Cambiare vita? Pensa a un'arancia e comportati di conseguenza
Eros & Psiche

Cambiare vita? Pensa a un’arancia e comportati di conseguenza

19/01/2021
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“Cara Dott.ssa,
mi rendo conto che la mia vita è un fallimento. Litigo con tutti, il lavoro non mi soddisfa, mi sento stressata ed insoddisfatta su ogni fronte, inoltre, il lockdown non aiuta.
La prego, mi dica che c’è una soluzione. Non so più come uscirne.”

(Elisa F.)

Quando vorresti cambiare vita perché niente sembra andare per il verso giusto, prendi un’arancia.
Sì, lo so, potrà sembrarti assurdo, ma non lo è.
Ora dimmi, se tu ora spremessi quest’arancia con tutta la tua forza, cosa ne uscirebbe? Succo di arancia, ovviamente. Non puoi sbagliarti. Non potrà mai uscire da un’arancia del succo di limone.

Ok, ora allarghiamo per un attimo la visione e facciamo finta che questa arancia sia tu.
Se in questo momento qualcuno ti offende, ti spreme, ti stressa o ti attacca, cosa ne esce?
Rabbia? Vendetta? Tristezza? Paura? Ansia? Frustrazione? Cos’altro?

Gli altri? Siamo noi

Quando questo accade, generalmente si è portati a pensare che la causa di queste emozioni negative derivi dall’atteggiamento del tuo interlocutore, da ciò che ha fatto o detto.
La verità è che quello che esce da te, quindi le reazioni che hai e le emozioni che esprimi, sono il tuo succo, farina del tuo sacco. L’evento ha solo scatenato la reazione in quanto facilitatore, ma ciò che tu hai prodotto, in qualche modo ed a qualche livello, ti appartiene.  Ed era già dentro di te, lì fermo e buono buono, aspettando che qualcosa gli permettesse di uscire.
Proprio come accade all’arancia durante la spremitura.

La puoi spremere in mille modi diversi, ma quello che produrrà, sarà sempre succo d’arancia. Perché è questo che contiene al suo interno ed è questo che uscirà.
I sentimenti che esprimi e le emozioni che manifesti non sono messi dentro da altri.
L’azione degli altri, proprio come lo spremi agrumi, le risveglia, le attiva, esercita una pressione e le fa uscire.

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Esplodere alla minima sollecitazione

Spesso abbiamo la tendenza di attribuire la nostra rabbia, ira, risentimento, ansia, noia o frustrazione agli altri quando, incolpandoli.
La verità è che l’altro li ha solo risvegliati.
Hai mai fatto caso che quando siamo nervosi, qualsiasi comportamento del nostro partner o dei figli, dei genitori, o del datore di lavoro, finisce per irritarci?
Mentre quando siamo tranquilli la maggior parte di questi comportamenti passano semplicemente inosservati?
A volte, quando qualcuno ci pressa, o quando ci accade qualcosa di spiacevole, la nostra reazione può essere di sproporzionata, ma ciò che esprimiamo, magari, è qualcosa che abbiamo nutrito per tutto il giorno, a volte addirittura per anni.
Torti legati a relazioni precedenti, situazioni lavorative o familiari conflittuali e mai risolte.
Talvolta puoi anche non esserne consapevole, ma se questo stato si trova dentro di te, può bastare un click ed esce tutto.

Sfogare le emozioni negative non aiuta a cambiare vita

Una credenza popolare dice: “meglio fuori che dentro”, riferendosi al fatto che è meglio esternare tutte le emozioni negative che abbiamo dentro. Tuttavia, questa convinzione è solo parzialmente vera.
Il modo in cui esterniamo le emozioni conta.

Infatti, un gruppo di psicologi dell’Università dell’Arkansas decise di ripassare i risultati degli studi condotti negli ultimi decenni sull’espressione della rabbia e scoprì che esternare questa emozione può farci sentire meglio subito, ma non è la cosa migliore da farsi nel lungo termine.
Questo è stato confermato anche da un’indagine condotta da psicologi dell’Università di Buffalo, che affermano che sfogare la rabbia dopo aver subito un trauma non è così buono come si crede. Questi ricercatori hanno seguito per due anni 2.138 persone che erano state in qualche modo coinvolte negli eventi dell’11 settembre per analizzare come affrontavano il trauma. Alcuni decisero di esprimere la propria rabbia e frustrazione per quello che accadde, altri no.

È interessante notare che coloro che sfogarono la loro rabbia furono più propensi a soffrire di stress post-traumatico.
Queste e altre ricerche suggeriscono che, contrariamente alla credenza popolare, dare libero sfogo ai sentimenti negativi può essere controproducente, poiché ci immerge in un circolo di negatività che non ci permette di superare la situazione.
Ciò non significa che si debba soffrire passivamente, ma si deve trovare un modo per rispondere in modo più assertivo.
Infatti quando proviamo o esprimiamo emozioni negative, siamo noi, in prima persona, a soffrire le conseguenze di queste emozioni. Cambiare vita inizia dal modo con cui cambiamo modo di reagire

Cambiare vita significa agire, non reagire

Non importa che sia rabbia, dolore o paura ad uscire. Non importa chi sia a provocarti, se tua madre, il partner, i figli, il tuo capo, un tuo dipendente.
Quando qualcuno dice qualcosa che a te non piace, viene fuori ciò che hai dentro.
E ciò che hai dentro è una tua scelta!
Questa è la grande differenza tra reagire impulsivamente o agire in modo assertivo cioè esprimendo in modo chiaro ed efficace le nostre emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l’interlocutore.
Sì perché anche in tema di emozioni, sei tu a decidere di quali stati d’animo ed emozioni nutrirti, proprio come con il cibo.
Sei tu a decidere di quali pensieri e di quali stati d’animo comporre la tua interiorità.
Se da te non fluiscono nient’altro che amore ed emozioni positive, è perché hai permesso che fosse così.
Insomma, la bella notizia è che anche se non possiamo sempre controllare cosa succede fuori di noi, possiamo sempre controllare quello che succede dentro.
Con questo non si intende dire che tu debba subire passivamente lo stess  o le manipolazioni esterne, tutto il contrario!
Anzi questo ti dice proprio quanto sia importante divenire ogni giorno più consapevole delle tue reazioni, riconoscerle e cercare di capire da dove esse vengano, per poterci fare amicizia e poterle cambiare.

Cambiare vita in 3 strep

  1. Prenditi cura del tuo mondo interno. Fai amicizia con te, conosciti, scopriti, guardati dentro, scopri cosa c’è e famigliarizzaci, perché ciò che è dentro è ciò che poi sarà fuori . Fai pulizia: riempiti di pensieri o sentimenti tossici non ti fa per niente bene. Alla fine, l’unico che ci rimette sei tu. Chi soffre dell’invidia che provi? Tu. Su chi si ripercuote il tuo desiderio di vendetta? Su di te. Una volta che avrai capito questo e avrai eliminato dalla tua vita tutte le emozioni tossiche come invidia, rabbia, odio, rancore, vergogna, senso di colpa, ira, ansia, ingiustizia, depressione, tristezza, sarai pronto a fare spazio a emozioni nuove.
  2. Coltiva ciò che vuoi tu: come fossero piante, ora sei pronto e decidi tu cosa seminare nel tuo Universo interiore, se lo riempi di terra poco fertile, cresceranno erbacce, se invece al contrario, lo annaffierai con frequenza e te ne prenderai cura, sarà più difficile che all’interno di noi crescano elementi nocivi, questo ti permetterà di provare amore, felicità, gioia, spensieratezza, realizzazione, armonia, pace e di vivere una vita altamente funzionale.
  3. Allena la resilienza: ricordi cosa diceva Stephen King? “Se la vita ti dà limoni, fatti una limonata.” Bene. Le persone resilienti sono quelle che riescono a fare la limonata con i limoni offerti dalla vita: perdite, delusioni, rotture, e così via.
    La resilienza, infatti, è la capacità di superare le avversità e andare avanti, e il modo migliore per allenarla è concentrandosi sugli eventi positivi, accettando le sfide come opportunità e fissando obiettivi flessibili e realisti.

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