Ecco come la cannabis terapeutica può alleviare le patologie tipiche dell’invecchiamento
In tutto il mondo, e anche in Italia, i pazienti autorizzati ai trattamenti con la cannabis sono in costante crescita.
Adulti e anziani rappresentano il sottogruppo a crescita maggiormente elevata a causa dell’invecchiamento e dell’innalzamento dell’età media nella popolazione.
In Italia gli ultimi rilevamenti demografici tracciano al 24,1% gli ultrasessantacinquenni, pari a 14 milioni e 177 mila individui; gli ultraottantenni sono 4 milioni e 530 mila, il 7,7% e gli ultracentenari, in maggioranza donne, hanno già raggiunto la soglia delle 22 mila unità, con un aumento del 10%, rispetto al rilevamento precedente del 2022.
L’Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone, con una speranza di vita tra le più elevate al mondo.
Invecchiamento della popolazione: una sfida a 360°
Si tratta di una popolazione sempre più ‘vecchia’ ma con un invecchiamento sempre meno impattante e uno stile di vita sempre più attivo e dinamico.
Grazie ai sistemi di prevenzione, all’attenzione alla salute, al benessere, alla cura di sé, invecchiare non è più un fatto negativo, o perlomeno non è più percepito esclusivamente come tale. Le persone adulte e anziane vogliono vivere bene e in salute a dispetto dell’età anagrafica, e l’età avanzata ha iniziato ad assumere connotati positivi.
Ma il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, che sta interessando tutti i paesi sviluppati, non rappresenta soltanto una sfida sociale e un nuovo stile di vita, ma è anche un’importante sfida medico-scientifica.
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È in questa direzione che si basano le nuove e specifiche terapie che utilizzano la cannabis e che sono definite per sesso, età, condizione medica, patologie ricorrenti e comuni.
I vantaggi di questi piani terapeutici si riscontrano nell’importante tollerabilità generale alla terapia, soprattutto nel lungo periodo, e nella massima limitazione di effetti collaterali, due fattori fondamentali su pazienti adulti che necessitano, in taluni casi, terapie di lungo periodo che non disturbino le normali funzioni dell’organismo e non creino disagi.
Questa è l’evidenza clinica emersa dall’esperienza del Dr. Giuliano De Carolis, anestesista algologo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (AOUP) che negli ultimi dieci anni ha trattato quasi mille pazienti con specifici protocolli terapeutici a base di cannabis per gestire patologie ricorrenti come dolore cronico (sintomo molto comune) artrite, ansia, disturbi del sonno, tutte caratteristiche dell’età avanzata che la cannabis ha dimostrato di poter alleviare in maniera significativa o eliminare del tutto, consentendo ai pazienti di vivere bene l’età adulta e avanzata.
Curare con la cannabis
La cannabis, una pianta nota fin dall’antichità per le sue molteplici proprietà, è diventata oggetto di crescente interesse nel campo della medicina moderna per il suo potenziale terapeutico. Questo interesse è alimentato dalla scoperta del sistema endocannabinoide nel corpo umano, un sistema complesso coinvolto nella regolazione di una vasta gamma di funzioni fisiologiche.
La cannabis è una pianta che contiene oltre 100 composti chimici, tra cui i cannabinoidi, i terpeni e i flavonoidi, che conferiscono alla pianta le sue caratteristiche chimiche uniche.
I due principali cannabinoidi di interesse terapeutico sono il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD). Mentre il THC è noto per i suoi effetti psicoattivi, il CBD è privo di tali effetti e presenta una vasta gamma di proprietà terapeutiche, tra cui analgesiche, antinfiammatorie, ansiolitiche e anticonvulsivanti.
L’uso terapeutico della cannabis è stato studiato in diverse condizioni mediche, tra cui il dolore cronico, le patologie neurologiche e le malattie gastrointestinali.
Numerose evidenze scientifiche suggeriscono che i cannabinoidi possano essere efficaci nel trattamento del dolore neuropatico, dell’ansia, dell’epilessia, nel migliorare l’appetito nei pazienti affetti da HIV/AIDS e nel ridurre la nausea e vomito in corso di chemioterapia.
Legge sulla cannabis terapeutica
In Italia, l’uso terapeutico della cannabis è regolamentato dalla legge 14 novembre 2015, n. 242, nota come “Legge sulla Cannabis Terapeutica”.
Questa legge ha introdotto importanti cambiamenti nel panorama normativo italiano, consentendo l’accesso alla cannabis terapeutica per i pazienti che ne necessitano.
Secondo la legge italiana, la cannabis terapeutica può essere prescritta dai medici specialisti in determinate condizioni mediche, come il dolore cronico, la sclerosi multipla, l’anoressia, l’epilessia grave, il glaucoma e altre sindromi neurologiche. Tuttavia, l’uso della cannabis terapeutica è strettamente controllato e soggetto a una serie di requisiti e procedure.
Un’importante differenza da sottolineare
È importante sottolineare che l’uso ricreativo della cannabis è tuttora illegale in Italia ed è soggetto a sanzioni previste dal Codice penale.
La normativa italiana sulla cannabis terapeutica mira a garantire un accesso equo e sicuro alla cannabis per i pazienti che ne beneficiano, nel rispetto delle norme legali e della sicurezza pubblica.
In conclusione, la cannabis rappresenta una risorsa terapeutica preziosa per il trattamento di numerose condizioni mediche, ma è necessario un approccio olistico che tenga conto delle evidenze scientifiche, delle considerazioni etiche e delle sfide legali associate al suo utilizzo.
Nonostante i numerosi studi che dimostrano l’efficacia della cannabis nel trattamento di diverse condizioni mediche, ci sono ancora molte sfide da affrontare.
È necessario condurre ulteriori ricerche per comprendere appieno i meccanismi d’azione della cannabis e identificare le migliori pratiche per il suo utilizzo terapeutico.
Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-che-tiene-l-asta-33786/
Foto di Karolina Kaboompics: https://www.pexels.com/it-it/foto/salutare-persona-rosso-cuore-4386467/