Qui e ora ? Ecco test e strategia per tornare al presente
Hai già sentito l’ esortazione ” vivi qui e ora ” ? E’ una delle prime frasi che fin dagli inizi della mia formazione come life coach mi sono sentita ripetere, e che avevo liquidato subito come troppo banale e senza significato.
Dopo ho capito che era un grande errore .
Vivere nel qui e ora – nel momento presente – significa che, ovunque tu sia fisicamente, sei anche lì psicologicamente ed emotivamente: dove tu esisti nel corpo, lo sei nella mente e nello spirito – interamente, veramente, pienamente – con ogni grammo del tuo essere.
E’ un concetto molto facile da capire, meno da applicare.
Vivere nel qui e ora: anche se non si è felici
Vivere nel qui e ora non significa necessariamente che tu sia felice o gioioso. Significa solo che, qualunque cosa tu stia vivendo in quel momento, lo stai sperimentando realmente, invece che fuggire da esso. Vivere nel qui e ora è uno stato di allineamento emotivo e psicologico ed è fondamentale per vivere una vita emotivamente sana.
Rosacea: conoscerla e trattarla per il benessere fisico ed emotivo
La rosacea è una malattia cronica della pelle che colpisce circa 415 milioni di persone in…Vivi nel qui e ora ? Rispondi a queste 3 domande per scoprirlo
Rosacea: conoscerla e trattarla per il benessere fisico ed emotivo
A.) Durante la scorsa settimana, quanto tempo hai trascorso in modo pienamente presente nella vita?
(1) La maggior parte delle volte. Non sempre ci riesco ma, in generale, vivo nel qui e ora.
(2) Alcune volte. Ho dei brevi flash di vita nel momento presente, ma il più delle volte sono parzialmente concentrato altrove.
(3) Praticamente mai. Sono stato costantemente distratto, ripensando al passato o anticipando nervosamente il futuro, oppure ero psicologicamente assente dal momento presente.
B. Durante la scorsa settimana, quante volte sei stato così immerso in un’attività che alla fine dell’attività sei rimasto sorpreso dalla velocità con cui il tempo è passato?
(1) Mi sono sentito in questo modo almeno cinque volte.
(2) Mi sono sentito in questo modo almeno una volta, ma meno di cinque volte.
(3) Non mi sono mai sentito così durante la scorsa settimana.
C. Proprio ora, mentre leggi questo, quanto sei concentrato su queste parole?
(1) 100 percento. Sono qui. Sono con te. Sono nel qui e ora.
(2) Almeno il 70 percento. Sto leggendo questo quiz ma c’è una parte di me che sta pensando alle altre cose che dovrei fare.
(3) Sto rileggendo questo passaggio per la seconda o terza volta perché mi distraggo facilmente.
Risultati del test sul qui e ora
Punteggio totale 3-5: Stai vivendo nel presente, buon per te! Continua così, non distrarti dal tuo flusso, sei quasi un Buddha.
Punteggio totale 6-7: vivi momenti in cui sei nel qui e ora, ma la maggior parte del tuo tempo lo trascorri in vari stati di assenza.
Punteggio totale 8-9: Ahi…. sei totalmente assente, che cosa ti impedisce di vivere il momento presente?
Vivere nel qui e ora: perché è così difficile?
Se vivere il momento presente migliora il nostro benessere ed è essenziale per arrivare alla fase successiva, potresti chiederti: “Perché mi prendo la briga di scappare dal presente?”
La risposta a questa domanda è una semplice parola di sei lettere: dolore.
Siamo tutti, per fortuna, “programmati” per allontanarci istintivamente da ciò che ci fa male, dal dolore. E questo funziona perfettamente per il dolore fisico. Se il nostro dito tocca qualcosa di intensamente caldo, allontaniamo immediatamente la mano senza nemmeno pensarci. Funziona così anche per il dolore psicologico: quando sperimentiamo disagio o dolore psicologico, proviamo istintivamente a scappare. Ma il problema è che non possiamo scappare dal dolore che c’è dentro di noi, perché non c’è nessun posto dove andare. Quindi cerchiamo di fare la cosa migliore: uscire dal presente. Diventiamo assenti.
Vivere nel qui e ora: che cosa si può fare?
Vivere nel qui e ora è possibile, richiede solo un piccolo sforzo. Occorre smettere di lottare contro i pensieri che ci portano via dal presente ed onorarli, ecco una strategia in tre passi:
1. Ascolta i tuoi pensieri per un momento o due. Smetti di fare ciò che stai facendo e chiediti: “di cosa parlano questi pensieri?“. Pronunciare i pensieri ad alta voce o scriverli ti aiuterà a sentire ciò che la tua mente o il tuo cuore ti stanno dicendo. Se decidi di scrivere i pensieri, fai in modo che siano brevi. E ricorda che l’obiettivo è mostrare rispetto per i tuoi pensieri e sentimenti in modo da poter liberare il tuo desktop mentale per riportarti a vivere nel momento presente.
2. Riconosci l’importanza di questi pensieri o sentimenti. Non puoi eliminarli, quindi meglio farseli amici. I tuoi pensieri invasivi non avranno più bisogno di urlare contro di te per attirare la tua attenzione se lavori con loro. Se questi pensieri continuano a emergere e t’impediscono di vivere il qui e ora, devono esserti utili in qualche modo! Puoi abbassare efficacemente il loro volume riconoscendoli come importanti e degni del tuo tempo e della tua attenzione.
Se riconosci consapevolmente il loro valore dovrebbero, in qualche modo, lasciarti in pace.
3. Dedica tempo, energia e risorse per affrontare questi pensieri o sentimenti. Scegli un orario della tua giornata e segnalo sul calendario, prendi un impegno con te stesso per ascoltare i tuoi pensieri ogni giorno e coglierne il messaggio.
Ecco la sfida: devi mantenere questo impegno. Se ascolti e riconosci il valore di questi pensieri e poi impegni le risorse per affrontarli, ma poi, in realtà, non rispetti il tuo impegno, potrebbe essere più difficile quietarli la prossima volta.
Già il filosofo, matematico, fisico, e teologo francese Blaise Pascal aveva osservato la cattiva abitudine umana di non vivere il presente:
“Non ci accontentiamo mai del presente. Anticipiamo il futuro perché tarda a venire, come per affrettarne il corso, o richiamiamo il passato per fermarlo, come fosse troppo veloce, così, imprudentemente, ci perdiamo in tempi che non ci appartengono, e non pensiamo al solo che è nostro, e siamo tanto vani da occuparci di quelli che non sono nulla, fuggendo senza riflettere il solo che esiste. Ciò dipende dal fatto che di solito il presente ci ferisce. Lo nascondiamo alla nostra vista perché ci affligge, e quando è piacevole temiamo di vederlo scappare. Tentiamo di sostenerlo con il futuro, e ci impegniamo a disporre di cose che non sono in nostro potere, per un tempo a cui non siamo affatto certi di arrivare. Ciascuno esamini i propri pensieri. Troverà che sono tutti concentrati nel passato o nell’avvenire. Non pensiamo quasi per niente al presente, e se ci pensiamo è solo in funzione di predisporre il futuro. Il presente non costituisce mai il nostro fine. Passato e presente sono mezzi, solo l’avvenire è il nostro fine. Così non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e preparandoci sempre a essere felici è inevitabile che non lo siamo mai” (Blaise Pascal-Pensieri)