Marco Balzano, storie di vite che si sfiorano e si intrecciano
Lo sguardo di Marco Balzano si è posato ancora una volta sulla vita, quella comune che ogni giorno si srotola per le strade del mondo credendo di passare inosservata.
In realtà così non è, ci sono occhi che sanno vedere sotto la superficie del quotidiano e possono spalancare mondi ai più frettolosi.
Non c’è punto di osservazione migliore di un locale pubblico, un luogo dove transitano uomini e donne profondamente diversi tra loro, che hanno in comune forse solo l’abitudine di un caffè.
Dal Cafè Royal, che dà il titolo al romanzo, l’autore vede svilupparsi relazioni e intrecci casuali o studiati, indaga l’animo di chi cerca di perseverare nelle proprie scelte o si trova casualmente coinvolto dal destino.
Intorno a un locale come tanti altri si viene a creare un piccolo mondo, una rappresentazione della comédie humaine che sarebbe piaciuta anche a Balzac.
Il palcoscenico della vita ai tempi della pandemia
La pandemia con il relativo periodo di isolamento non ci ha resi migliori, come sbandieravano gli striscioni appesi ai balconi, ma di certo ci ha cambiati.
A posteriori ci rendiamo conto che la vita quotidiana non è di per se stessa garantita, basta un nonnulla per dare il via a sconvolgimenti epocali, che ci trasformano nella sostanza.
Marco Balzano ha scelto il periodo peggiore della pandemia, quello in cui dominavano solo incertezza e paura, come sfondo al suo romanzo “Café Royal.”
Non un solo protagonista, ma tanti squadernano la loro esistenza nelle sue pagine, sfiorandosi, incontrandosi, ignorandosi.
Quella di Marco Balzano è in fondo una rappresentazione teatrale su un palcoscenico insicuro, dalle tavole di legno traballanti.
I suoi personaggi cercano un baricentro che li riconnetta al mondo e lo trovano in un caffè, un luogo che diventa all’improvviso meta ambita per mostrarsi, trovare contatti, sentirsi meno soli.
Il Café Royal si trova in via Marghera a Milano, una via elegante, con negozi esclusivi, locali e bar che la rendono ambita come i quartieri storicamente noti per la vita serale.
Condizionati dall’immagine di copertina, collochiamo questo locale all’imbocco della strada, una sorta di crocevia di esistenze diverse, tutte in qualche modo provate e ferite, legate da fili invisibili di cui non si conosce neppure l’esistenza.
La pandemia le ha separate, ha tranciato alcuni fili relegando un’umanità ricca e vivace alla chiusura domestica, dove serenità e divertimento sono stati forzosamente banditi.
Rientro a scuola: bambini tornano sui banchi con qualche chilo in più
Rientro a scuola: l’alimentazione sregolata delle trascorse settimane di festività riporta i bambini sui banchi con…Le tante vite raccontate da Marco Balzano
Rientro a scuola: bambini tornano sui banchi con qualche chilo in più
La bellezza del romanzo di Marco Balzano sta anche nell’aver scelto come elementi di connessione episodi tanto semplici da apparire banali, trasformati però dall’emergenza.
E’ così per Gabriele, che faticosamente lavora da remoto e si concede brevi uscite per correre nel quartiere, che al Café Royal, bevendo un cappuccino, vede un ragazzo che lo turba e lo colpisce profondamente.
Abita di fronte a lui, ne scopre l’identità, lo trasforma in un miraggio amoroso, chiuso nell’ambito di un caffè e di un quartiere.
Dietro le porte chiuse degli appartamenti scorrono vite talora deluse, come quella di Betti, un’anziana sola come tante, priva degli affetti che dovrebbero circondarla.
Chi è più intraprendente si ritrova al Café Royal per costruirseli, i rapporti che danno gioia.
Non importa se ci sono i bicchieri di carta e il distanziamento, la speranza di ridefinire una quotidianità ormai logora dà la forza per superare ogni ostacolo.
Noemi e Cristina sono giovani, ma quando sono al Café Royal si vedono riflesse nelle loro madri, che lì si incontrano.
Non vogliono diventare come loro, troppo giovani per aver accumulato delusioni rimuovono un futuro deprecabile con un semplice gesto apotropaico: cambiano locale.
Milano e via Marghera possono essere anche uno stimolo per ridare sostanza a ricordi, emozioni, relazioni, o almeno questo è quello che spera Ahmed ritornandovi dopo molto tempo.
Al Café Royal tenta di rincontrare Barbara, perché è certo che sia ancora lì, nel suo bar preferito, col profumo di caffè mescolato a quello delle brioches.
Una ferita lacera tutte le vite raccontate da Marco Balzano
La solitudine e la lontananza del mondo sono un acceleratore di autoanalisi.
Quanti legami sono realmente saltati a fronte di una compresenza forzata?
Marco Balzano solleva lentamente il velo di ipocrisia delle vite quasi perfette e ne dichiara le crepe, le diversità insanabili, l’unità irrecuperabile.
Ci si guarda allo specchio come fa Elena, e si decide che l’infelicità non è un prezzo da pagare in questa vita, che ci sono degli altrove dove si può stare meglio.
A volte ci si inciampa in una possibilità e la si afferra, perché potrebbe non essercene un’altra.
Lo sguardo di Marco Balzano è oggettivo ma non asettico, delle vite che scorrono in via Marghera scruta le pieghe, le linee nascoste e ne condivide i sentimenti, il farsi tragedia della commedia della vita.
Negli appartamenti che si affacciano su via Marghera ci sono donne che non accettano lo scorrere del tempo e cadono nel giovanilismo imbarazzante, uomini che sono diventati mariti assenti, vuote forme senza sostanza.
Le strade deserte e mute permettono di udire suoni diversi da quelli precedenti, non più rumori assordanti e fastidiosi, ma dolci come le note di un flauto.
Persino don Giuliano ha maturato una crisi da pandemia, con la chiesa sempre vuota e i fedeli sempre meno presenti, tanto da vedere in una clochard che vive tra i cartoni l’unica anima con cui valga la pena di mettersi in gioco.
Via Marghera è anche una cascata di ricordi per chi è vissuto qui e poi se n’è andato, e torna per trovare gli affetti primari, una madre, un padre, un’infanzia tormentata.
I fili di tutte queste vite che hanno nella normalità recuperata la loro eccezionalità vengono annodati e sciolti da Marco Balzano come fosse un deus ex machina, un emissario del Fato che agli uomini non è dato conoscere.
E’ un romanzo senza conclusione nell’accezione comune del termine, è un flusso di vite che non si può improvvisamente far convergere tutte verso un unico punto.
A legarle basta il Café Royal, sono passate di lì e per un breve momento anche davanti ai nostri occhi: a loro resta soltanto di continuare a dipanarsi nei loro squarci di bellezza o nella loro disperazione.
A noi, di continuare a immaginare quel mondo creato da Marco Balzano e di provare a crearne uno nostro, partendo, perché no, dal bar sotto casa.
TITOLO : Café Royal
EDITORE : Einaudi
PAGG. 128 Euro 14,50 (versione eBook euro 8,99)