Sejal Badani racconta l’India in cammino verso l’indipendenza
Sejal Badani, scrittrice di origini indiane, ha lasciato una carriera da avvocato per dedicarsi alla scrittura, la sua grande passione.
Donna moderna e intraprendente, non ha però dimenticato la storia del suo paese e dei suoi antenati, confermando l’attitudine già manifestatasi nel suo precedente romanzo, “La strada verso casa”.
Ciò che siamo è il risultato di ciò che siamo stati: un assunto semplice, se il nostro passato è limpido, senza ombre, quasi una dannazione, invece, se il passato è caratterizzato da segreti, da dubbi mai risolti e da verità sepolte per sempre.
Il desiderio di andare a cercare risposte è la molla che spesso ci induce a percorrere cammini inusuali, senza nessuna certezza di felicità, dal momento che non è possibile cambiare ciò che è stato e che noi non conosciamo.
Su questa ricerca si basa il secondo romanzo di Sejal Badani, “La cacciatrice di storie perdute”, un successo tale negli Stati Uniti che ha portato alla traduzione in dodici paesi, tra cui l’Italia.
Le storie a cui si fa cenno sono le vicende che hanno segnato la vita della nonna e della mamma della protagonista, Jaya, in un periodo storico caratterizzato dalla lotta per l’indipendenza dell’India.
Sejal Badani intreccia presente e passato nel tempo interiore di Jaya
La storia che funge da contenitore delle altre storie è legata alla New York del 2000, dove vive e lavora Jaya, insieme a suo marito Patrick.
Successo nel lavoro e nella vita di coppia non le sono però sufficienti: troverebbe la sua massima realizzazione con la maternità, ma la natura sembra aver deciso diversamente, come appare evidente dopo il terzo aborto.
Tutti i sogni, le presunte certezze, i programmi di vita sono annientati , inducendo addirittura il marito, incapace di sostenerla nell’ennesima sconfitta, ad allontanarsi da lei.
Jaya si rifugia momentaneamente dai genitori, trovando come è sempre stato una madre algida, incapace di trasmetterle affetto e protezione da sempre, sin da quando era una bambina.
E’ un evento imprevisto a cambiare la rotta di vita di Jaya: il nonno paterno, che vive ancora in India, è in fin di vita, ma nessuno dei figli ha intenzione di raggiungerlo, a causa di quanto accaduto in un tempo remoto e mai raccontato.
Senza rifletterci troppo, Jaya prende la sua decisione: sarà lei ad andare in India, non solo per raggiungere il nonno ma anche e soprattutto per trovare se stessa, per venire a capo di una serie di storie che nessuno vuole raccontare ma che percepisce essere importante comprendere.
Ad accoglierla al suo arrivo trova Ravi, un vecchio servitore dei nonni che intende pendersi cura di lei, con la stessa devozione che decenni prima aveva riservato alla nonna.
Il nonno è purtroppo morto, ma Jaya capisce che è andata così lontano per un altro motivo, per cercare qualcuno che possa raccontarle le storie perdute della sua famiglia, quelle che hanno innalzato muri tra genitori e figli e nessuno ha mai voluto rendere manifeste.
Sarà Ravi a farlo, a lui Sejal Badani affida il ruolo di narratore e di collante per lo strappo tra passato e presente, a lui che era nato intoccabile ed aveva avuto una vita migliore grazie ad Amisha, la nonna morta tanti anni prima.
Art & Show – Arrivederci, Giorgio Faletti
Impossibile oggi non scrivere di lui, di quel Giorgio Faletti scrittore che insieme a tutta la…Sejal Badani consegna all’amore il ruolo di protagonista della storia
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E’ un sentimento a prevalere su tutto nel racconto di Sejal Badani, l’amore, quello che vince pur sapendo che non potrà mai abbattere gli ostacoli.
Ravi comincia a raccontare la storia della famiglia partendo dagli anni ’30, quando l’India era colonia britannica e Gandhi cercava il modo di arrivare pacificamente all’indipendenza con una ribellione senza armi e senza spargimento di sangue.
In quegli anni Amisha andava sposa a soli quindici anni all’uomo che la famiglia aveva scelto per lei, Deepak, il nonno venuto a mancare da pochi giorni.
Dopo aver partorito tre figli e accudito come di dovere il marito, Amisha aveva però manifestato il desiderio di imparare a leggere e scrivere in inglese, la lingua dei colonizzatori che veniva insegnata ai bambini.
Amisha scriveva storie che nascondeva gelosamente, il marito non manifestava alcuna attenzione nei suoi confronti e ancor meno verso i suoi racconti.
Una serie di coincidenze l’aveva portata a conoscere un luogotenente britannico, a cui era affidata la gestione della scuola: consapevole di trovarsi di fronte ad una donna straordinaria, Stephen le aveva ricavato uno spazio da insegnante, offrendole in cambio la possibilità di imparare a leggere e scrivere la lingua inglese, facendole da maestro.
Da questo presupposto scaturisce una vicenda che intreccia il destino di uomini e donne vissuti nel passato, un tempo in cui le donne non avevano ruoli sociali e i dominatori venivano odiati dai colonizzati.
Il racconto di Ravi si alterna al lento cambiamento di Jaya, che scopre nelle parole da lui mai dette ad altri la causa della dispersione della sua famiglia d’origine, della incapacità di esserle vicina di sua madre, del suo stesso desiderare una maternità ad ogni costo.
Passando dal presente al passato Sejal Badani dà una risposta alle tante domande che affollano le pagine del suo racconto: a passi lenti Jaya ripercorre una lunga strada che deve portarla verso una serenità nuova, più matura ed adulta.
Grazie al suo viaggio ha ricostruito la sua vita, ciò che porterà via con sé tornando a casa sarà ben più di una storia perduta, sarà la capacità di amare ciò che si ha senza ricercare l’impossibile, sarà la certezza che dietro ad un dolore si nasconde sempre una causa, per segreta che possa essere, sarà il desiderio di credere che sia l’amore a muovere i passi degli uomini, di quelli che se ne vanno e di quelli che ritornano.
TITOLO : La cacciatrice di storie perdute
EDITORE : Newton Compton editori
PAGG.444, EURO 9,90 (disponibile in versione eBook euro 0,99)