Tony Laudadio, storia di ordinarie solitudini
“Elaborate forme di solitudine” di Tony Laudadio.
Il romanzo di Tony Laudadio colpisce dritto uno dei fenomeni più tristemente diffusi del mondo odierno: la solitudine.
Siamo tanti su questo pianeta, siamo sempre interconnessi eppure siamo sovente soli, drammaticamente soli.
L’autore, attore di teatro e cinema e drammaturgo oltrechè scrittore, ha esplorato il dolore e la malattia, l’orrore dei demoni omicidi e la degenerazione possibile della tecnologia.
Sempre la superficie patinata del quotidiano è stata frantumata per scendere negli abissi dell’animo umano, tetri o luminosi che siano.
Di fronte al tema della solitudine ha messo in moto il medesimo meccanismo, per arrivare a capirne i perché causali e non solo gli effetti del come.
Un protagonista silenzioso
Il più solo di tutti, segregato dal mondo e in silenzio perenne è Andrea, il protagonista muto intorno al quale si muove l’insieme di altre solitudini.
Ha diciassette anni, quasi diciotto e si trova in uno stato di coma che pare irreversibile dopo un drammatico incidente che lo ha reso orfano di padre.
Intorno a lui i medici di una clinica per pazienti del suo calibro, infermiere che lo accudiscono con amore, anche troppo data la realtà dei fatti, e la madre Luana che non smette di sperare in un miracolo.
Andrea è apparentemente isolato dal mondo, ma il lettore scopre subito che non è così.
La sua mente è attiva, i pensieri si accavallano e sono proprio questi a fare da contrappunto in tutto il romanzo.
Su di lui si sperimentano nuove cure purtroppo inefficaci e lui stesso ne percepisce il fallimento.
Sperare in Dio come la madre? E perché? Dio ha troppe cose da fare per occuparsi di ognuno.
Turismo-Attività all’aria aperta, nell’ Emirato Ras Al Khaimah
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A Tony Laudadio preme costruire le storie di vita dei suoi personaggi attorno al tema del destino.
Da sempre quest’ultimo esercita il suo fascino letterario, affondando spesso i progetti umani con la sua fulminea comparsa.
In questa storia esso appare neutro e neutrale, davvero casuale, anche se poi, a ben vedere, di davvero casuale nella vita c’è ben poco.
Il suo manifestarsi, comunque, non è dettato da azioni eclatanti, bensì dalla quotidianità, dal vivere quieto di alcuni esseri umani apparentemente molto lontani tra loro.
E invece proprio loro sono legati a filo doppio senza saperlo, nei gesti di uno c’è un rimando a quelli dell’altro e così via, sino al momento culmine della collettiva agnizione.
Un chiudere il cerchio che non avrebbe potuto essere se non al capezzale di Andrea.
Tony Laudadio dà vita a donne solitarie e complesse
Luana Costa è una donna di successo, bella e desiderata.
Eppure è sola come tanti.
Si divide tra lo studio di avvocati in cui lavora e la clinica, devota a un figlio vittima di una insensata violenza.
Nella sua vita compare a un certo punto Gabriella: giovane, molto bella e molto raccomandata, sarà in prova nel suo ufficio per un mese, poi si vedrà.
Per Gabriella si tratta di un cambiamento radicale.
Tony Laudadio le ha costruito un corpo da sballo e un’intelligenza limitata, sino a quel momento impiegata per lo più nello shopping.
E’ fidanzata con Luca, è una bambolina nelle sue mani, da esibire con gli amici e di cui soffocare le iniziative.
Docile sino alla sottomissione, all’improvviso trova in sé una determinazione inaspettata entrando nello studio, così forte da renderla consapevole della necessità di cambiare.
Luana sembra scaricare su di lei la sua frustrazione, alternando azioni dispotiche ad altre emotivamente conturbanti: un gioco pericoloso, ma Gabriella sa giocare.
Sembra volerlo fare anche con Alessia, compagna di scuola di anni lontani ritrovata per caso.
Alessia è il suo esatto contrario: anonima, chiusa a guscio, defilata, lacerata la suo interno da un dramma familiare.
La fame di vita dell’una e la depressione dell’altra: dove può essere il punto d’incontro?
Uomini per donne sole
Tony Laudadio ci avverte sin dal titolo del romanzo: la solitudine è una questione complicata, dalle mille forme.
Ce lo confermano i suoi uomini, a cominciare dallo stesso Luca.
Sembrerebbe avere tutto: soldi, buon lavoro, amici, interessi e lei, Gabriella, la più bella del reame.
Eppure anche Luca dovrebbe rivedere le sue priorità, ma è troppo egoista ed autoreferenziale per farlo.
Toccherà a Gabriella metterlo di fronte alle sue responsabilità, ai suoi vuoti, a una vita che è come una matrioska svuotata, con conseguenze inimmaginabili.
Gli uomini che mostrano il loro apprezzamento a Luana non sono migliori: sono i medici di Andrea, che ogni giorno attendono la vista della conturbante mamma per esporsi e sfacciatamente proporsi, senza successo.
Luana sa di essere una preda e null’altro, ma è tanto forte da saper gestire i suoi predatori senza rinunciare al gioco della seduzione, una delle poche cose che le sono rimaste.
La solitudine maschile nell’ottica di Tony Laudadio
Gli uomini davvero soli sono due, Giampaolo detto Gipo e Clemente.
Un giovane e un anziano, un solitario e un vedovo.
Gipo vive in un mondo a sé, lavora in uno studio di architettura sito nel palazzo dove abita Luana ed è questo il motivo per cui si conoscono.
C’è un altro elemento che li lega, che scopriranno col tempo: nella clinica dove c’è Andrea è ricoverato per demenza senile il nonno di Gipo, in uno stato di sonno quasi ininterrotto.
Gipo è profondamente solitario, al di là del lavoro ha ben poco altro.
Privo di un’esistenza soddisfacente, trova conforto nello spiare quella degli altri: nessuna devianza sessuale, solo la ricerca di vite familiari migliori della sua, genitori e figli osservati nelle loro banali azioni ripetute, come la cena serale condivisa.
Come lui è solo anche Clemente.
Vedovo di una donna molto amata, medico in pensione, percepisce la presenza della moglie defunta al suo fianco, che anche da morta gli segna la strada.
Clemente è succube di questo fantasma, nella sua abitazione conserva come preziosa reliquia la corposa biblioteca della moglie, ma in fondo legge solo per compiacerla anche adesso che non c’è più.
Quando capisce che la sua vita è troppo fragile, decide di tentare la carta del volontariato.
Torna nella clinica dove ha esercitato la professione e chiede di poter frequentare i malati più gravi, quelli non vigili, per leggere loro dei libri, far ascoltare musica, provare la terapia dell’affetto.
Gli viene concesso ed è così che conosce sia Andrea sia il nonno di Gipo, l’ennesimo legame (o legaccio?) voluto dal caso.
Quando il cerchio si chiude
Tutte queste vite che si sono incrociate trovano il loro finale.
Clemente deve fare i conti con una rivelazione sulla moglie che gli sconvolge la quotidianità ma lo proietta in avanti.
Luca perde i suoi punti di riferimento e trova nella violenza l’unica risposta alla sua rabbia e al suo fallimento esistenziale.
Gipo, amico di Luca, conosce Alessia, amica di Gabriella e si riconosce in lei, nel suo dolore, nella sua solitudine, nella sua ricerca di una vita che non sia solo sopravvivenza forzata.
Alessia, di fronte ad Andrea, lega i suoi fili dispersi in una proiezione di perdono e di futura quiete.
Bene o male che sia qualcosa cambia e si trasforma.
E Andrea?
Nel suo letto d’ospedale, sempre attraversato da mille pensieri che nessuno potrà mai conoscere, assiste a questo teatro della vita di cui può essere solo spettatore.
In attesa di quella che sarà la sua uscita di scena.
TITOLO : Elaborate forme di solitudine
EDITORE : La nave di Teseo
PAGG. 288 EURO 20,00 (versione eBook euro 11,99)