Allergie in gravidanza: possono influenzare il feto. Aumenta di conseguenza la probabilità che il nascituro sviluppi nel corso della vita, a sua volta, una forma di allergia. Tenere gli occhi aperti, quando si è in stato interessante, è più che mai utile. Ecco quanto è stato dimostrato, in sintesi, da recenti studi realizzati da ricercatori australiani e finlandesi.
Allergie in gravidanza: gli studi
Sulla base del primo studio, il monitoraggio mediante il tasso di ossido nitrico nell’aria espirata (Feno), attuato su 179 madri, ha permesso di prevenire lo sviluppo dell’asma nei bimbi. Il secondo studio, invece, ha confermato che l’asma gestazionale è associata a un aumento dei rischi di mortalità perinatale, parto prematuro, basso peso alla nascita, riduzione di crescita fetale (Sga) e asfissia.
Come appare chiaro problematiche molto rilevanti, alle quali è necessario porre rimedio, sono legate alle allergie.
Allergie in gravidanza: vantaggi del monitoraggio
Qual è il vantaggio, in effetti, nel monitoraggio dell’allergia e del controllo dell’asma? Si riduce il rischio di insorgenza di tali problematiche nel bambino che deve nascere. La gravidanza non necessariamente aumenta il rischio di insorgenza di reazioni allergiche, ma è una di quelle situazioni nelle quali, in maniera del tutto imprevedibile, si può assistere ad un netto miglioramento di un’allergia già in corso o, al contrario, alla comparsa di sintomi legati a questa patologia anche se non se ne è mai sofferto prima.
Allergie in gravidanza: la parola all’esperta
Queste le parole di Carmen Montera, allergologa Aaiito: “Non è raro che le manifestazioni si risolvano spontaneamente dopo il parto, ma possono ripresentarsi nel corso di gravidanze successive. Tali fenomeni sono da attribuire alle modificazioni sia a livello fisico, sia a livello ormonale, comprese quelle riguardanti il sistema immunitario, di cui abbiamo ancora una conoscenza sommaria, che avvengono nell’organismo durante tale particolare periodo della vita della donna”.
Allergie in gravidanza: le più frequenti
Quali sono le allergie più frequenti che possono comparire in gravidanza? Quelle respiratorie, la rinite allergica o l’asma, in soggetti che soffrivano soltanto di rinite, si presentano spesso. Ancora più frequenti sono le manifestazioni cutanee, anche se spesso non di natura allergica, mentre più rare sono le forme che si manifestano con sintomi a livello gastrico e intestinale. I sintomi cutanei sono sicuramente i più frequenti: circa il 20% delle donne in gravidanza lamenta prurito e la comparsa sulla cute di puntini, bolle e altre manifestazioni, in particolar modo durante l’ultimo trimestre. Solitamente, tendono a scomparire del tutto sin dalle prime ore dopo il parto, anche se in alcuni casi possono essere necessari alcuni giorni perché le manifestazioni cutanee e il prurito scompaiano. I sintomi che riguardano le vie aeree, da riniti a forme più gravi, con vere e proprie crisi asmatiche, riguardano molte esponenti del gentil sesso: più del 20% delle donne gravide presenta una rinite allergica, e nel 30% dei casi i sintomi peggiorano per la vasodilatazione e l’azione ormonale sui corrispettivi recettori presenti nei mastociti. In virtù dei cambiamenti ormonali, il primo e l’ultimo mese di gravidanza comportano un minore rischio di riacutizzazione asmatica, mentre il secondo e il terzo trimestre sono a maggior rischio.
Allergie in gravidanza: api, vespe e calabroni
Costituiscono sempre un rischio estremo in gravidanza le allergie alle punture di api, vespe e calabroni. In tali casi, è possibile che insorgano reazioni sistemiche estremamente pericolose per la madre e per il feto, come l’anafilassi sistemica.
Le prove allergologiche, tra le quali le intradermoreazioni e i prick test, sono sconsigliate perché si tratta di allergeni potenti. Possono essere sostituite, del resto, da uno specifico esame sul sangue. In caso di positività di tali test, la necessità di intraprendere una immunoterapia specifica per il veleno di imenotteri non è da escludere. In via precauzionale, bisogna iniziare tale terapia immunologica al termine della gravidanza.
Allergie in gravidanza: i farmaci
In gravidanza, peraltro, l’allergia ai farmaci è abbastanza rara, ma spesso, di fronte ad una storia clinica di pregressa allergia, viene posto il problema di quali sostanze possano essere somministrate in caso di necessità e la valutazione del rischio legato all’impiego dei farmaci da utilizzare per un’eventuale procedura anestesiologica. Qual è in questi casi l’approccio più corretto e vantaggioso per la paziente? La collaborazione e lo scambio di informazioni e di esperienza fra ginecologo, allergologo e anestesista.
Allergie in gravidanza: i consigli di Aaiito
Ecco i tre principali consigli per le donne in gravidanza, raccolti dagli esperti di Aaiito:
- Fare attenzione a detersivi, ammorbidenti, saponi e prodotti cosmetici per prevenire le manifestazioni di tipo cutaneo.
- Evitare l’assunzione di alimenti “insoliti”, pur senza l’applicazione di particolari e inutili restrizioni dietetiche.
- Mantenere gli ambienti della casa sempre puliti e ben areati, passare l’aspirapolvere ogni giorno su tutte le superfici e utilizzare detergenti non aggressivi per le pulizie, per prevenire il più possibile le manifestazioni che colpiscono le vie aeree.
La problematica è complessa: per questa ragione è fondamentale ricorrere in maniera possibilmente preventiva a un consulto specialistico allergologico, sia per conoscere i farmaci sicuri da utilizzare in caso di necessità, sia per consentire un inquadramento diagnostico più ampio e completo possibile. Per prudenza è da preferire, in questa condizione, l’esecuzione di test sul sangue.