Federico Maria Rivalta e il suo giornalista investigatore, golfista per passione
A fronte della passione per il genere giallo che sembra dominare il pubblico dei lettori italiani (e non solo), Federico Maria Rivalta, milanese quasi sessantenne, ha dato vita ad un personaggio seriale protagonista incontrastato di avventure tra il serio e il faceto.
Si chiama Riccardo Ranieri, di professione giornalista, coinvolto suo malgrado nella prima indagine della serie in quanto rivestito dall’autore dell’ingrato ruolo di potenziale vittima.
Come Federico Maria Rivalta, anche il Ranieri vive in Veneto, sui colli Euganei diventati letterariamente famosi dopo che Ugo Foscolo vi ambientò il suo romanzo epistolare, “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”.
Scrittore e personaggio condividono lo stesso passato: hanno vissuto a Milano e poi hanno deciso di lasciarsi alle spalle la metropoli con la sua frenesia per rifugiarsi in un angolo d’Italia dove la bellezza della natura e della solitudine sono più che sufficienti per riconciliarsi col mondo.
Entrambi hanno due grandi passioni, il golf e i pastori tedeschi, a cui si dedicano con entusiasmo e costanza.
Riccardo Ranieri si occupa di economia per conto del Mattino di Padova, fuma sigari toscani, patisce il mal d’auto ed è sensibile al fascino femminile: queste caratteristiche appaiono decisamente connotate sin dalla sua prima apparizione nel romanzo “Un ristretto in tazza grande”, da poco ripubblicato in una nuova edizione riveduta, a cui hanno già fatto seguito altre avventure tra mantidi ed iguane.
Nessuno è perfetto, neanche l’eroe positivo di Federico Maria Rivalta
Creare un investigatore (anche dilettante, come Ranieri) non è cosa facile: da un lato occorre soddisfare il desiderio dei lettori amanti del lieto fine, che sentono la necessità di essere rincuorati, almeno nella finzione, dall’idea che il bene è sempre trionfante, dall’altro non si devono superare i limiti dell’”umanamente compatibile”, perché i supereroi senza macchia e senza paura finiscono per irritare e stancare i lettori che vogliono sentire i protagonisti vicini alla loro umana debolezza.
Federico Maria Rivalta ha estratto il suo asso dalla manica e con Riccardo Ranieri ha fatto centro: intanto il suddetto non è un investigatore di professione, bensì un giornalista alquanto anonimo, gioca a golf in modo accettabile e si trova spesso coinvolto in guai ai quali non ha saputo sottrarsi, non è troppo amato dai vicini di casa che lo considerano un forestiero, è terribilmente distratto e ingenuo, per cui smarrisce sovente il suo telefono e si fa derubare e abbindolare: insomma, perfettamente in linea con l’uomo medio.
Ciò che ce lo rende particolarmente simpatico è la sua tendenza a sdrammatizzare, a condire con battute taglienti anche il più serio dei discorsi, a reagire con tempismo alle difficoltà incontrate sul suo cammino, specie quando esse sono dovute alla sua superficialità e sbadataggine.
Ma soprattutto ci coinvolge perché in realtà egli si trova suo malgrado invischiato in una brutta storia di morti violente e riveste il ruolo di futura vittima.
E’ così che l’autore ce lo fa conoscere: dopo una partita di golf a quattro, conclusa al bar del circolo con qualcosa da bere e tanto da dire, uno dei giocatori, Massimo Salvioni, ginecologo, sparisce apparentemente senza lasciare tracce, tra lo sconcerto generale, compreso quello della moglie Roberta detta Patty.
L’ambiente del circolo del golf di Frassanelle, situato nell’antica residenza di campagna della famiglia di origine nobiliare Casati Vitali, i cui primogeniti si fregiano del titolo di conti, accoglie con stupore la notizia, ma ancora maggiore sarà lo sconcerto quando si chiarirà la sorte dei coniugi Salvioni.
A partire da questo momento, per Riccardo la quotidianità risulterà stravolta, dal momento che i responsabili del tragico fatto riterranno utile eliminare anche lui dal gioco, non riuscendo ovviamente nel loro intento.
Catapultato dalla redazione nei corridoi della Procura, posto sotto interrogatorio prima come possibile colpevole e sotto protezione poi, come probabile vittima, Ranieri non rimane insensibile al fascino di Giulia Dal Nero, il procuratore incaricato di condurre l’indagine.
La sua vita personale e lavorativa è stata ribaltata, ma il suo fiuto da giornalista lo induce a cercare delle risposte alle sue domande, dal momento che il suo amico Massimo lo ha scelto come suo ultimo interlocutore, inviandogli un enigmatico sms, “sangue sbagliato”.
Ma come, dove e perché questa imbrogliatissima matassa affonda le sue radici?
I geni dell’intelligenza
Comprendere ogni cosa senza il minimo sforzo e trovare la soluzione a ogni problema: ecco i…Federico Maria Rivalta, il golf come metafora di vita
I geni dell’intelligenza
Da appassionato di golf, Federico Maria Rivalta indugia nelle sue pagine su questo sport, descrivendone non solo la bellezza ma anche gli aspetti più tecnici, ignoti ai più.
Al lettore, così, riesce facile immaginare una partita di golf come metafora di vita: prima i colpi lunghi, per avvicinarsi alla buca, poi i colpi di assoluta precisione, quelli per i quali non si può sbagliare nemmeno di pochi millimetri se si vuole arrivare alla vittoria.
Allo stesso modo Riccardo Ranieri e la Procura proseguono nella loro indagine in parte parallela, dal momento che il giornalista è stato promosso alla cronaca in virtù del suo vissuto, stringendo sempre di più il cerchio e maturando con precisione i passi risolutivi.
Per i lettori, l’autore ha costruito un mondo ricco e vario, dal body guard Paolo alle bariste Luisa e Francesca, da Alvise Casati Vitali, conte di Nogaredo, al suo irascibile figlio Arcadio, dal maresciallo Costanzo alla pittoresca redazione del Mattino, dai due pastori tedeschi Mila e Newton al rottweiler Onofrio.
L’indagine sarà abbastanza complessa, per arrivare alla soluzione del dilemma iniziale si dovranno mettere in conto più vittime e si dovrà andare a scavare nel passato lontano degli attori in causa, l’unico capace di dare una spiegazione al presente e alla ferocia degli assassini.
Ci penserà Ranieri a alleggerire la tensione poliziesca e narrativa con rocamboleschi viaggi su auto della polizia o in ambulanza, tra il Veneto e i Caraibi, prima di arrivare a comprendere che la soluzione era sempre stata sotto i suoi occhi ma non era riuscito a vederla, come spesso accade.
Potrà così tornare alla sua attività lavorativa con serenità, continuare a giocare a golf e sperare che chissà, forse da tutto quanto accaduto potrà derivare anche qualcosa di bello, un sentimento nuovo per l’affascinane Giulia.
Il tutto, ovviamente, senza rinunciare a un caffè ristretto in tazza grande.
Federico Maria Rivalta, da esordiente a scrittore di successo
E’ ciò che è successo all’autore di questa settimana: lettore compulsivo soprattutto di gialli, estimatore di Ken Follet e Wilbur Smith “prima maniera” (tiene a precisare), a un certo punto della sua vita si domanda: “ma sarà davvero così difficile scrivere un giallo?”. Era il 2012, da allora ne ha scritti otto, l’ultimo, La primavera della mantide, in uscita a maggio per Amazon Publishing.
Rivalta con i suoi libri fa numeri di tutto rispetto soprattutto per un autore italiano; Ristretto in tazza grande ha superato le 110 mila copie vendute, cifre che fanno impallidire tanti blasonati autori contemporanei. “Ho iniziato a scrivere quasi per scherzo”, racconta. “Man mano che procedevo con la storia l’ho fatta leggere agli amici e mi sono accorto che la trama funzionava. Sapevo benissimo che nessun grande editore mi avrebbe preso in considerazione così ho deciso di scommettere su me stesso e di autopubblicarmi con Amazon”.
E’ stato un successo: migliaia di copie vendute in pochi mesi hanno suscitato l’interesse prima di Amazon Publishing (l’editore di Amazon n.d.r.) che ha pubblicato tutti i libri della serie e successivamente di Cairo che ha portato in tutte le librerie il primo romanzo ormai diventato un best seller.
AUTORE : Federico Maria Rivalta
TITOLO : Un ristretto in tazza grande
EDITORE : Cairo
PAGG. 300, EURO 16,00