Intolleranze alimentari: c’è chi afferma che non esistono
Intolleranze alimentari: c’è chi afferma (con ragione) che non esistono. Alcuni soggetti lamentano sintomi chiari: gli alimenti si rivoltano loro contro, creano malesseri. Il cibo, che dovrebbe sostenere, diventa un antagonista temibile. Esso resta comunque (non bisogna dimenticarlo) la fonte primaria di energia per un essere vivente.
“Il termine ‘intolleranza alimentare’ è diventato per se stesso intollerabile, benché molti anni fa il suo significato fosse scientificamente corretto, indicando in modo generico la perdita della tolleranza nei confronti degli alimenti. Lo afferma Attilio Speciani, immunologo (Medico chirurgo, specialista in Immunologia clinica e Allergologia), docente a contratto dell’Università di Pavia per i Master di Nutrizione. E’ autore del testo dal titolo Le intolleranze alimentari non esistono. La relazione infiammatoria tra cibo e salute finalmente spiegata in modo scientifico. Il libro, edito quest’anno da Lswr, conta 183 pagine, per un prezzo pari a 18,90 euro.
Intolleranze alimentari: tutto incomincia quando si nasce
Tutto incomincia quando si nasce… “Ogni neonato ha la necessità di costruire e poi mantenere un rapporto naturale e fisiologico con quasi tutti i tipi di alimenti, in modo da usare l’energia che contengono: ecco a che cosa serve il processo dello svezzamento. Quando questa naturale relazione si deteriora, per un motivo o per l’altro, il contatto con quel cibo o con quel gruppo di alimenti provoca infiammazione e, a cascata, tutti i sintomi che ne derivano. E’ importante precisare che quest’alterato rapporto tra cibo e salute, attivato dall’infiammazione, non indica in nessun modo un’allergia né qualcosa che gli assomigli”.
Vitamina D carente nei bambini
E’ stato redatto, primo in Italia, un documento chiamato Consensus, relativo alla vitamina D in età…Intolleranze alimentari: gli effetti di ciò che si mangia
Vitamina D carente nei bambini
Siamo nell’era nella quale le cure non sono più standardizzate, ma via via si riferiscono, sempre di più, al singolo individuo, alle sue caratteristiche e peculiarità. “Il rapporto tra alimentazione, salute e benessere fa parte dell’esperienza concreta di ogni persona. Coinvolge tutti gli aspetti della vita quotidiana, partendo dal piacere di mangiare e di bere, fino a poter favorire la comparsa di malattie anche importanti, e a mantenere nel tempo disturbi e condizioni negative, oppure a conservare una buona salute. Anche l’equilibrio ormonale, il tono dell’umore, l’attenzione, la performance sportiva e moltissimi altri aspetti della vita sono correlati con gli effetti, non solo immediati ma anche a lungo termine, di ciò che si mangia”.
Intolleranze alimentari: misurare alcuni biomarcatori
“Il cibo, quindi, è soprattutto un amico, benché, nella mia esperienza clinica, abbia spesso incontrato persone che parlano del cibo quasi solo in modo negativo, presentandolo invece come un possibile nemico (…) Qualsiasi cambiamento nelle abitudini alimentari può determinare degli effetti importanti in tutto l’organismo, a livello sia locale sia sistemico. La buona notizia è che oggi è possibile misurare alcuni biomarcatori della relazione tra cibo e salute, sostanze che cambiano i loro livelli in rapporto al tipo di alimento utilizzato e ai suoi effetti, e soprattutto si possono usare tali dati per aiutare la terapia e il controllo di alcune malattie come per migliorare il benessere generale. Finalmente è possibile andare oltre le supposizioni che per lungo tempo hanno guidato questo campo della medicina e della nutrizione e favorire il recupero del fisiologico rapporto con il cibo“.
Si determina, di conseguenza, un intervento nutrizionale personalizzato.
Intolleranze alimentari: quelle riconosciute scientificamente
Ma c’è di più. La scienza riconosce oggi due sole reali intolleranze al cibo: la celiachia (intolleranza al glutine) e la reazione biochimica al lattosio (che non genera infiammazione). Il termine di “intolleranza”, per qualsiasi altra condizione, è scientificamente scorretto e genera confusione tra la gente, stimolando comportamenti di eliminazione alimentare tanto inutili quanto pericolosi.
Intolleranze alimentari: il rapporto tra nutrizione e benessere
Esiste da secoli la diffusa convinzione che l’assunzione di alcuni alimenti possa portare a disturbi generali quali colite, emicrania, alterazioni ormonali, artrite, malattie autoimmuni, squilibri del metabolismo e tanti altri disturbi, dai più comuni fino alle malattie più severe. In molti casi però, questa relazione è stata espressa in modo poco scientifico, usando termini inadatti come quello di “intolleranza” e contribuendo a creare confusione e pericolose colpevolizzazioni di singoli alimenti. Come tali, in sintesi, le intolleranze alimentari non esistono. Chiariamo, infine, il concetto: esse non sono un fenomeno di massa (anche se restano tali nel senso comune). Coloro che ritengono di esserne colpiti dovrebbero riflettere su questo punto.