Si è sempre saputo che la vita in montagna ha effetti benefici per l’organismo, in particolare per chi è costretto ad una vita piena di stress da lavoro, da traffico e via dicendo.
Nonostante la maggior parte degli italiani amino maggiormente il mare e le spiagge, sono però sempre di più quelli che cominciano ad apprezzare la montagna, tanto che l’offerta turistica in alta quota negli ultimi decenni si è moltiplicata e non solo nella stagione invernale.
Un validissimo aiuto in questa direzione viene ora anche da un’autorevole studio condotto dall’Istituto nordamericano Altitude Research Center, i cui ricercatori hanno verificato che una permanenza in alta quota apporti un benessere che va oltre quello che è il luogo comune.
La ricerca, infatti, ha confermato che la permanenza in quota ha la capacità non solo di accelerare l’eritropoiesi, la rigenerazione cioè dei globuli rossi nel sangue, come si è sempre pensato guardando alla capacità di adattamento degli alpinisti all’alta quota.
Montagna: la ricerca sui globuli rossi
Qui, a causa della bassa pressione, si ha un ridotto apporto di ossigeno all’organismo, alterando la quantità di globuli rossi prodotti per minuto che è circa 150 milioni, oppure il loro ciclo di vita, che normalmente è di circa 120 giorni.

Per analizzare il fenomeno 21 volontari hanno preso parte ad una faticosa ed estenuante ascensione fino ad oltre 5300 metri di quota, sull’altura del Chacaltaya, una montagna boliviana, monitorando quotidianamente il loro sangue per una settimana.
Una volta terminato il periodo e riportati in bassa quota i volontari, le analisi del loro sangue hanno evidenziato che i globuli rossi presenti non si erano rigenerati ma si erano comunque alterati in senso positivo, riuscendo a trattenere e trasportare in giro per il corpo una maggiore quantità d’ossigeno: non sangue nuovo, ma senz’altro sangue migliore.
Una verifica è venuta dalla ripetizione della risalita sul Chacaltaya, che è risultata molto meno faticosa della precedente.
Montagna: camminare in quota contro lo stress
Chi ha l’abitudine di andare in montagna, scarpinare fino ai rifugi, o raggiungere determinati punti panoramici, anche senza raggiungere necessariamente le vette più alte, ha sempre una sensazione di piacevole appagamento, una sorta di pace con se stessi e con il mondo.
Se si è sempre saputo che camminare nella natura fa bene alla salute, perché abbassa lo stress e stimola la produzione di endorfine, ora è certificato che farlo anche in montagna fa ancora meglio.