Nacra 17: il sogno olimpico di Ruggero Tita e Caterina Banti

Nacra 17: il sogno olimpico di Ruggero Tita e Caterina Banti

Nacra 17: il sogno olimpico di Ruggero Tita e Caterina BantiIl sogno olimpico tanto atteso per Ruggero Tita e Caterina Banti è alle porte.

Atleta trentino delle Fiamme Gialle lui, velista romana del Circolo Canottieri Aniene lei.

Un team che nel quadriennio ha vinto tantissimi premi tra europei, mondiali e coppe del mondo.

E che ora si sta allenando intensamente per portare a casa la vittoria alle prossime Olimpiadi di Tokyo.

Tra gli atleti che faranno parte della vela olimpica italiana, i 2 velisti rappresentano la classe Nacra 17.

Chi è Ruggero Tita

29 anni appena compiuti, Ruggero Tita è nato a Rovereto, in provincia di Trento, appartiene al gruppo sportivo delle Fiamme Gialle.

Si avvicina alle vela all’età di 8 anni, presso l’associazione velica trentina.

A soli 12 anni vince il titolo di campione italiano, campione svizzero e campione europeo.

Dopo varie esperienze e una grande crescita professionale, diventa pluricampione italiano.

Nel 2016 rappresenta l’Italia ai Giochi Olimpici di Rio De Janeiro.

Attualmente veleggia nella classe Nacra 17, dove con la prodiera Caterina Banti, ha vinto numerosi premi e con la quale parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo.

Oltre alle vittore nel mondo dello sport, Ruggero Tita è laureato in ingegneria informatica presso l’Università di Trento.

Anche un po’ ‘giornalista’

Tita è stato il commentatore RAI dell’America’s Cup che si è svolta lo scorso marzo.

“È andata bene”, dice. “Le prime puntate devi un po’ prenderci la mano, è una cosa che sai e che conosci benissimo però raccontarla non è facile. Soprattutto raccontarla a un pubblico variegato come è quello della RAI.

Riuscire a far capire un po’ a tutti e farli appassionare non è semplice.

Bisogna stare attenti a non banalizzare e allo stesso tempo dare la possibilità a chi è meno addentro a questo mondo di riuscire a capire bene che cosa sta succedendo.

È stato bello, lo rifarei anche se la prossima volta spero di essere in barca. Perché il piano iniziale era di fare le Olimpiadi ad agosto 2020 e poi da settembre spostarmi a Auckland con Luna Rossa e fare il percorso con loro.

Purtroppo, con lo slittamento di un anno delle Olimpiadi, non era più possibile andare avanti con la preparazione olimpica stando a Auckland e lavorando con il team.

Quindi ho dovuto prendere una decisione: dedicarmi alla Coppa America o andare avanti con la preparazione olimpica?

Alla fine ho seguito il mio sogno di sempre, vincere una medaglia olimpica. Nella speranza e nella consapevolezza che comunque la Coppa America arriva un po’ più tardi nella carriera di un’atleta”.

Chi è Caterina Banti

Romana, 34 anni a giugno, Caterina Marianna Banti è iscritta al Circolo Canottieri Aniene dal 2013.

La sua carriera è iniziata subito alla grande, portandola verso tantissimi successi.

Mondiali, europei, coppe del Mondo: Caterina Banti si è portata a casa la vittoria praticamente in tutte le principali competizioni.

“Ho iniziato a fare regate quando avevo 23 anni“, dice Caterina Banti. “Qualche anno fa avevo altre priorità, anche se ho praticato sport diversi, volevo continuare gli studi e fare il dottorato, essendo laureata in studi orientali con una magistrale in studi islamici. Poi invece ho scelto la mia grande passione: la vela”.

Dal 2017 veleggia nella classe mista Nacra 17, insieme al collega Ruggero Tita , insieme formano una delle coppie vincenti della vela italiana.

Nacra 17: il super catamarano

Il Nacra 17 è un catamarano sportivo ad alte prestazioni. È stato progettato (2011) per soddisfare le esigenze tecniche di una nuova specialità, inedita per la vela olimpica:  una barca governata da un equipaggio misto: un uomo e una donna che regatano insieme.

Il Nacra 17 è stato trasformato in catamarano con hydrofoil  (proprio come Luna Rossa) per le prossime Olimpiadi di Tokyo.

La vela: strategia e tattica

La concentrazione in regata è importante ma lo sono anche la strategia e la tattica. La strategia è l’insieme delle decisioni da prendere in base alle condizioni del vento e del mare, mentre la tattica sono le decisioni che si prendono rispetto agli avversari.

Ma l’obiettivo è sempre lo stesso: fare il percorso più breve e più veloce per arrivare primi.

“Innanzitutto bisogna decidere dove andare, cioè scegliere il lato giusto del campo di gara“, spiega Caterina Banti. “Questa decisione si prende in base alle condizioni del mare e del vento che non sono mai uguali, soprattutto il vento che può cambiare direzione e intensità. Quindi è importante adattare me stessa e adattare le regolazioni della barca in base a ciascuna condizione”.

Ma non basta: per vincere è importante anche la tattica, cioè il modo di muoversi rispetto agli avversari.

In barca infatti si sceglie di fare una determinata manovra anche rispetto a dove sta andando l ‘avversario.

Gli allenamenti: a ciascuno il suo

Nacra 17: il sogno olimpico di Ruggero Tita e Caterina BantiRuggero e Caterina si stanno allenando duramente per arrivare pronti alle olimpiadi e per riuscire a vincere una medaglia.

Facciamo dei periodi di allenamento da 8-10-12 giorni sul mare, di solito in Sicilia o in Sardegna, qualche volta sul lago di Garda”, spiega Ruggero Tita.

Oltre ad allenarci in acqua facciamo preparazione a terra, quindi palestra, corsa, bici. Tra una sessione e l’altra ci fermiamo per circa una settimana ma continuiamo a prepararci singolarmente a casa”.

Ma che differenza c’è nell’allenamento di un equipaggio misto?

“I nostri allenamenti sono molto diversi“, continua Tita. “Quello di Caterina è decisamente più intenso, lei fa quasi sempre una doppia sessione di allenamento. Perché dal punto di vista fisico il ruolo del prodiere è più faticoso del mio. A un timoniere, più che forza fisica, vengono richiesti ragionamento, precisione e sensibilità sul timone”.

In un certo senso si potrebbe dire che il prodiere è il braccio e il timoniere è la mente.

“Ruggero deve essere sempre molto concentrato”, commenta Banti. “Specialmente quando ci sono condizioni di mare e di vento impegnative, deve essere molto deciso sul timone.

Io invece sono l’acceleratore della barca, perché il mio ruolo è quello di regolare le vele, che sono il motore dell’imbarcazione.

E visto che il Nacra 17  vola sull’acqua e non ha un sistema autoregolante, sono io a dover regolare l’altezza della barca dall’acqua spostando avanti e indietro il peso del corpo.

Il mio lavoro è soprattutto aerobico, richiede forza e resistenza, anche perché i carichi di questa barca sono parecchio impegnativi rispetto ad altre.

Per questo mi alleno molto fisicamente, faccio di base 6 allenamenti a settimana e parecchio intensi”.

L’importanza della sintonia nel team

I 2 campioni si sono conosciuti per caso, durante un allenamento.

Dopo aver disputato un campionato italiano insieme, per pura casualità, perché i rispettivi compagni di barca non potevano essere presenti a quella regata, hanno deciso, all’inizio di questo quadriennio, di intraprendere la campagna olimpica insieme.

“Ci siamo trovati molto bene fin dall’inizio“, dice Caterina Banti. “Abbiamo sempre avuto grande feeling e una grande sintonia anche in barca.

Senza un’intesa profonda è difficile essere sincronizzati nei movimenti, soprattutto tra la regolazione della vela, che faccio io, e il movimento del timone, che segue Ruggero.

Spesso questa è una cosa che gli equipaggi costruiscono nel tempo, a noi invece è venuta  spontanea. E poi, passando almeno 20 giorni al mese insieme, abbiamo imparato a conoscere reciprocamente tutte le sfaccettature del nostro carattere: i lati peggiori e i migliori. Specialmente sotto stress, quando viene fuori anche il peggio di ciascuno”.

Conta farsi aiutare dagli esperti

Certo non si diventa campioni per caso e allenarsi non basta, bisogna anche imparare a gestire l’ansia da prestazione fin da piccoli.

Da ragazzino non era facile”, dice Ruggero Tita. Adesso mi conosco e so che quando avverto certe sensazioni vuol dire che tutto sta girando come deve.

È molto importante imparare a gestire l’ansia in ogni situazione, dando la massima attenzione a quello che si sta facendo in quel preciso momento. Soprattutto bisogna saper stabilire le priorità che si presentano in ogni momento della regata.

Essendo timoniere faccio un po’ da motivatore, perché Caterina, in alcune situazioni, è fisicamente molto provata, così quando è stanca cerco di incoraggiarla e, quando fa bene, di lodarla perché sta facendo un ottimo lavoro. Ma anche quando le cose non vanno, bisogna saper mettere il punto e svoltare la situazione”.

Nei primi anni, Ruggerio e Catertina sono stati seguiti da un mental coach, mentre negli ultimi due, man mano che si avvicinava l’avventura olimpica, sono stati seguiti da una psicologa dello sport.

“Questa è una cosa fondamentale per tutti gli sportivi di alto livello, perché quello che conta, nella preparazione atletica, è anche gestire lo stress mentale“, dice Banti.

“La nostra psicologa dello sport ci segue sia individualmente che come coppia”, spiega Tita. “Con lei abbiamo fatto un lavoro sulla comunicazione, su come affrontare la regata e su come porci gli obiettivi comuni”.

La vela come sport formativo

La vela è uno sport che permette di vivere a contatto con la natura.

L’andare in barca, con le sue regole e per il fatto stesso di esplorare e conoscere un ambiente nuovo, è estremamente formativo.

Infatti, oltre a fornire una buona preparazione fisica, è in grado di garantire una certa formazione mentale.

“La vela“, dice Caterina Banti. “È uno sport davvero particolare. C’è un senso di libertà perché sei in mezzo al mare, in mezzo al nulla, ma dall’altro lato sei totalmente in mano a te stesso e questo ti responsabilizza molto.

Perché essendo in balia della barca e del vento devi imparare a prendere delle decisioni.

A prendere la decisione giusta al momento giusto, a essere responsabile e capire che una tua azione corrisponde a una reazione e imparare a interpretare il vento per portarlo a tuo favore.

Infatti, il mondo dello sport in generale, e il mondo della vela in particolare, sono una grande lezione di vita. Fa crescere sotto ogni punto di vista, perché devi  metterti in gioco, migliorare e soprattutto vuoi sempre migliorarti”.

Gli obiettivi e l’augurio per il sogno olimpico

Nacra 17: il sogno olimpico di Ruggero Tita e Caterina Banti“Ciò che mi auguro davvero è riuscire a fare le Olimpiadi, perché sarebbe un bellissimo messaggio di ripresa”, dice Ruggero Tita.

“Un messaggio di rilancio dopo questa pandemia che per lo sport, come per tante altre realtà, è stata disastrosa. Insomma, speriamo di risorgere tutti”.

Caterina Banti punta alla leggerezza: “Quello che mi auguro è divertirmi, di fare il nostro meglio e realizzare la prestazione migliore”.

Per quanto riguarda gli obiettivi i due campioni concordano.

“Il nostro obiettivo per ora sono solo le Olimpiadi di Tokyo, concentrarci su questo e concludendo al massimo il 2021.

Ma per noi ogni giorno è una piccola olimpiade, perché il quadriennio olimpico è fatto di tante tappe: dai campionati del mondo agli europei, dalle regate agli allenamenti di tutti i giorni.

Ogni giorno c’è un obiettivo e ogni giorno si cerca di arrivare a un traguardo.

Le Olimpiadi in fondo sono il test, l’esame, la prova finale.

Sicuramente ci saranno degli avversari forti, ma ci siamo preparati per 4 anni per arrivare alla forma migliore per affrontarle e vincere una medaglia, e questo è il nostro obiettivo”.

 

About Emma Rota

Laureanda in Scienze della Comunicazione, da sempre curiosa e affamata di nuove esperienze. Viaggia ogni qual volta le sia possibile, legge, si documenta, osserva quanto la circonda arricchendo così il suo bagaglio personale di conoscenze. Grande appassionata di moda e di tutto ciò che riguarda il settore. Cresciuta in mezzo alla natura, è un’autentica amante degli animali, attenta e rispettosa nei confronti dell’ambiente.

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