Cervello: segreti da svelare con l’imaging molecolare
Cervello: apriamo il sipario su questo organo, grazie al quale ci lasciamo andare all’immaginazione. E’ possibile misurare l’immaginazione? Forse no.
Cervello: tecniche di imaging molecolare
Ma si può capire meglio il funzionamento del cervello, grazie alle nuove metodologie di imaging molecolare. Si tratta di una tecnica che ci permette di guardare il cervello mentre lavora. Parliamo di una delle nuove frontiere della Biochimica clinica.
Art & Show-Dal 25 al 27 aprile, Pic&Nic a Trevi, in Umbria
Dal 25 al 27 aprile, a Trevi si celebrerà la Primavera con Pic&Nic, un evento dedicato…Cervello: la terminologia
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Più propriamente, in verità, dovremmo parlare di encefalo, se ci riferiamo all’insieme delle strutture contenute all’interno della scatola cranica, delle quali il cervello è una parte (insieme al tronco encefalico e al cervelletto, ndr): quella preposta, appunto, alle funzioni cerebrali superiori. Le neuroscienze studiano l’attività del cervello, con la quale si determina la mente. Più in generale, si parla di psiche.
Il cervello: sede del pensiero, del ragionamento, dell’illazione, del ricordo.
Ma è possibile misurare il pensiero, che si espande a macchia d’olio, fin dove il cervello è soltanto un ricordo (sic!)?
Cervello: la parola all’esperto
Queste le parole del professor Marcello Ciaccio, presidente della Società italiana di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica: “Attraverso sofisticate tecniche siamo ormai in grado di analizzare il funzionamento di ogni organo del corpo umano nella sua interezza, non più basandoci solo su singole matrici biologiche come sangue, urina, tessuti, cellule. La Medicina di laboratorio si è enormemente evoluta e può contare su strumentazioni di imaging molecolare che rendono possibile monitorare l’organismo nella sua interezza, per consentire diagnosi sempre più mirate e verificare l’efficacia delle molecole utilizzate per la terapia. Si tratta di una vera rivoluzione perché il medico di laboratorio è ora in condizioni di studiare l’intero organismo umano e non solo parti di esso, non in vitro ma in vivo”.
Cervello: differenziare le diagnosi
Tutto il corpo può essere esaminato dal vivo, mentre funziona: vale anche per il cervello? Continua Marcello Ciaccio: “Questo è molto importante specialmente nello studio del sistema nervoso centrale: siamo in grado di osservare il metabolismo cerebrale in condizioni di normalità e patologia, permettendo di fare una corretta diagnosi differenziale, impossibile con gli strumenti della sola clinica. Ad esempio, si sono fatti enormi passi in avanti nella possibilità di eseguire diagnosi differenziali di forme patologiche come le demenze, la malattia di Parkinson e altri disturbi neurodegenerativi”.
Non soltanto, quindi, il fascino del cervello che si mostra nei processi che si determinano al suo livello: anche il punto di partenza per distinguere una patologia dall’altra, quando si parla di demenze.
Che cosa è cambiato ai giorni nostri?
“Oggi con le tecniche di imaging molecolare possiamo distinguere se un paziente è affetto da demenza vascolare o altre forme di deficit cognitivi. Così come è possibile diagnosticare se un paziente è affetto da malattia di Parkinson o da una sindrome parkinsoniana perché, pur provocando sintomi similari, hanno però cause diverse. Per capire l’origine della malattia utilizziamo oggi la spettroscopia in risonanza magnetica, metodologia atraumatica, atossica, che non prevede radiazioni, che ci consente di fare una diagnosi e successivamente di monitorare le molecole e di vedere se e come funzionano, eventualmente modificando le dosi o il tipo di farmaco per ottenere la migliore risposta terapeutica possibile”.
Fotografare il cervello: che cosa è cambiato (e che cosa cambierà)
“Il nostro Paese è all’avanguardia con la biochimica in vivo e non su matrici biologiche e questo approccio si applica per studiare patologie dei muscoli, della prostata, del fegato. Analogo discorso vale per la Farmacogenomica, che permette di realizzare la Medicina di precisione. Con le nuove tecniche di biochimica clinica possiamo oggi prevedere se un ciclo di chemioterapia funzionerà o no in quel particolare paziente, evitando trattamenti inutili”. Qualche altro passo, e arriveremo a fotografare il ragionamento, a fotografare il ricordo.