Ecco la nuova mano robotica, un progetto italiano
Salute

Ecco la nuova mano robotica, un progetto italiano

20/12/2015
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Entro cinque anni sarà pronta: parliamo della nuova mano robotica, realizzata dalle eccellenze della ricerca italiana. Chi ne farà uso potrà avere movimenti più naturali, spontanei e intuitivi: le sensazioni saranno molto più somiglianti a quelle che reca un arto naturale. Il progetto incomincerà nel 2016 a Pisa: il suo nome sarà Myki. Sarà finanziato dall’European research council (Erc) per 1,5 milioni di euro.

Mano robotica, ricercatori giovani

Christian Cipriani, coordinatore dell’iniziativa, è professore associato di Bioingegneria alla Scuola superiore Sant’Anna: tra i docenti dell’ente pisano e del suo Istituto di BioRobotica è tra i più giovani (top young scientist).

30 esperti, inclusi alcuni premi Nobel, si sono espressi positivamente in merito al suo progetto, dopo aver vagliato 2.900 proposte.

Per la prima volta i ricercatori della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa sono finanziati, come unico partner, dal Consiglio europeo delle ricerche, attraverso il programma ‘Erc starting grant 2015’: a livello globale, uno dei più competitivi.

L’età è determinante per concorrere al programma: soltanto i giovani scienziati che abbiano conseguito il dottorato da 7 anni al massimo, e abbiano dimostrato il relativo potenziale, possono partecipare.

Sono meno del 4% dei progetti finanziati le proposte italiane vincitrici.

A Pisa sono già noti i risultati nell’ambito delle protesi della mano: è il luogo adatto per operare.

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Mano robotica, che cosa significa Myki

Myki significa “A bidirectional Myokinetic implanted interface for natural control of artificial limbs”, un’interfaccia bidirezionale miocinetica per il controllo naturale degli arti artificiali. Collaboreranno con Cipriani, al fine di raggiungere il risultato, Marco Controzzi, ricercatore dell’Istituto di BioRobotica della Sant’Anna, e un chirurgo della mano ancora da scegliere nella stessa regione.

Il funzionamento della mano robotica

Come funzionerà la nuova mano robotica? Innanzi tutto, bisogna studiare un sistema per il controllo della protesi. Il controllo dei movimenti della protesi di mano avviene sulla decodifica dei potenziali elettrici trasmessi dal cervello e captati dal sistema neuromuscolare periferico per mezzo degli elettrodi. Sarà sviluppata un’interfaccia basata su marcatori magnetici impiantabili nei muscoli, tali da seguire l’allungamento dei muscoli residui dell’arto del paziente: è quel che avviene nella quotidianità, quando si afferra un oggetto.

Mano robotica, la parola all’esperto

Così si esprime Cipriani: “Sono orgoglioso di aver ottenuto questo prestigioso progetto e sono convinto che la Scuola superiore Sant’Anna sia un posto ideale dove condurlo. Io sono il coordinatore, ma il progetto avrà successo grazie all’impegno e al coinvolgimento di tutto il gruppo. Desidero quindi condividere il merito di questo finanziamento, che arriva per la prima volta alla Sant’Anna, con il mio team di lavoro, in particolare con Marco Controzzi; con le possibilità che mi ha offerto quello straordinario ‘ecosistema’ della ricerca che è l’Istituto di BioRobotica e, soprattutto, con coloro che mi hanno dato la possibilità di crescere a livello accademico: il direttore dell’Istituto di BioRobotica Paolo Dario e la mia mentore Maria Chiara Carrozza”: si tratta del ministro dell’Istruzione, università e ricerca del governo Letta.

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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