Halloween: indossa una maschera e divertiti. Ma il giorno dopo buttala
Che ci piaccia o no, la notte del 31 ottobre, in tutto il mondo occidentale, si festeggia Halloween: l’unico periodo dell’anno, insieme al Carnevale, in cui è accettato da tutti indossare maschere in pubblico. Ma cosa succede se indossiamo una maschera invisibile tutti i giorni della nostra vita? E quali sono i motivi per cui decidiamo di presentarci al mondo mettendoci una o più maschere?
La risposta è semplice e lo dice la parola stessa: lo facciamo per mascherare, per modificare quelle sfaccettature di noi che non ci piacciono e che preferiamo nascondere.
Una maschera per essere migliori
Forse non tutti sanno che il termine “personalità” deriva dalla parola latina persōna che risale, probabilmente, dall’etrusco phersu = ‘maschera dell’attore’, ‘personaggio’.
La personalità si può definire come la somma delle abitudini, dei tratti, degli atteggiamenti e delle idee di un individuo, e si riflette esternamente nel nostro comportamento, nei ruoli e negli stati mentali che adottiamo; internamente nella nostra motivazione, negli obiettivi e nel modo in cui percepiamo noi stessi.
Le maschere che più o meno inconsapevolmente indossiamo, di fatto, sono le versioni modificate e abbellite delle parti di noi che, per un qualsiasi motivo, non ci piacciono, non accettiamo, o che preferiamo nascondere per farci accettare dagli altri.
Nel film “The Mask”, Jim Carrey riesce benissimo a illustrare, con un grande effetto comico, proprio come ognuno di noi indossi una maschera sociale per nascondere chi è veramente.
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Frutta e verdura devono esser presenti nella nostra dieta quotidianamente e per più volte a giorno.…Una maschera? Troppa fatica
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Ma perché, pur sapendo che non esiste la perfezione al mondo, la maggior parte di noi impiega un’incredibile quantità di tempo e di energia cercando di essere perfetto in tutto? Forse è perché amiamo la perfezione? Non credo. Penso invece che ognuno di noi sia naturalmente attratto dalle persone autentiche, reali.
Il fatto è che, per molti di noi, le maschere sono barriere protettive che adottiamo per affrontare un’essenziale insicurezza umana, e cioè che non siamo “abbastanza” così come siamo. Il mantenimento di questa maschera, o il ruolo ad essa associato, ci obbliga a limitare molto i nostri comportamenti, e non è un bel vivere, vi assicuro. Qualcuno potrebbe mostrarsi sempre allegro, per esempio, o sempre saggio e responsabile. Quanta fatica! Ci vuole molta energia per mantenere una maschera nella sua posizione. Per vivere meglio occorre rinunciare al perfezionismo e abbracciare la propria vulnerabilità.
Senza maschera è meglio. Credici
Spesso le persone pensano che, se mostrano chi sono veramente, perderanno la loro personalità e diventeranno noiose e poco interessanti. Ma l’autenticità è il contrario. Abbandoniamo la necessità di essere perfetti e ne scopriremo subito i benefici: togliere la maschera arricchisce la nostra personalità, non la impoverisce. Noi non siamo i nostri comportamenti, siamo molto di più! C’è una splendida frase del cantautore e scrittore Leonard Cohen che rende bene l’idea: “C’è una crepa in ogni cosa. E’ da lì che entra la luce”
Lasciala cadere
Quindi, se vogliamo far entrare la luce in noi, chiediamoci qual è la maschera che indossiamo? Qual è la maschera nascosta? Saperla riconoscere spesso è già sufficiente per consentirle di cadere.
E, per proseguire nel processo di “smascheramento”, possiamo seguire i consigli della sociologa Brene Brown , secondo cui le persone capaci di vivere la loro vita in modo pieno, incondizionato e di tutto cuore, si svegliano ogni mattina pensando: “Non importa cosa riesco a fare e che cosa resta ancora da fare, io sono abbastanza”. Non solo, vanno a letto la sera pensando: “Sì, sono una persona imperfetta e vulnerabile, e qualche volta ho paura, ma questo non cambia il fatto che sono anche una persona coraggiosa e merito amore e appartenenza”