Camminare? Un toccasana. Contro il diabete, per combattere l’ipertensione e in caso di colesterolo in eccesso, nonché se si presentano patologie cardiovascolari e contro l’obesità. Per questa serie di problematiche, che possono anche presentarsi insieme, c’è un’unica risposta: il semplice fatto che muovere passi, con calma, aiuta. Il nodo di queste patologie, peraltro, è la vita nelle città.
Inquadriamo ora due mali del nostro secolo: diabete e obesità, che camminare aiuta a debellare.
Sappiamo che il 65% delle persone con diabete nel mondo vive nelle città. Ma c’è di più: in Italia, la metà degli abitanti delle città con oltre 500mila residenti è sovrappeso, oppure obesa; 4 connazionali su 10 hanno comportamenti sedentari. Diabete e obesità sono conseguenze dell’esistenza e degli stili di vita moderni, dell’inurbamento e dell’urbanizzazione.
Per prevenire, camminare fa sempre bene: ancor meglio, se lo si fa a passo veloce, ma con equilibrio, senza mai eccedere.
Camminare contro lo stress? Viene in mente un noto spot
Ricordiamo Ernesto Calindri nel bel mezzo del caotico traffico cittadino: negli anni Sessanta e Settanta era testimonial un noto aperitivo considerato, appunto, un antidoto “contro il logorio della vita moderna”. Erano gli anni del boom economico, che avrebbero cambiato la faccia del nostro Paese: con molti pro e molti contro.
Ma quali sono gli aspetti negativi del boom economico del quale la pubblicità di Calindri era espressione? Parliamo, in primis, del passaggio da un’economia prevalentemente rurale a una industriale. Si fuggiva, via dalle campagne, in vista della città dell’industria. Obiettivo inurbamento.
Contro diabete e obesità, un antidoto: camminare!
Il problema è stato preso in considerazione dalle autorità sanitarie, dall’Organizzazione mondiale della sanità e dai governi. Michele Carruba, direttore del Centro studi e ricerche sull’obesità dell’Università degli studi di Milano, si è espresso in questo modo: “L’inurbamento e l’urbanizzazione hanno portato come conseguenza diretta la crescita di due malattie – diabete e obesità – che costituiscono la vera conseguenza del logorio della vita moderna; potremmo persino parlare di città obesogene”.
Focalizziamo, dunque queste due patologie piene di risvolti pratici, che camminare può attutire. Secondo Andrea Lenzi, presidente dell’Health city institute e del Comitato per la biosicurezza e le biotecnologie e le scienze della vita della Presidenza del consiglio dei Ministri, “Oggi vivono in città oltre 2 persone con diabete su 3. Secondo i dati dell’International diabetes federation (Idf), nel mondo sono 246 milioni (65%) coloro che hanno la malattia e abitano nei centri urbani, rispetto ai 136 milioni delle aree rurali. E il numero è destinato a crescere. Dati Istat 2015 per l’Italia ci dicono che il 35,2% dei residenti nelle città con oltre mezzo milione di abitanti sono sovrappeso e a loro si aggiunge un 9,2% di obesi”. Problematiche manifeste e diffuse, dunque, da non sottovalutare.
Non resta che pensare che le città potenzino diabete e obesità: la probabilità di sviluppare la malattia è maggiore se ci si sposta nel contesto cittadino. Queste le parole di Roberto Pella, vice presidente Anci e presidente europeo delle piccole municipalità: “Questo è un dato preoccupante, soprattutto, se si considera il fatto che, per la prima volta nella storia dell’Umanità, la maggior parte della popolazione vive nelle aree urbane, e le proiezioni stimano un progressivo aumento dei residenti nelle città”.
Ma quali sono gli aspetti che collegano tali patologie alla vita in città? Si ha una vita più sedentaria e si determinano maggiori consumi alimentari, conseguenza della maggior ricchezza.
Secondo le stime, 4 italiani su 10 hanno comportamenti sedentari, con una prevalenza delle donne (44,3% rispetto al 35,15% dei maschi inattivi), e soltanto il 23,8% dei connazionali pratica uno sport in modo continuativo. Sempre secondo Istat, queste sono soltanto alcune delle possibili spiegazioni di questo fenomeno. Ecco quanto ha dichiarato Paolo Sbraccia, past president della Società italiana dell’obesità (Sio): “È come se la città ‘alimentasse’ il diabete e l’obesità, in maniera lenta ma continua, ed è per questo motivo che proprio dalle città e dallo stile associato alla vita cittadina bisogna partire per concentrare gli sforzi volti ad arginare queste malattie. Ciò vuol dire soprattutto fare ‘prevenzione’. L’80% delle malattie croniche può essere prevenuto seguendo corretti stili di vita”.
Corretti stili di vita: ecco come combattere diabete e obesità nei centri urbani. E’ a questo livello che collaborano professionisti della salute, esperti del mondo delle attività motorie e sportive, amministratori, urbanisti, mondo scientifico e gli stessi cittadini. Il fine è trasformare le nostre città e renderle luoghi più adatti, a prova di diabete e obesità.
Contro diabete e obesità: città per camminare e della salute
C’è un progetto, in Italia, già in essere da qualche anno: si tratta di Città per camminare e della salute, iniziativa patrocinata dalla Presidenza del consiglio dei Ministri, dal ministero della Salute, dal Senato della repubblica e dal Coni. Alla Scuola del cammino, che la ha ideata, si affiancano oggi progetti speciali della Fidal. Si tratta di offrire opportunità concrete per promuovere attività motoria e stili di vita salutari, fattori alla base della prevenzione di queste malattie.
Ma chi conosce l’argomento meglio di Maurizio Damilano, pluri-campione olimpico e mondiale di marcia e presidente della ‘Scuola del cammino’?
Secondo lui, “Non è necessario essere un atleta professionista: per essere in salute va benissimo spostarsi a piedi, utilizzare con più regolarità il cammino, ancor meglio se a passo veloce. Per questo abbiamo ideato un progetto, divenuto un’applicazione per smartphone, che offre una proposta e soluzioni per muoversi, a costo zero, in centri urbani a misura d’uomo. Sono stati individuati numerosi percorsi in tutta Italia ideali per camminare in città, adatti ad una pratica motoria semplice, ma efficace dal punto di vista della prevenzione salutistica. In questo modo si preserva e potenzia la propria salute e nel contempo si possono apprezzare le bellezze culturali e naturali delle nostre città”.
Camminare: il binomio cammino e città
Diabete e obesità, del resto, hanno un costo sociale. Così si è espressa la senatrice Laura Bianconi, presidente del gruppo di Alternativa popolare al Senato e componente della Commissione igiene e sanità: “Il diabete e l’obesità comportano non solo un costo sociale importante, ma anche un rilevante impatto economico sulle risorse del Sistema sanitario. Purtroppo sono malattie in continua crescita e la prevenzione, soprattutto quella definita primaria, che agisce modificando stili di vita e alimentari scorretti, è l’arma più efficace per affrontarli. Aver individuato nel binomio cammino e città uno strumento per combattere le malattie metaboliche, dando ai cittadini e agli amministratori uno strumento tanto semplice quanto efficace, è senza dubbio meritorio”.
Cities changing diabetes: un’iniziativa interessante
Cities changing diabetes nasce da questi presupposti: è un ambizioso programma che fa fronte alla sfida che il diabete pone nei grandi centri abitati.
E’ partito nel 2014, da Città del Messico; ha toccato Copenhagen, Houston, Shanghai, Tianjin, Vancouver, Johannesburg. Roma è stata scelta per il 2017 dal progetto promosso dall’University college London (Ucl) e dal danese Steno diabetes center. Hanno collaborato istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore, con l’obiettivo di studiare il legame fra il diabete e le città e promuovere iniziative per salvaguardare la salute e prevenire la malattia.
Andrea Lenzi, in qualità di coordinatore del progetto in Italia, ha affermato: “Nelle città aderenti al programma i ricercatori svolgono indagini per individuare le aree di vulnerabilità, i bisogni insoddisfatti delle persone con diabete e identificare le politiche di prevenzione più adatte e come migliorare la rete di assistenza. Il tutto nella piena collaborazione tra le diverse parti coinvolte. L’obiettivo del programma è quello di creare un movimento unitario in grado di stimolare, a livello internazionale e nazionale, i decisori politici a considerare prioritario l’urban diabetes, il fenomeno che vede le città protagoniste del crescente aumento del numero di persone con diabete e quindi in prima linea nella lotta alla malattia”.
All’interno del programma Cities changing diabetes per Roma si è già realizzato il passaporto “Roma città per il cammino e della salute”, che prevede 22 percorsi urbani, validi per camminare nella capitale per un totale di circa 150 chilometri. Fino a raggiungere i 250 chilometri, per un totale di 50 percorsi complessivi. Un’opportunità reale.