André Aciman, quando l’amore è caleidoscopico
André Aciman è scrittore pienamente consapevole del significato profondo del termine cosmopolita, che ha imparato a conoscere sulla propria pelle, abitando il mondo in tempi diversi della sua vita: di origine turca, ha vissuto ad Alessandria d’Egitto, a Roma, a New York, in un melting pot personalissimo di lingue e culture.
L’Italia, patria elettiva di una famiglia ebraico-sefardita sfuggita alle persecuzioni messe in atto da Nasser in Egitto alla metà degli anni sessanta, è rimasta impressa nei ricordi dello scrittore quel tanto che basta per trasformarla nello sfondo delle sue narrazioni, che si tratti della Liguria presente nel romanzo “Chiamami col tuo nome” (2007) o di un’assolata isola del sud (San Giustiniano) dove si snodano le vicende, ma soprattutto le memorie, del protagonista di “Variazioni su un tema originale” (2017).
Prendendo spunto da ciò che le Variazioni sono nel linguaggio musicale, André Aciman prende in considerazione il tema solo apparentemente semplice delle relazioni amorose per declinarlo in cinque diverse forme, legate tra di loro dall’unico protagonista, slegate però sotto l’aspetto del rincorrersi cronologico, essendo momenti diversi di un unico tempo della vita.
L’amore, a detta dello scrittore, non va imbrigliato in categorie preconcette, chiare e dai confini precisi come lo possono essere le etichette sui vasetti di marmellata: l’amore è fluido, scivola tra le dita di chi crede di averlo afferrato, rispecchia la liquidità di una società ancora imbarazzata più dal dire come stanno le cose che dal farle, le stesse medesime cose.
André Aciman, il ricordo come strumento di conoscenza
“Enigma Variations” è il titolo originale del libro in questione, che ci dispiega in tutta la sua complessità, mascherata da un’apparente semplicità, la portata del tema in discussione: la relazione amorosa è un enigma davvero, le pulsioni che ci spingono verso una persona anziché verso un altro sono certo il risultato di un processo chimico, ma perché proprio quello? Perché verso quel determinato individuo, di un certo sesso e di un certo vissuto?
Sono domande che si pone anche Paul, il protagonista della vicenda narrata.
Va detto che il romanzo di Andrè Aciman segue un percorso cronologico legato alla memoria di Paul e non al suo vivere quotidiano, per cui ci troviamo a rivivere con lui cinque fondamentali momenti della sua esistenza, caratterizzati da altrettanti oggetti del desiderio, in cinque successivi capitoli del libro.
Correre dietro ai ricordi è impresa faticosa, come ci ha insegnato la proustiana ricerca del tempo perduto, richiede introspezione e sincerità con se stessi, via ogni menzogna rassicurante, via ogni consolatoria finta verità.
Paul ha più di vent’anni ed è fresco di laurea quando si appresta alla sua prima ricerca: da dieci anni non torna sull’isola delle sue vacanze, dove trascorreva l’estate con la famiglia nella casa di proprietà, bruciata e saccheggiata poi in seguito ad un incendio.
Sono stati dieci anni in cui la sua identità sessuale ha cercato di consolidarsi, ma senza successo: in un contesto sociale manicheo, dove o si è etero o si è omosessuali, Paul rientra a fatica, dal momento che per lui la linea di confine è labile e soprattutto facilmente valicabile.
E’ per dare consistenza a se stesso, alle sue scelte, che Paul è ritornato nell’isola, dove nell’ultima sua estate ha vissuto una improvvisa bruciante passione per l’ebanista incaricato di restaurare dei mobili di famiglia.
Bello, spigliato, abile nel suo lavoro, Nanni lo colpisce sin dal primo momento con i suoi occhi, le sue mani che accarezzano il legno, il tono rassicurante della sua voce.
Dall’incontro iniziale in poi è tutto un crescendo di sensazioni e sentimenti vissuti a distanza, che adesso, dopo dieci anni, Paul vorrebbe confrontare con la consistenza della realtà, ma gli è negato dal fatto che, con suo grande disappunto, Nanni non vive più sull’isola, è sparito, apparentemente nel nulla.
A questo primo capitolo della sua vita ne seguono altri quattro, equamente distribuiti tra uomini e donne. Ad accendere i sensi di Paul in altri contesti della sua vita sono infatti Manfred, di cui ammira il corpo statuario negli spogliatoi del circolo del tennis che entrambi frequentano per anni, ma anche Maud, che potrebbe regalargli la più tranquilla tra le relazioni intraprese, non riuscendo però a fargli raggiungere i picchi di passione che gli regala Chloe, una compagna di studi che ritorna saltuariamente nella sua esistenza, la scompiglia per un breve momento per poi scomparire nell’oblio. E infine una giovane scrittrice.
Eccole, le cinque variazioni, che lo scrittore ritiene possano essere lette come variazioni sul tema dell’assenza, perché in ognuna di esse Paul cerca un appiglio in ciò che è stato ma non è più, perché noi crediamo sempre di possedere due vite, la seconda delle quali destinata a correggere gli errori della prima, senza così accorgerci che arriviamo esausti e sconfortati alla fine della prima, con tanti rimpianti ma senza un’altra opportunità.
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E’ fuor di dubbio che in questo romanzo a far da padrone sia l’amore visto nella sua declinazione sessuale e non immaginifica, con uno scarto incolmabile da altre storie contemporanee legate alla stessa tematica.
André Aciman è scrittore, non scribacchino improvvisato.
Nelle sue pagine ogni rapporto è trattato con rispetto e delicatezza, senza nulla togliere né aggiungere al manifestarsi dei sentimenti e delle passioni; non vi è nulla destinato a far breccia nella pruriginosa curiosità di un certo target di lettori, tutto è raccontato con cristallina trasparenza e rappresenta lo scavo nei meandri di un animo tormentato, alla ricerca di una pace che sembra irraggiungibile, anche nell’ultimo dei cinque capitoli.
Parlare di omosessualità e bisessualità non dovrebbe più essere considerato un tabù infranto, eppure nella realtà di ogni giorno capita ancora di dover fare in merito amare riflessioni.
L’enigma del desiderio non è una specificità di Paul, l’anello che non tiene nella catena del politicamente corretto, può essere invece il sentimento celato per paura da ciascuno di noi, mai accettato e dunque mai esternato a se stessi.
Tutto il meglio che l’amore sa regalarci, dice Aciman, è contenuto nella nostra testa, più che nel nostro corpo: è così che il suo racconto, nutrito anche fortemente di amori impossibili, non concretizzabili, si snoda tra presente e passato, sempre lineare nella sua naturalezza.
Ogni rapporto d’amore è bello, ce lo conferma il rapporto strettissimo tra Paul e suo padre, dal quale i due uomini hanno implicitamente escluso la madre, impossibilitata a comprendere il loro linguaggio fatto di silenzi e di complicità.
La regola del cuore è l’assenza di regole, l’amore è sentimento universale che attraversa gli uomini, lo spazio e il tempo: ne è testimonianza, in apertura di romanzo, la citazione di Aciman, da uno dei più grandi scrittori che abbiano saputo parlare d’amore, Dante Alighieri: “Amor, che nella mente mi ragiona”.
La spiegazione è tutta in quelle sei parole.
TITOLO : Variazioni su un tema originale
EDITORE : Guanda
PAGG. 300, EURO 18,00