La rivista Rheumatology pubblica un passo avanti fatto della ricerca dall’Istituto Ortopedico Gaetano Pini. Quando l’artrosi del ginocchio dà dolore, in fase acuta, quando la risonanza magnetica rileva un edema midollare, la malattia si può trattare con il neridronato. Ricordiamo che il farmaco è stato individuato nello stesso istituto, lo scorso anno (indicazione ufficiale di Aifa in Gazzetta Ufficiale, febbraio 2014) per curare l’algodistrofia, malattia rara resistente agli antidolorifici, caratterizzata da dolore al livello degli arti (mani, spalle o piedi). Torniamo all’artrosi del ginocchio: facevano parte del gruppo di ricercatori i dottori Massimo Varenna, responsabile del centro per la diagnosi e il trattamento delle patologie osteometaboliche dell’Istituto Pini, Simonetta Failoni e Massimo Berruto. Sono stati sottoposti ad analisi 68 pazienti con artrosi al ginocchio. E’ stato dimostrato che il farmaco, della famiglia dei bifosfonati, può essere somministrato per endovena anche per questa patologia. Il ciclo di terapia dura dieci giorni: al termine si hanno già risultati, ma due mesi dopo il trattamento i miglioramenti sono ancora più evidenti. Un miglioramento sostanziale per i pazienti, poiché il male porta a serie limitazioni nella deambulazione: è difficile salire e scendere le scale, dato il dolore la qualità della vita scende e le attività del quotidiano non sono più possibii da svolgere. In questi casi, l’edema midollare osseo rilevato con la risonanza spiega la ragione delle manifestazioni dolorose. Metà dei 68 pazienti, nel corso dello studio, è stata trattata con placebo, mentre a quattro infusioni di neridronato sono stati sottoposti i pazienti che costituivano l’altra metà. Nei pazienti effettivamente trattati, lo stile di vita migliorava sensibilmente e l’edema risultava ridotto. Coloro che sono colpiti da questa patologia sono soprattutto anziani, sottoposti a cicli di anti-infiammatori.