
Laura Imai Messina, potenza e meraviglia della scrittura
Laura Imai Messina, la scrittrice romana di nascita ma giapponese di elezione, ha scritto per noi una nuova storia.
Il suo vivere nel paese del Sol Levante le ha permesso di scoprire piccoli mondi inesplorati, che in quella cultura rivestono un’importanza particolare.
Leggere i suoi libri è penetrare empaticamente in quel mondo, pur così diverso dal nostro.
Il fascino che emana ci viene restituito da Laura Imai Messina attraverso le sue mille sfumature di colori, le sue strade intricate e senza nome, i suoi eterni rituali.
E’ un paese in cui la memoria ha un ruolo predominante: bisogna mantenerla viva, esaltarne anche i dettagli, curare i luoghi in cui può essere esercitata.
A questo serve il Telefono del vento, un monumento situato nella cittadina di Ōtsuchi e costituito da una cabina telefonica non funzionante i cui visitatori intrattengono idealmente conversazioni con i propri cari defunti.
Se poi si va a Teshima, un’isoletta remota nel sud-ovest del Giappone, si trova l’Archivio dei Battiti del Cuore, dove si ascoltano i battiti di sconosciuti di ogni parte del mondo, non si sa se vivi o morti e di che età.
Posti immaginifici, alla base di suoi romanzi, in cui il Giappone ci appare nella sua straordinaria e delicata filosofia di vita.
Un ufficio postale per Laura Imai Messina
Poco distante da Teshima c’è la minuscola isola di Awashima, che con la prima condivide non solo il medesimo mare ma anche la stessa magia.
Qui si trova l’Ufficio postale alla deriva, un luogo che accoglie la corrispondenza destinata a chi un indirizzo non lo possiede.
Nato come temporanea installazione artistica da più di dieci anni, è diventato l’ufficio postale delle emozioni.
Qui giungono lettere inviate a chi non c’è più, a se stessi, a sconosciuti incontrati per caso, a oggetti emotivamente preziosi, agli amori mai nati.
A tenerlo aperto Nakata Katsuhisa, l’ormai novantunenne direttore che accoglie e raccoglie tutte le missive di coloro che, in fondo, chiedono solo di essere ascoltati.
In questa corrispondenza alla deriva ricca di emozioni provenienti da ogni parte del mondo Laura Imai Messina ha trovato lo spunto per raccontare un altro aspetto del Giappone: è nato così “ Tutti gli indirizzi perduti”.

Elizabeth Cappa, di gioventù bruciate, slegate, amate
Londinese di nascita e milanese d’adozione, Elizabeth Cappa lavora nel mondo dei libri dal 2000, con…Un romanzo per celebrare l’amore universale

Elizabeth Cappa, di gioventù bruciate, slegate, amate
Nelle pagine di Laura Imai Messina troviamo concretizzato l’amore nel suo senso più assoluto, scevro di implicazioni di reciprocità.
E’ una storia che si basa su chi ama, chi è amante in senso assoluto e di questo sentimento non può liberarsi.
Quando si scrive una lettera rivolta all’oggetto del proprio amore sapendo che non sarà mai possibile avere una risposta e che probabilmente mai la lettera finirà nelle mani del destinatario, cos’altro si può pensare che sia?
Chi scrive si nutre del proprio sentimento, a volte anche molto doloroso, a volte buffo (a chi mai verrebbe in mente di scrivere al proprio cuscino?).
In ogni lettera c’è però il soffio di una vita, per questo essa va conservata, riposta accuratamente in una cassetta e lasciata lì in attesa che siano il tempo e il caso a decidere.
Ad Awashima l’autrice ambienta la storia di Risa, che fin da bambina ha capito che le magie piú strabilianti avvengono proprio tra sconosciuti e funzionano tanto piú essi rimangono tali.
Per questo ha deciso di andare a vivere per un mese sulla piccola isola a forma di elica per catalogare tutte le migliaia di lettere che sono state lì recapitate in dieci anni.
Per farlo ha temporaneamente lasciato il suo lavoro all’università e ha scelto di leggere le parole di chi non conosce, della cui vita si impadronirà per brevi istanti.
Cambiare il punto di vista
Quella di Risa non è una scelta priva di implicazioni e conseguenze.
La sua vita scorre improvvisamente diversa insieme ai centocinquanta abitanti di Awashima, manca la frenesia della sua quotidianità, si aprono spazi per lunghe riflessioni e poche nuove conoscenze.
In realtà Risa si trova lì non solo per la catalogazione, ma anche per cercare delle risposte a domande sulla sua vita, che le danno il tormento da anni.
Figlia di un postino, ha avuto nel padre il suo punto di riferimento.
Da sempre lo ha visto mettere da parte e non far finire al macero le lettere o le cartoline impossibili da consegnare.
Tokyo è una città in cui le strade non hanno nome, basata su isolati rettangolari al cui interno terreni e edifici sono mutevoli.
A volte il padre di Risa si è trovato nell’impossibilità di ricostruire degli spostamenti, ma si è rifiutato di distruggere la missiva, perché ogni parola scritta merita di rimanere per sempre.
Da lui Risa ha ereditato questo amore per la scrittura, grazie a lui ha scelto il lavoro gratuito all’Ufficio postale alla deriva.
Ma occorre anche un pizzico di magia per affrontare un simile impegno e questa le è giunta dalla madre, una donna diversa da ogni altra, chiusa nel suo mondo slegato dalla concretezza del reale.
Risa sa che sua madre quando lei era ancora una bambina aveva cominciato a scrivere delle lettere indirizzate a lei, da leggere in futuro.
E se fossero giunte tutte ad Awashima?
Questa è la spinta decisiva per aprire tutte le missive, allargarle davanti a sé sul pavimento del piccolo Ufficio postale e cominciare a capire il mondo da un altro punto di vista, trovando la poesia in ogni dove.
La filosofia di vita di Laura Imai Messina
I giorni che Risa trascorre sull’isola diventano molti più dei previsti, perché la vita svolta sempre a suo piacimento e sconvolge tutti i piani.
Eppure da ogni cambiamento imprevisto può nascere un futuro nuovo e forse migliore.
Le persone conosciute diventano le più importanti del presente, il lavoro fatto prepara una strada diversa da percorrere, l’imprevisto regala gioie improvvise.
La vita di Risa viene permeata dalla filosofia di vita di Laura Imai Messina, la cui delicatezza di pensiero è evidente in tutto ciò che scrive.
In particolar modo, però, ricordiamoci delle parole con cui conclude il suo romanzo, più importanti che mai in questi nostri travagliati tempi.
“Le persone a cui sono indirizzate le lettere sono spesso defunte, irraggiungibili, inafferrabili in quanto cambiate, lontane cronologicamente o geograficamente, non di rado del tutto sconosciute se non per un’azione soltanto.
Chi scrive è un’altra porzione di uomini e donne che, pur senza aspettarsi praticamente risposta, lascia andare alla deriva le proprie parole, accettando d’essere letta da altri sconosciuti ancora i quali, tenendo in mano il foglio, immaginano le loro vite e riassumono naturalmente le loro storie nel perimetro di quelle pagine.
È lí che si verifica il prodigioso ribaltamento per cui l’attenzione non è piú la prerogativa di una relazione, conoscere l’altro non è la condizione dei nostri gesti migliori e dei nostri sentimenti e, infine, cade anche il primato dell’avere cura solo di quelle persone di cui sappiamo qualcosa.
Che patrimonio strabiliante è invece essere estranei e volersi bene, non in particolare ma in generale, essere riconoscenti a qualcuno di cui non si sa niente e che, tuttavia, rende robusto il nostro presente!”
- AUTORE : Laura Imai Messina
- TITOLO : Tutti gli indirizzi Perduti
- EDITORE : Einaudi
- PAGG. 240
- EURO 19,50 (versione eBook euro 9,99; audiolibro su Audible)




