A volte si pensa, in un eccesso di presunzione, che tutto quanto si poteva dire e scrivere su uno specifico argomento calato nella storia collettiva sia stato detto o scritto, non lasciando spazio ad altri margini di approfondimento.
Uno di questi contesti è certo quello del secondo conflitto mondiale, con gli anni che lo hanno preceduto e ne hanno reso possibile l’esistenza, in un vortice di avvenimenti generati dal compiacimento del Male.
Non un solo popolo, ma tanti, ne hanno fatto propri gli errori e gli orrori, sebbene sia innegabile, a meno di cadere nell’irragionevolezza del negazionismo, che a soccombere sia stato il popolo ebraico, scelto come simbolo della colpa e indirizzato verso il genocidio.
Eppure anche su questo tema è possibile aggiungere ancora qualche tassello, reso noto da chi sopravvisse a quegli anni e tenne celato dentro di sé un segreto per il quale forse provava vergogna, o forse aveva soltanto rimosso nella speranza che, non ricordando, ci si potesse illudere che non fosse mai successo.
La scrittrice Rosella Postorino ha individuato una di queste zone d’ombra attraverso la testimonianza diretta di una sopravvissuta, Margot Wolk, che all’età di novantacinque anni ha dato voce ad un dolore che la accompagnava sin dal 1942, anno in cui divenne “assaggiatrice” dei pasti destinati ad Adolf Hitler, insieme ad altre quattordici persone.
Quest’ultimo aveva maturato il timore di poter essere avvelenato dagli inglesi, per cui ogni suo pasto, dalla mattina sino alla sera, veniva precedentemente vagliato somministrandolo agli assaggiatori e attendendo le loro reazioni ad un ipotetico veleno.
La sua presenza aleggiava ovunque e fomentava il terrore di chi si trovava obbligato a questo rito, consumato giorno dopo giorno, mese dopo mese.
Rosella Postorino, colpita da questa vicenda mai testimoniata nella sua interezza sino al 2012, è partita dalla storia di Margot per costruire su di essa un romanzo, “Le assaggiatrici”, in cui la finzione non intende addolcire la realtà, ma soltanto stendere un velo di pietoso rispetto per chi fu costretto ad obbedire a ordini che implicavano una scelta di vita o di morte, in qualsivoglia caso.
Margot Wolk alla fine della guerra fu poi punita duramente dai russi, durante l’occupazione di Berlino, per essere stata ciò che mai avrebbe voluto essere, riportando delle ferite non solo fisiche ma soprattutto psicologiche, che la indussero a chiudersi in un silenzio blindato.
Il romanzo di Rosella Postorino attinge dalla Storia
La scrittrice Rosella Postorino ha costruito su Margot il personaggio di Rosa Stauer, giovane berlinese rimasta sola a Berlino dopo la morte della madre durante un bombardamento e la partenza del marito Gregor per il fronte.
Questa condizione la induce a dar retta al marito e trasferirsi nella Prussia orientale, dove viene accolta dai suoceri e si sforza di adattarsi alla vita di campagna perché la ritiene temporanea, costantemente segnata dall’attesa del marito, di un ritorno a casa, di una normalità a cui è difficile credere ancora.
Il caso ha tracciato per lei un sentiero diverso: il villaggio natio di Gregor, da lui lasciato anni prima per poter intraprendere gli studi per cui era molto dotato, si trova a poca distanza da quella che viene chiamata la Tana del Lupo, un quartier generale di Hitler da lui abitato prima saltuariamente e poi più assiduamente dopo essere sfuggito all’attentato del ’44.
Rosa viene selezionata per far parte di un gruppo di donne che assaggeranno ogni giorno, tre volte al giorno, il cibo a lui destinato, contribuendo così a salvaguardare la sua incolumità.
In giorni in cui la fame attanagliava il popolo di ogni parte d’Europa, sedersi a tavola e consumare pasti ricchi ed abbondanti aveva necessariamente più implicazioni: placava i morsi della fame ma scatenava quelli dettati dalla paura che, quello appena consumato, potesse essere l’ultimo pasto, determinava un privilegio mal visto all’esterno in quanto identificato con una piaggeria verso il nazismo, creava stati di tensione tra le stesse dieci donne in quanto i cibi a loro destinati erano vari e diversi, per cui la sorte di una non contemplava di conseguenza quella di un’altra.
Rosa diventa colei che consuma lo stesso cibo di Hitler, che è obbligata a documentarsi sui libri sul processo digestivo, che quando ha la possibilità di entrare in cucina porta a casa cibo avanzato per i genitori di Gregor, ma soprattutto diventa una ribelle domata, lei che non aveva mai sostenuto il nazismo ma lo aveva subito come capitò a molti altri tedeschi in quegli anni.
Delle donne che vivono la sua stessa quotidianità Rosa coglie sfumature che la portano a selezionare quelle con cui sentirsi più in empatia, anche se ciò le riesce difficile essendo lei quella di città, che ha portato da Berlino gli abiti che indossava per andare a lavorare in ufficio, dove aveva conosciuto Gregor, l’ingegnere di cui si era innamorata ricambiata e che aveva sposato, vivendo al suo fianco per un solo anno, prima che la guerra lo portasse sul fronte orientale.
A queste donne Rosella Postorino non concede il valore salvifico dell’amicizia e della solidarietà, perché è il contesto stesso a negarlo, nel momento in cui tutte erano state scelte per il ruolo di assaggiatrice.
Quanto ciò che sta all’esterno di noi condizioni e plasmi il nostro animo lo dimostra in un momento successivo l’atteggiamento di Rosa nei confronti del comandante Ziegler, venuto a dirigere la caserma.
Se il nazismo è il Male, anche chi esercita un potere vessatorio nel suo nome non può che essere malvagio e da tenere lontano da sé, ma in Rosa è l’istinto di donna a prendere il sopravvento, a farle cercare con uno dei suoi carcerieri il mezzo per sentirsi in qualche modo ancora viva, ancora donna, nonostante tutto e contro tutti.
L’animo umano scandagliato da Rosella Postorino
Nelle pagine del romanzo l’autrice usa come voce narrante quella di Rosa, in un tempo successivo a quello della guerra, assumendo così il suo specifico punto di vista, per portare alla luce anche le pulsioni e gli istinti più profondi che si celano in lei.
Nel momento in cui si è protagonisti di un terribile momento storico non si possiede la lucidità di chi lo legge a posteriori, si vive, ma più spesso ancora si sopravvive, di impulsi e desiderio di sopravvivenza, che porta l’individuo a piegarsi alle richieste dei suoi aguzzini.
Abbiamo negli occhi le strazianti immagini dei lager con i prigionieri privati di ogni identità, trasformati in un numero, utilizzati dai nazisti come addetti ai forni, incaricati di custodire un segreto terrificante, quello di un genocidio.
Per Rosa la coercizione ha lo stesso valore, non è contemplato un rifiuto, ma nel momento stesso in cui ci si piega alla collusione si diventa complici, pur involontariamente, pur sapendo che è sinonimo di sopravvivenza e non di consenso.
Come Margot anche Rosa fa parte dei salvati, non dei sommersi, riesce a fuggire dalla Tana del Lupo quando la partita è ormai vinta dai russi grazie all’aiuto di un nazista, che riesce a farla tornare a Berlino.
Il veleno che mai venne messo nei cibi assaggiati dalle ragazze rende tossici i ricordi, quando tutto è finito, quando ci si scopre parte dei vinti, di un popolo che ha creduto in un riscatto ed è stato martoriato e sconfitto.
Rosella Postorino lascia aperta la strada del giudizio su Rosa e sulle altre assaggiatrici, perché solo chi vive esperienze di simile impatto storico può calarsi nei panni di chi capisce e partecipa; per gli altri resta un giudizio da spettatore, di fronte a dieci giovani donne che sfidavano ogni giorno la morte tre volte al giorno, ma non sapevano più cosa fosse la fame, un privilegio eccessivo in tempo di guerra.
La storia di Rose trova compiutezza nelle ultime pagine del romanzo di Rosella Pastorino, la vita di Margot Wolk ha attraversato in silenzio decenni e decenni, marchiata dal suo passato, senza che potesse uscirne.
Rosella Postorino ha dato voce anche a lei, ad una sopravvissuta priva di eroismo e incapace di dimenticare l’umanità che viveva al suo fianco, che non ha potuto godere del privilegio della sopravvivenza.
TITOLO : Le assaggiatrici
EDITORE : Feltrinelli
PAGG. 288, EURO : 17,00