Piersandro Pallavicini, come sconvolgere la perfetta solitudine di un boomer
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Piersandro Pallavicini, come sconvolgere la perfetta solitudine di un boomer

19/08/2023
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Piersandro Pallavicini è uomo dalle duplici eccellenti abilità.

In una delle sue vite è scienziato, precisamente un chimico che svolge ricerche in campo nanotecnologico al dipartimento di Chimica dell’università di Pavia.

Nell’altra, parallela alla precedente, è scrittore di lungo corso, con un cospicuo bagaglio di saggi, racconti e romanzi pubblicati negli ultimi venticinque anni.

In lui convivono pacificamente e con successo le due anime, quella umanistica e quella scientifica, che a volte si sfiorano in modo indiretto, come accade nell’ultimo romanzo.

“Il figlio del Direttore” è infatti la storia di uno spicchio di vita al presente di Michelangelo Borromeo, una laurea in chimica a Pavia, un mancato lavoro da associato all’Università, un cambio di rotta totale per diventare libraio d’élite.

Michelangelo Borromeo, il boomer solitario di Piersandro Pallavicini

La vita di provincia, colta al presente nel drammatico momento della pandemia, è parte fondamentale del vissuto di Michelangelo Borromeo.

Essere un uomo di successo, benestante e indipendente, non lo ha esonerato dal vincolo di essere stato per buona parte della sua vita quasi esclusivamente figlio di.

Un padre ingombrante, bancario e banchiere impegnato a salire imperturbabile la scala del successo sino a diventare Direttore di filiali per il Banco Italico, lo ha segnato fortemente.

Alla sua autostima corroborata dai successi lavorativi corrispondeva la convinzione dell’inadeguatezza del figlio, mai spronato ma sempre denigrato, con espressioni indimenticabili  come mezzasega.

Una madre debole, realizzata nel ruolo di moglie di un uomo importante nel suo mondo ristretto, non aveva certo migliorato la situazione.

Ora che ha compiuto sessantanni, è proprietario della libreria antiquaria “Da Recalcati Libri e Gusto” nel centro di Pavia, possiede una casa ad Antibes e una Porsche  911, tuttavia non è un uomo felice.

Piersandro Pallavicini ha fatto di lui un individuo solo, senza amore e senza amici, esponente tipico della generazione dei boomers, infelice a modo suo.

Nella sua perfetta solitudine, a due anni dalla morte del padre nei confronti del quale si è sentito comunque colpevole di non aver fatto abbastanza, trascina con sé il suo passato irrisolto, nell’illusione dello star bene confuso col benessere economico.

Nella sua libreria si vendono libri dai prezzi astronomici, ma il suo spunto geniale è stato quello di associarvi un altro tipo di vendita, quella di prodotti gourmet come champagne, caviale e tartufi destinati a pochi eletti.

Dalla vita di provincia resa ancora più drammatica dall’isolamento da covid tenta fughe disperate verso il Mer Azur di Antibes, il condominio in cui ha il suo appartamento.

Qui si sente più libero, il mare gli regala quel respiro profondo che non trova il altri luoghi, un senso di pacata soddisfazione.

Anche la Costa Azzurra è ormai la caricatura della se stessa degli anni gloriosi e lo dimostrano gli strani, atipici coinquilini di Michelangelo.

E’ però proprio qui che una sera, passeggiando al buio, riceve una telefonata che innesca un processo irreversibile della memoria.

La telefonata identifica come mittente “mio padre”,  proprio quel padre morto due anni prima.

Piersandro Pallavicini e la sua storia di fantasmi

Le pagine di Piersandro Pallavicini si popolano a questo punto di fantasmi.

Il passato sfonda il muro dell’oblio e i ricordi piombano a cascata su Michelangelo, riportando in vita memorie lontane e un padre e una madre deceduti da tempo.

Sono loro i veri fantasmi, con i loro amici di famiglia dei tempi del benessere e con tutta l’ipocrisia che caratterizzava quegli anni.

Allo spocchioso e rozzo Luca Borromeo il figlio non ha saputo dare le soddisfazioni che lui avrebbe voluto, non si è adeguato ai suoi standard di uomo di successo fattosi da sé, vivendo una vita troppo modesta.

Agli occhi della madre appariva come il piccolo da proteggere, tutelare da ogni dramma e difficoltà, soprattutto quelle derivanti dai continui cambi di sede lavorativa del marito.

Con toni di lieve umorismo e sarcasmo mai celato Piersandro Pallavicini racconta il vissuto infantile e adolescenziale del suo Michelangelo, ma anche il suo non vissuto, la somma dei rimpianti e dei vuoti accumulati prima dell’età adulta.

Tra padre e figlio differenze incolmabili, legate al percorso di due generazioni incompatibili tra loro.

Le pagine dell’autore sono ricche delle riflessioni del protagonista, del suo rincorrere il passato per spiegarsi il presente, della sua necessaria ricerca di una figura paterna che corrisponda almeno in parte all’immagine che porta con sé da sempre.

Gli abiti di sartoria, i ristoranti di lusso, le corse con auto riservate a pochi non bastano più a definire i suoi contorni, mantengono il loro ruolo nella quotidianità ma si rivelano all’improvviso simboli inconsistenti.

Una telefonata come innesco alla deflagrazione

Come un castello di carte, la quotidianità di Michelangelo crolla all’arrivo della muta telefonata dal cellulare del padre.

La ricerca ossessiva della sua origine porta Michelangelo a muoversi tra Pavia e Antibes, tra personaggi vecchi e nuovi.

Al Mer Azur conosce Gualtiero, italiano sbruffone con moglie e figlio al seguito, ostentatamente arricchito e di certo in contatto con ambienti malavitosi, vista la capacità con cui riesce a ottenere in tempo reale informazioni riservate.

Ma anche Kirsten Østergaard, la danese affetta da nanismo che affitta l’appartamento dalla svagata Agathe, gioca un ruolo inverosimilmente significativo nel percorso di ricollocazione personale.

Piersandro Pallavicini ricostruisce minuziosamente tempi e luoghi molto distanti tra loro, ma sempre col tono lieve di chi invita a non prendere mai troppo sul serio gli altri, tanto meno se sembrano appartenere a un mondo troppo perfetto.

I soldi, che siano di Michelangelo, di Agathe o di Gualtiero non evitano cadute di stile imperiose, non nascondono l’impoverimento di ideali e traguardi.

Dal suo dorato presente Michelangelo ripiomba nel passato nel momento in cui vuole capire in che modo sia stato possibile ricevere la fatidica telefonata.

Molto era stato rimosso dal figlio del Direttore per sopravvivere psicologicamente non solo alle carenze affettive dei genitori, ma anche all’abbandono da parte di Marcella, storica fidanzata volatilizzatasi all’improvviso dopo un laconico addio.

Ritornare indietro contempla tornare nella casa del padre e qui ricostruire, mediante piccoli indizi quanto successo, con l’intervento di Pirlandello, coetaneo dei tempi del liceo, teatrante fallito e bullizzato dai compagni.

In un avvicendarsi di continui salti temporali Piersandro Pallavicini ricostruisce la catena degli avvenimenti, imprevisti ma soprattutto imprevedibili, che hanno mosso a nuova vita i fantasmi.

Anche nella gretta, bacchettona e sonnacchiosa vita di provincia niente era come appariva, per Michelangelo sarà giocoforza accettare una realtà che mai aveva intuito e dunque immaginato.

Si è figli per sempre, ma si può forse smettere di portarsi dietro la zavorra del Signor Direttore quando questo cade dal suo piedistallo e va in pezzi, allo svelarsi della sua vita segreta.

Piersandro Pallavicini, come sconvolgere la perfetta solitudine di un boomerAUTORE : Piersandro Pallavicini

TITOLO : Il figlio del Direttore

EDITORE : Mondadori

PAGG. 264        EURO 19,00  (versione eBook euro 9,99)

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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