Essere emotivamente maturi: quando lo siamo? La maturità emotiva è una scelta, anche a vent’anni. Che cos’è la maturità emotiva? E’ forse l’aspetto più importante nelle relazioni, la serie di competenze fondamentali sulle quali lavorare per ottenere grandi risultati e avere una vita felice ed efficace.
Essere emotivamente maturi: non riguarda il dominio di sé
Contrariamente a un certo modo di pensare, la maturità emotiva non riguarda il “dominio di sé” o la crescita personale: le persone mature possono perseguire tali obiettivi, ma essi non hanno nulla a che fare con la maturità emotiva.
Essere emotivamente maturi: la regola numero uno
Per arrivare alla maturità emotiva, la cosa più importante è assumersi la responsabilità di noi stessi: i nostri errori, le nostre emozioni, i nostri bisogni e desideri e, forse, la cosa più importante, i nostri i sentimenti e le risposte alle situazioni. Attenzione, però, a non confondere l’assunzione di responsabilità con l’incolpare se stessi: comportarsi da vittima è un atteggiamento da persona emotivamente immatura. La soluzione sta semplicemente nel chiedersi “che cosa posso fare per risolvere il problema?” O “che cosa posso fare in modo diverso?”
Essere emotivamente maturi: è un risultato
La maturità emotiva è stata raggiunta quando:
- Agisci al posto di reagire – E cioè hai imparato a creare uno spazio tra il sentire un’emozione e il
reagire a essa. Non ti aggrappi immediatamente alle tue emozioni reagendo istintivamente, ma prima le osservi e poi rispondi in modo più attento e produttivo.
- Noti e verbalizzi (con calma) quando ti sbagli – Anche se è molto più facile mettersi sulla difensiva e negare la propria responsabilità, quando ti capita di sbagliare lo riconosci e lo dichiari apertamente, sapendo che tu sei molto di più dei tuoi comportamenti. Per ammettere di aver sbagliato ci vuole umiltà, auto-compassione e coraggio, tutti segni di maturità emotiva.
- Sai quando smettere e quando perseverare – Sapere quando è ora di spegnere il computer e riposarsi, o quando mettere fine a una relazione “tossica”, affrontando il dolore che ne consegue, sono tutti segnali di sani confini e intelligenza emotiva.
- Sei consapevole dei tuoi pregiudizi – Tutti abbiamo pregiudizi. Viviamo in un modo stereotipato, questa è la realtà. Ma hai imparato a coltivare una consapevolezza attiva di questi pregiudizi e a notare in che modo gli stessi possono influenzare le proprie decisioni e azioni.
- Ti concedi di essere vulnerabile – Il perfezionismo ci suggerisce di manipolare i nostri ambienti in modo da non sentirci mai vulnerabili, bisognosi o incerti. Ma tu hai imparato a non aver paura di mostrarti come sei veramente, in ogni momento della vita.
- Sei compassionevole con te stessa e/o gli altri – Se hai imparato a mettere da parte l’ego e ad essere più compassionevole, non soltanto verso gli altri ma anche verso te stessa/o, allora hai conquistato la maturità emotiva.
- Sai quando, a chi e come chiedere aiuto – Sapere quando è il momento di chiedere aiuto non è un segno di debolezza, è un segno di coraggio e di intraprendenza.
- Ti sei reso conto che più sai, meno sai – L’insegnante Zen Shunryu Suzuki dice: “Nella mente da principiante ci sono molte possibilità, in quella da esperto poche”. Quando sai di non sapere, crei spazio per le possibilità e la conoscenza. Essere in grado di stare nel disagio dell’incertezza è dove la maturità emotiva diventa evidente.
Essere emotivamente maturi: la conclusione
Ci sono tanti altri segnali di maturità emotiva, non è rilevante esplorarli tutti. E’ invece importante focalizzarsi sul fatto che la maturità emotiva è una scelta per tutti: più siamo in grado di valutare chi siamo e quel che offriamo, più saremo responsabili nel prenderci cura di noi stessi, delle finanze, del nostro tempo e della nostra vita personale. Possiamo scegliere di vivere da persona matura, anche a vent’anni. Possiamo decidere di vivere coscientemente guidati dai nostri valori e principi, oppure di vivere come vittime sconfitte dalle miserie della vita.
Albert Ellis lo ha espresso meglio: “I migliori anni della tua vita sono quelli nei quali tu decidi che i tuoi problemi hanno a che vedere con te. Non accusi tua madre, la società o il presidente. Ti rendi conto che puoi controllare il tuo destino.”