Hikikomori e isolamento sociale: un fenomeno sempre più diffuso
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Hikikomori e isolamento sociale: un fenomeno sempre più diffuso

25/04/2023
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La sindrome di Hikikomori colpisce molti adolescenti, molto diffusa in Giappone, e purtroppo anche in Italia, non è depressione, non è dipendenza da videogames, è un disturbo d’ansia che in questi ultimi anni, anche a causa dei lockdown adottati per la pandemia da Covid 19, si è ampiamente accentuata e diffusa nel nostro territorio.

Il fenomeno “Hikikomori”, che tradotto significa “stare in disparte”, è sconosciuto, quasi “invisibile” come i soggetti che ne soffrono e colpisce più adolescenti di quanto si possa immaginare.

La loro vita si svolge interamente in una stanza, la loro camera da letto, si rifiutano di uscire, vedere gente e di avere rapporti sociali, in quella stanza leggono, disegnano, dormono, giocano con i videogiochi e navigano su internet.

È errato pensare che questo disagio sia da attribuire alle nuove tecnologie.

Le cause sono molteplici, da studi effettuati in materia, parrebbe che questo fenomeno sia sorto prima dell’avvento dei PC, di internet o degli smartphone di ultima generazione.

Questo isolamento può durare anche anni e, sostengono gli esperti, non si risolve spontaneamente, ma necessita di un progetto di sensibilizzazione e informazione corretta sul fenomeno che i media, ma anche alcuni medici, tendono a confondere con la depressione o con la dipendenza da internet.

Isolamento sociale: i dati

È un fenomeno che colpisce in Italia fra 50 e 100 mila giovani, per lo più del meridione, di età compresa fra 14 e 30 anni.

Sono i giovani “Hikikomori”, ragazzi e ragazze che “stanno in disparte”, si chiudono in casa, spesso addirittura in una singola stanza, interrompendo per periodi lunghi e lunghissimi ogni rapporto col mondo esterno, a volte anche con i propri familiari.

Il fenomeno, osservato per la prima volta in Giappone già all’inizio degli anni ’90 e dove si stima che coinvolga addirittura un milione di persone, si sta sempre più diffondendo anche in Italia e, soprattutto dopo la pandemia e il lockdown, sembra si stia aggravando, con l’aumentare della pressione sociale sui giovani in termini di risultati scolastici, lavorativi, di carriera in ogni senso.

“Si tratta di un fenomeno di auto-isolamento che può durare anche anni e che secondo gli esperti del settore non si risolve spontaneamente”, spiega Stefano Pellegrino, presidente dei deputati di Forza Italia.

“Un fenomeno  che colpisce migliaia di famiglie e il cui sviluppo è complesso e spesso non ha un’origine in patologie pregresse dei ragazzi che ne diventano vittime.”

“Quello dell’Hikikomori è un fenomeno trasversale che colpisce famiglie di tutte le fasce sociali, indice del fatto che il problema riguarda la nostra società e i nostri ragazzi in modo ampio.”

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Hikikomori: perchè i giovani si isolano?

Il Presidente dell’Associazione Hikikomori Italia sostiene che questo accadimento è il frutto di un meccanismo di difesa messo in atto come reazione alle eccessive pressioni tipiche delle società economicamente più sviluppate, che esercita sugli adolescenti una serie di pressioni che vanno dai buoni voti scolastici, alla realizzazione personale in ogni ambito della vita quotidiana, o addirittura storie di bullismo.

È stata infatti dimostrata anche l’esistenza di un “hikikomori primario”, ossia un hikikomori che si sviluppa prima e a prescindere da altre patologie; uno stato di ritiro che non deriva da nessun disturbo mentale preesistente.

Questi presupposti portano gli adolescenti a dover colmare virtualmente il gap che si viene a creare tra la realtà e le aspettative di genitori, insegnanti e coetanei, e quando ciò diventa troppo grande si sperimentano sentimenti di impotenza, perdita di controllo e di fallimento.

Questi sentimenti negativi possono portare a un atteggiamento di rifiuto verso quelle che sono le fonti di queste aspettative sociali, (genitori, insegnanti, coetanei e più in generale dalla società), e gli adolescenti tenderanno spontaneamente ad allontanarsene e a rifugiarsi nell’isolamento della propria camera, dove è immune al sentimento della vergogna, e si tratta di ragazzi molto intelligenti ma anche particolarmente introversi e sensibili che per una serie di concause caratteriali impedisce loro di affrontare le inevitabili difficoltà e delusioni che la vita riserva.

Hikikomori: i campanelli d’allarme

I principali campanelli di allarme a cui le famiglie dovrebbero prestare attenzione sono legati all’insofferenza nella socialità.

Prima, il rifiuto è legato alle attività extrascolatiche come sport o uscite con gli amici.

Successivamente, segue anche il rifiuto della scuola, il cui ambiente, dove possono celarsi storie di bullismo, viene vissuto in modo particolarmente negativo.

Gli hikikomori si isolano progressivamente e sviluppano una visione molto negativa della società, soffrendo particolarmente le pressioni di realizzazione sociale, dalle quali cercano in tutti i modi di fuggire.

Tutto questo porta a una crescente difficoltà, demotivazione e depressione del soggetto.

La dipendenza da internet, al contrario di quanto si pensi, non è una causa dietro all’esplosione del fenomeno, ma rappresenta una possibile conseguenza.

Prevenzione dei fenomeni di isolamento: il festival del gioco da tavolo

Hikikomori e isolamento sociale: un fenomeno sempre più diffusoSpeciali postazioni di gioco con influencer e personaggi del mondo dello spettacolo, laboratori per ragazzi, dibattiti e una tavola rotonda con medici ed esperti.

Sabato 29 aprile, a partire dalle ore 10, il palazzo delle Stelline di Milano (Corso Magenta) ospiterà la giornata conclusiva di GiocaMi, il Festival del Gioco da Tavolo, volto alla prevenzione e alla cura dei fenomeni di isolamento sociale in età pediatrica.

L’iniziativa è rivolta principalmente agli insegnanti e agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado e prevede un concorso tra scuole e incontri di formazione, per offrire ai docenti gli strumenti per conoscere e prevenire i nuovi fenomeni di isolamento sociale e utilizzare i giochi da tavola come mezzo di socializzazione.

Il programma

In occasione della giornata conclusiva del 29 aprile, gratuita e aperta al pubblico, si terranno sia incontri con medici e psicologi sia laboratori ludico-didattici finalizzati a informare i partecipanti sull’importanza che il gioco riveste nei vari aspetti della vita di bambini e adolescenti e su come possa essere positivamente utilizzato per una corretta socializzazione.

Saranno allestite speciali postazioni da gioco, dove i partecipanti potranno sfidare influencer e personaggi dello spettacolo, come Mara Maionchi e il duo musicale Le Donatella.

Durante la giornata verrà, inoltre, distribuito materiale informativo rivolto a ragazzi e a genitori per segnalare i rischi relativi a un eccesso di utilizzo del web e indicare i campanelli di allarme da osservare nei comportamenti dei figli, indicando uno stile di vita appropriato per i ragazzi e un approccio corretto del genitore verso i figli.

Un momento di dibattito è previsto durante la tavola rotonda, alle ore 11.30, in cui si affronterà il tema del nuovo allarme sociale legato all’abuso del web da parte di ragazzi in età adolescenziale e preadolescenziale e come aiutarli a creare nuovi legami di socialità, con la partecipazione di Don Gino Rigoldi, educatore e parroco casa circondariale Cesare Beccaria; Anna Scavuzzo, vicesindaco Comune di Milano con delega all’ istruzione; Emanuele Monti, consigliere Regione Lombardia; Fulvio Scaparro, psicologo e psicoterapeuta; Francesca Antonacci, pedagogista dell’Università Bicocca; Marco Crepaldi, fondatore Hikikomori Italia e  Davide Fant, responsabile Anno Unico..

La giornata prevede anche la premiazione delle classi vincitrici del concorso organizzato nell’ambito del progetto, che riceveranno speciali kit di giochi da tavolo offerti dalle principali case editrici del settore.

Per maggiori informazione visitare il sito di GiocaMi.

Immagine copertina di cottonbro studio https://www.pexels.com/it-it/foto/laptop-ragazza-letto-camera-6473102/

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