restando che la possibilità di disturbi gastrointestinali può comparire comunque, soprattutto con un consumo eccessivo“.