Terme, che passione! Da tempo immemorabile, si considerano le proprietà utili delle acque e si frequentano le terme. Ma dove nacquero le prime strutture? In luoghi nei quali era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque calde o dotate di particolari doti curative.
Nell’antica Roma, con il tempo, in ispecie nel corso dell’età imperiale, le terme si diffusero anche dentro le città e si perfezionarono le tecniche di riscaldamento delle acque. Le terme sono un’abitudine che ha accompagnato la civiltà. Georges Simenon (Liegi, 13 febbraio 1903 – Losanna, 4 settembre 1989), in Maigret a Vichy, porta il suo famoso personaggio a bere le acque della nota località francese: “Per discrezione, avevamo sinora omesso di segnalare ai nostri lettori la presenza a Vichy di una celebrità, il commissario Maigret, il quale si trova qui non per dovere professionale ma per approfittare, come tanti altri illustri personaggi prima di lui, delle proprietà curative delle nostre acque”.
Il cosmo multiforme delle terme: con le buone abitudini, si insegue la salute di ferro.
Abbiamo interpellato una serie di esperti, al fine di focalizzare le caratteristiche e le qualità delle terme.
Carlo Sturani, direttore scientifico sanitario delle Terme di Sirmione, specialista nelle malattie dell’apparato respiratorio, si è espresso in questo modo: “Le cure termali sono riconosciute come efficaci e appropriate per molte patologie croniche o recidivanti dai cittadini ‘pazienti’ e dai medici di famiglia che constatano una riduzione delle riacutizzazioni, dell’impiego di farmaci e dell’ospedalizzazione che si mantiene nel tempo con una vera e propria azione di prevenzione per tutte le fasce d’età. I trattamenti termali, per svariate patologie muscoloscheletriche, reumatiche, respiratorie, della pelle e altre malattie sono inclusi nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del Servizio sanitario nazionale. Il Servizio nazionale sanitario, con il decreto del 2017, garantisce per molte e rilevanti patologie l’erogazione delle cure termali con finalità preventiva oltre che curativa e riabilitativa tenendo conto delle consistenti evidenze scientifiche acquisite nelle ultime 2 decadi e della verifica di un significativo risparmio in ambito sanitario”.
Terme: un riconoscimento a livello mondiale
Continua Carlo Sturani: “Fin dal 2014 l’Organizzazione mondiale della sanità riconosce alle cure termali un ruolo importante come presidio di salute e di prevenzione per molte malattie cronico-degenerative. Di fatto, da molto tempo le terme in Europa fanno già parte di quella rete di strutture idonee per un ruolo significativo nella cura integrata di molte patologie croniche in tutte le fasce di età”.
Cure termali e loro utilizzo
“Le cure termali sono utilizzate oggi nel 40% per l’osteoartrosi e le patologie reumatologiche (fibromialgia…), nel 18% dei casi per le patologie respiratorie (bronchiti, rinosinusiti, otiti croniche), nel 17% dei casi per le patologie dermatologiche (dermatiti, psoriasi) e ginecologiche”.
Inquinamento e cure termali
“La ricorrente e sempre più grave emergenza smog favorisce lo sviluppo di malattie croniche dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio determinando frequenti e gravi riacutizzazioni dei sintomi in chi già ne è affetto. Un aiuto contro queste patologie può arrivare dalle cure termali: inalazioni, balneoterapia termale, fanghi hanno dimostrato di esercitare effetti terapeutici positivi.
Lo confermano le evidenze di decine di studi clinici pubblicati su autorevoli riviste scientifiche che hanno dimostrato l’efficacia delle cure termali per bronchiti semplici o croniche, sinusiti, ma anche per malattie otorinolaringoiatriche quali laringofaringite e otite cronica”.
Terme e bpco
“In particolare per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), patologia caratterizzata da una persistente e progressiva limitazione al flusso aereo, e associata ad un’aumentata risposta infiammatoria cronica delle vie aeree e del polmone a particelle nocive o gas.
La Bpco è tra i principali responsabili della mortalità e nel 2030 diverrà la terza causa di morte a livello mondiale. In Italia è la causa del 50% circa delle morti per malattie respiratorie.
La Bpco si deve prevenire: fondamentale è evitare i maggiori fattori di rischio, cioè fumo di sigaretta e inquinamento atmosferico”.
I benefici delle cure termali per le vie respiratorie
“Sono diversi i meccanismi che procurano effetti benefici: le cure termali inalatorie con acque sulfuree svolgono un’azione mucolitica, antiossidante e antiinfiammatoria molto importante per migliorare i sintomi, diminuire la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni e contribuire a contrastare la progressione del danno broncopolmonare indotto dal fumo e dall’inquinamento. Otiti, faringiti, bronchiti, allergie: sono solo alcuni dei più frequenti disturbi respiratori in età pediatrica. In particolare l’otite (che colpisce almeno un bambino su 5 sotto i 9 anni) può divenire grave e invalidante se si ripete troppo spesso, e l’impiego degli antibiotici è molto frequente. L’inquinamento e il fumo passivo contribuiscono in misura determinante all’impatto di queste patologie nei bambini”.
Terme e sordità
“Studi condotti nell’ambito del centro studi per la sordità rinogena di terme di Sirmione e pubblicati su riviste nazionali e internazionali in collaborazione con la fondazione per la Ricerca scientifica termale Forst hanno dimostrato la straordinaria efficacia preventiva a lungo termine e terapeutica in queste affezioni ricorrenti delle alte vie respiratorie delle cure inalatorie con acque sulfuree. Va sottolineato il significato preventivo della cura termale e il fatto che invece nelle fasi di otite acuta la cura termale non è indicata e non sostituisce comunque la cura con gli antibiotici. L’idrogeno solforato che caratterizza le acque sulfuree come quelle di Sirmione, diminuisce lo stato infiammatorio in generale: non solo nella Bpco, ma anche in situazioni caratterizzate da infiammazione ad andamento cronico e ripetitivo in altri organi come la pelle, in particolare nei casi di psoriasi e dermatite atopica. Nelle 2 ultime decadi molti studi scientifici nazionali e internazionali, dimostrano in modo crescente l’efficacia della Medicina termale e dell’uso delle sue acque, in particolare di quelle sulfuree nelle malattie artroreumautiche, otorinolaringoiatriche, respiratorie, dermatologiche, vascolari, ginecologiche ecc., secondo un elenco approvato dal Ministero della Salute e che da la possibilità ad ogni cittadino di usufruire di un ciclo di cure termali all’anno, pagando un ticket, che raggiunge al massimo i 50 euro, se non si rientra nelle categorie degli ‘esenti’”.
Terme e osteoporosi, arteriosclerosi e ipertensione
“Osteoporosi, arteriosclerosi e ipertensione sono oggi le nuove frontiere della ricerca: su questo versante Gruppi di ricerca italiana e stranieri hanno dimostrato negli ultimi dieci anni, con studi in vitro e in vivo sugli animali, che i solfuri contenuti nell’acqua termale sono in grado di ritardare la progressione di queste patologie grazie alle azioni antinfiammatoria, antiossidante e trofica. I risultati della recente Consensus conference Italiana sulla riabilitazione in ambito termale presentati nel 2017 dal Ministero della Salute confermano il ruolo della riabilitazione in ambito termale in termini di qualità di vita dei pazienti con patologie muscolo-scheletriche e di riduzione delle liste d’attesa e della spesa sanitaria”.
Strutture termali nel circuito riabilitativo
“L’inserimento delle strutture termali nel circuito riabilitativo per il trattamento delle malattie muscolo-scheletriche rappresenta una risorsa rilevante e di sicuro impatto in termini di risparmio della spesa del Servizio sanitario nazionale, consente una riduzione delle liste di attesa ed è un’opportunità per i pazienti, che avrebbero la possibilità di usufruire di cure di alto livello in strutture maggiormente confortevoli anche dal punto di vista psicologico”.
Terme e artrosi
“Le cure termali sono utili in pazienti affetti da diverse forme di artrosi, così come post-intervento chirurgico di natura ortopedica a carico di diverse articolazioni e della colonna vertebrale. Inoltre, è prevedibile per questi pazienti un programma riabilitativo che preveda anche l’esercizio terapeutico in acqua termale (crenochinesiterapia), con un alto profilo di sicurezza, buoni risultati a lungo termine e la possibile integrazione con gli altri trattamenti di natura farmacologica e non”.
Secondo il sottosegretario del Ministero della Salute, inoltre, “Le cure termali sono l’esempio concreto di processi importanti, sia per la prevenzione sia per quel che riguarda l’azione terapeutica, che possono anche incrementare la deospedalizzazione, ovvero uno dei processi che in questo Paese bisogna agevolare. Se abbattiamo le spese sanitarie inutili, riusciamo a investire sulla sanità in processi utili ai cittadini e compiamo un importante impegno nella direzione della qualità della salute.”
Terme di Sirmione
Carlo Sturani conclude delineando il quadro delle terme di Sirmione:
“Oggi Terme di Sirmione presenta una logica e una struttura di interventi di salute globale che integrano e completano l’offerta tradizionale e attiva percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione che si prendono a carico la salute della persona.
A tal fine sono stati introdotti nuovi servizi e ambiti di competenza che si integrano con le rinomate specializzazioni di terme di Sirmione in Otorinolaringologia, Broncopneumologia e Reumatologia: Dermatologia Clinica ed Estetica, Ginecologia e Uroginecologia, Servizio nutrizionale, Riabilitazione, Osteopatia e Servizio vascolare.
Il team di lavoro ha specifiche competenze ed è orientato all’approccio interdisciplinare richiesto dai nuovi programmi diagnostico-terapeutici; professionisti che possono contare anche sul supporto di tecnologia di ultima generazione.
I progetti salute sono strutturati in diverse aree di intervento che includono la prevenzione, l’educazione e la diagnosi precoce attraverso check up e programmi ad hoc integrati: Bambini sani, la Salute dei giovani adulti, la Salute degli anziani e Salute Donna. Con l’obiettivo di prevenire sempre, in tutte le fasi della vita, il più precocemente possibile seguendo uno stile di vita sano. I programmi di prevenzione, fra loro integrati, ed i check up di terme di Sirmione hanno la finalità di contrastare i 4 grandi fattori di rischio (ipertensione, fumo, alcol, sovrappeso) e le loro conseguenze fra le quali la più grave è rappresentata dalla mortalità fra i 30 e i 40 anni per le malattie croniche non trasmissibili (tumori, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche, diabete)”.
Terme: l’idrogeno solforato e il suo ruolo patofisiologico
Terme: quanto bene fa l’idrogeno solforato! E’ contraddistinto dal caratteristico odore di uova marce ed è considerato capace di contrastare diverse malattie, da quelle cardiovascolari ai tumori. Ma è noto anche come inquinante. Così si è espresso in argomento Giuseppe Cirino, professore ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, tra i primi 100 ricercatori italiani nel mondo e tra i primi 10 ricercatori in Italia nella disciplina farmacologia: “Le sostanze gassose costituiscono una classe di molecole indispensabile per il mantenimento omeostatico dei sistemi biologici. A differenza dei classici mediatori quali ormoni, neurotrasmettitori o fattori di crescita, hanno modalità di biosintesi, rilascio e meccanismo d’azione del tutto diversi. A causa dello stato fisico che la caratterizza, una sostanza gassosa, non può essere immagazzinata in strutture vescicolari ma deve essere sintetizzata in risposta alla specifica necessità dell’organismo; per questa ragione la biosintesi enzimatica dei gas-trasmettitori è sottoposta ad una finissima serie di meccanismi regolatori. L’Ossido nitrico No è stato il primo gasotrasmettitore ad essere stato identificato e per la cui scoperta è stato conferito il premio Nobel nel 1998. L’idrogeno solforato fu identificato dagli alchimisti come Aer hepaticus (aria epatica) ed è conosciuto, fin dal XVIII secolo, come inquinante ambientale. Il corpo umano normalmente metabolizza H2S convertendolo in zolfo e in tiosolfati che poi vengono escreti. L’H2S nel corpo umano è sintetizzato principalmente dalla cistationina-β sintasi e dalla cistationina-γ-liasi utilizzando come substrato la L-cisteina per produrre H2S e come co-fattore il piridossal -5’- fosfato (vitamina B6).
L’ H2S riveste un ruolo importante nella omeostasi di diversi sistemi del nostro organismo come quello nervoso, respiratorio e cardiocircolatorio. In questi ultimi 10 anni sono stati condotti studi e si sono accumulati dati sperimentali che hanno dimostrato il coinvolgimento di H2S nella modulazione del tono della pressione sanguigna, delle funzioni cardiache della nocicezione, e nella regolazione della risposta infiammatoria polmonare e nella funzione erettile”.
Prevenzione delle malattie cardiovascolari: a che punto siamo?
Uno dei punti focali delle attività compiute al livello delle terme è la prevenzione, che però si declina a tre dimensioni. Non soltanto, dunque, alle terme. Ecco quanto ha dichiarato Enrico Agabiti Rosei, direttore del dipartimento di Scienze cliniche e sperimentali dell’Università degli Studi di Brescia e direttore del centro per la Prevenzione e la Cura dell’Ipertensione arteriosa e dei fattori di Rischio cardiovascolare dell’Università degli Studi di Brescia: “Le malattie cardiovascolari contribuiscono in modo determinante alla cosiddetta epidemia di ‘malattie croniche non trasmissibili’, e rappresentano la prima causa di morbilità e mortalità in tutto il mondo. In Europa esse sono responsabili di eventi fatali in più del 40% dei casi negli uomini e in più del 50% nelle donne. La World heart federation ha lanciato una campagna per ridurre del 25% la mortalità per malattie cardiovascolari entro il 2025 (“25 by 25 Global Target”) ed ha stabilito alcuni obiettivi prioritari per raggiungere questo scopo: riduzione del 10% dell’uso di alcolici e della sedentarietà, riduzione del 30% dell’assunzione di sale e del consumo di tabacco, riduzione del 25% dei casi di ipertensione, nessun aumento dell’incidenza di obesità e diabete. I fattori di rischio tradizionali sono ben noti, alcuni di essi non sono modificabili (età, genere maschile, familiarità), altri sono prevedibili e correggibili (ipertensione, dislipidemia, obesità, diabete) con uno stile di vita adeguato, condotto in modo continuo, regolare e iniziato in una fase precoce della vita. Una dieta corretta, senza uso di sostanze dannose, ed una attività fisica regolare rappresentano le basi fondamentali per prevenire e trattare i fattori di rischio cardiovascolari conosciuti, per i quali son anche disponibili farmaci assai efficaci e ben tollerati”.
Benessere e aderenza alla terapia farmacologica prescritta
“Purtroppo, un enorme problema è rappresentato dalla scarsa aderenza alle indicazioni per un corretto stile di vita ed alla terapia farmacologica prescritta. Infatti, in media, dopo un anno, circa il 50% dei pazienti sospende la terapia prescritta per ridurre la pressione arteriosa o per il controllo della colesterolemia o della glicemia. Tutto questo si traduce in un eccesso di complicanze cardiovascolari e ospedalizzazioni. Sulla base dei dati amministrativi della Regione Lombardia è stato calcolato che se i pazienti ipertesi assumessero costantemente i farmaci prescritti, il tasso di ospedalizzazione per infarto ed ictus si ridurrebbe di circa il 13%. Pertanto i fattori di rischio tradizionali conosciuti non esauriscono tutte le cause di malattie cardiovascolari. Infatti, si sono aggiunte nuove cause e meccanismi fisiopatologici, ancora oggi da definire completamente, che tuttavia devono essere considerati per un approccio completo ed efficace. Sarà importante approfondire il ruolo delle malattie infiammatorie sistemiche, di nuove terapie come i farmaci anticancro, dell’inquinamento atmosferico, di fattori psicosociali. Le più recenti linee guida per la prevenzione cardiovascolare raccomandano valutazioni periodiche per la diagnosi precoce di ipertensione e diabete mellito nelle donne che hanno avuto gravidanza caratterizzata da preeclampsia o parto prematuro. In sostanza, la prevenzione delle malattie cardiovascolari deve iniziare assai precocemente, deve essere applicata sulla base delle conoscenze consolidate, ma richiede ancora impegno e ricerca scientifica per un più preciso inquadramento nei singoli casi”.
Importanza della prevenzione nell’infanzia
Obiettivo prevenzione: come appare chiaro, è vitale. Si incomincia nel corso dell’infanzia. Alberto Ugazio è il direttore dell’Istituto per la Salute del bambino e dell’adolescente, Irccs Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Si è espresso in questo modo: “Nel recente passato milioni di bambini morivano ogni anno in tutto il mondo di vaiolo, poliomielite e anche di semplice diarrea. Nel 1960, moriva nel mondo il 18,5 % dei bambini nei primi 5 anni di vita: quasi un bambino su 5. Oggi questa percentuale è scesa al 4,3% (dati Oms). Si tratta ancora di numeri eticamente inaccettabili (nel 2016, sono morti 4 milioni circa di bambini sotto l’età di 5 anni). Tuttavia la drammatica riduzione della mortalità infantile illustra in maniera eloquente la diffusione globale degli strumenti di prevenzione e di promozione della salute che hanno sempre giocato un ruolo di primo piano nell’approccio pediatrico al bambino e al suo ambiente familiare e sociale. Fino a pochi anni or sono, le strategie di prevenzione si sono concentrati sulle malattie infettive – igiene personale e ambientale, vaccinazioni – e proprio questa focalizzazione è alla base della riduzione della mortalità infantile. Ma se consideriamo la mortalità globale (dati OMS), ancora nel 2000 ben 4 delle prime 10 cause di mortalità erano rappresentate da malattie infettive. Nel 2015 due sole malattie infettive – la diarrea e la tubercolosi – figurano ancora tra le prime 10 cause di mortalità e per giunta occupano per importanza l’ottava e la nona delle prime dieci posizioni. Ormai le malattie croniche non trasmissibili (NCD, Non comunicable diseases) – dalle malattie cardiovascolari alla malattie croniche polmonari, dal diabete di tipo 2 alle malattie neurodegenerative – rappresentano il più rilevante problema sanitario sia dei Paesi ad economia avanzata che di quelli in via di sviluppo. Sono responsabili di quasi il 70% della mortalità globale e di oltre il 90% di quella del nostro Paese e di tutti i Paesi ad economia avanzata. Questa vera e propria epidemia ha gravi ripercussioni sulla qualità di vita della popolazione e un impatto socio-economico altrettanto importante, spesso sottovalutato. Trova certamente origine nei profondi cambiamenti dello stile di vita che sono intervenuti in questi ultimi cento anni con la crescente disponibilità di alimenti, di mezzi di trasporto e di comunicazione. Di conseguenza la prevenzione delle NCDs si fonda sull’adozione di stili di vita salutari ed essenzialmente su un’alimentazione più equilibrata, sulla promozione dell’attività fisica e sulla promozione di un ecosistema libero da pollutanti. Occorre quindi in primo luogo orientare la promozione della salute verso la promozione di uno stile di vita salutare. L’esperienza dimostra che l’adozione di stili di vita salutari in età adulta – per quanto benefica e quindi da perseguire – è difficile da ottenere e ancor più da mantenere nel tempo. Sono senz’altro in gioco meccanismi psicologici che rendono difficoltoso il cambiamento di stili di vita ormai radicati nella propria vita vissuta. E’ quindi sempre più evidente che l’approccio ottimale è l’adozione di stili di vita salutari quanto più precocemente possibile, quindi fin dalle prime età della vita. Ma c’è di più. Gli studi condotti in questi ultimi venti anni dimostrano in modo ormai solido che le influenze dell’ambiente durante le prime fasi della vita – dal concepimento fino approssimativamente al secondo anno (“i primi 1000 giorni”) – condizionano il rischio biologico di andare incontro a malattie non trasmissibili molto più tardi nel corso della vita (“Developmental origins of Health and Disease”, DOHaD). Sono in gioco complessi meccanismi epigenetici che, in risposta ad influenze ambientali, regolano e programmano l’espressione del nostro patrimonio genetico. L’ambiente del feto è prima di tutto il grembo materno: una madre obesa, affetta da diabete gravidico, che fuma o vive in un ambiente di fumatori, invia al genoma dell’embrione e del feto segnali molecolari che ne condizionano il funzionamento aumentando il rischio che, da adulto, sia maggiormente esposto al rischio di diventare esso stesso obeso e affetto da NCD. Analogamente, se è compromessa la salute del padre, i suoi spermatozoi veicoleranno messaggi molecolari altrettanto rischiosi per il futuro dell’embrione e del feto. Qualunque programma di prevenzione primaria delle malattie non trasmissibili deve quindi puntare necessariamente sull’adozione di stili di vita salutari in età riproduttiva, assai prima del concepimento, in modo che l’embrione e il feto possano svilupparsi nelle migliori condizioni ambientali e che dopo la nascita il bambino possa crescere in condizioni ambientali altrettanto ottimali, particolarmente nei suoi ‘primi mille giorni’. D’altro canto, non è neppure ipotizzabile che genitori obesi o sedentari possano avviare efficacemente il figlio verso uno stile di vita salutare. La promozione della salute e la prevenzione delle NCDs nelle prime età della vita devono necessariamente partire dai banchi di scuola, dalla acquisizione della ‘Health literacy’ (la cosiddetta ‘alfabetizzazione sanitaria’), vale a dire delle ‘…abilità cognitive e sociali che determinano le motivazioni e la capacità di procurarsi, di comprendere e di utilizzare le informazioni indispensabili per promuovere e mantenere una buona salute’ (Who, 2009)”.
Avanti a tutta forza, in direzione della ricerca scientifica: “Per realizzare questo obiettivo è necessario che una quota crescente di risorse venga destinata alla ricerca scientifica e alla promozione della salute in questo campo e che la pediatria assuma sempre più e sempre meglio un ruolo di ‘advocate’ del bambino, promuovendo un ampio movimento volto a creare sinergia tra il mondo della sanità e un vasto, differenziato ventaglio di stakeholder: dagli educatori ai professionisti della comunicazione, dagli imprenditori agli amministratori pubblici, dal mondo termale al mondo dello sport. La Pediatria, che ha svolto negli ultimi cent’anni un ruolo cruciale nella prevenzione delle malattie infettive, nel crollo della mortalità infantile e nello straordinario incremento dell’aspettativa di vita, deve oggi affrontare una nuova sfida: prevenire in età pediatrica l’epidemia di NCD che coinvolge prevalentemente l’adulto e l’anziano”.