Arteriopatia ostruttiva periferica: che cos’è la malattia delle vetrine
Arteriopatia ostruttiva periferica (Aop): che cos’è? Si chiama anche “malattia delle vetrine”; chi ne soffre, in effetti, deve smettere di camminare per un dolore alla gamba, una sorta di crampo, che costringe a frequenti pause, che per dissimularle potrebbero essere giustificate con la volontà di guardare le vetrine dei negozi. E’ una patologia molto comune, che facilmente può divenire invalidante.
Arteriopatia ostruttiva periferica: aumenta con l’età
Il professor Gianfranco Lessiani, consigliere nazionale della Società di Angiologia e Patologia vascolare (Siapav), si è espresso in questo modo: “E’ una manifestazione di aterosclerosi sistemica ed è generalmente è causata da un’ostruzione aterosclerotica delle arterie degli arti inferiori. Studi epidemiologici sulla popolazione dell’Unione Europea dimostrano un’incidenza dell’Arteriopatia ostruttiva periferica pari a oltre il 17% negli anziani. È una patologia che aumenta con l’età e con l’esposizione a fattori di rischio noti come: diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, fumo, etc. La manifestazione clinica più comune è la Claudicatio intermittens (difficoltà a camminare con frequenti pause), che condiziona fortemente la qualità della vita dei pazienti e la loro capacità funzionale. Inoltre gli individui con Arteriopatia ostruttiva periferica soffrono di un rischio relativo di infarto del miocardio aumentato di 5 volte e di un rischio di ictus o di mortalità totale che si incrementa di 2, 3 volte rispetto a individui senza Arteriopatia ostruttiva periferica”.
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Se ormai non ci stupiamo che per ridurre i livelli di colesterolo o di trigliceridi si…Arteriopatia ostruttiva periferica: come migliorare la prognosi
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Capiamo perché è una buona idea prevenire. Come afferma il dottor Lessiani, l’aspetto più grave è il seguente: “nonostante la sua alta prevalenza e gravità esiste una scarsa consapevolezza della Arteriopatia ostruttiva periferica, che infatti è una patologia sotto-diagnostica e sotto-trattata. Eppure, numerosi studi hanno documentato come la prevenzione e il controllo dei fattori di rischio migliori la prognosi della malattia stessa. Inoltre, nel caso dell’Arteriopatia ostruttiva periferica esistono metodiche diagnostiche facili da usare, poco costose e scevre da rischi – come per esempio l’indice caviglia/braccio (Abi index) – che permette di diagnosticare l’Arteriopatia ostruttiva periferica in modo semplice e di smascherare anche le forme asintomatiche. Tuttavia nonostante gli sforzi il livello di consapevolezza rimane scarso”.
Arteriopatia ostruttiva periferica: che fare?
Il dottor Lessiani dichiara che l’obiettivo di una campagna sulla consapevolezza della Arteriopatia ostruttiva periferica dovrebbe coinvolgere istituzioni pubbliche e private con un duplice obiettivo: “da un lato aumentare la consapevolezza sulla rilevanza clinica/prognostica della malattia, non solo nella comunità medica, ma anche sulla popolazione, dall’altro stimolare l’uso sistematico dell’indice Abi da parte dei Medici di medicina generale, oltre che dagli specialisti (angiologi, cardiologi e chirurghi vascolari)”.
Dati gli strumenti, è una buona idea utilizzarli a vantaggio di tutti.
Arteriopatia ostruttiva periferica: le statistiche
Ma in quanti sono colpiti da Arteriopatia ostruttiva periferica? “Si calcola che intorno al 60-65 anni una persona su 5 abbia questa patologia, che può diventare invalidante: il paziente fa fatica a camminare o addirittura arriva a non riuscire a riposare la notte, perché ha dolore o ulcere che possono portare anche all’amputazione. Anche quando le forme sono più lievi questa malattia comporta un alto rischio di mortalità cardiovascolare sottostimata”, ha detto la professoressa Visonà, presidente Siapav, e aggiunge: “È un tema che ci preoccupa molto”.
Arteriopatia ostruttiva periferica e Siapav
Adriana Visonà ha inoltre affermato: “Una società clinica in Italia che si occupa delle malattie vascolari “a tutto tondo”, ovverosia si occupa di arteriopatie, tromboembolismo venoso, malattie arteriose infiammatorie e malattie dei linfatici, oltre a considerare gli aspetti metabolici e tutti i fattori di rischio per le malattie vascolari. Inoltre, la Siapav ha la specificità di intendere la medicina vascolare come una disciplina che si occupa non soltanto di diagnosi e terapia, ma soprattutto della presa in carico in termini assistenziali”.