Francia, Veronesi: “Violenza chiama violenza”

Francia, Veronesi: “Violenza chiama violenza”

I fatti di Parigi sono stati attuati appositamente, per non permettere ai governanti della Terra di mantenere la calma. In tutto ciò, c’è chi pensa di doversi difendere e agire prima che il nemico islamico diventi troppo forte: nella serata di domenica 15 novembre, la Francia ha sganciato 20 bombe su Raqqa (Siria). Ma c’è anche chi guarda alla necessità di pace, e sostiene: “Occorre da parte nostra uno sforzo pacificatore, e siamo proprio noi come Occidente a doverlo fare. Sono contrario all’idea di fare guerra all’Is, perché violenza chiama violenza. Più loro tagliano teste, più noi bombardiamo: qualcuno deve fermare questa catena di azione e reazione e deve farlo con il dialogo e la tolleranza religiosa. L’Is va ascoltato”.

Lo sforzo pacificatore dovrebbe partire “da chi si ritiene civile, contro l’irrazionalità”.

Così l’oncologo si è espresso a margine della Conferenza mondiale di Science for Peace a Milano, che ha avuto luogo nell’Aula magna dell Università Bocconi di Milano venerdì 13 novembre, proprio il giorno della strage francese.

Veronesi: “Queste le motivazioni dell’Is”

Ha aggiunto Veronesi, parlando dell’Is: “Sono un gruppo di sunniti che si sentono emarginati in Iraq e hanno creato un movimento molto estremista, di fatto perché vogliono una patria e chiedono all’Iraq di cedere una piccola area, non più grande della Lombardia, per creare lo stato islamico. l’Is va ascoltato, le sue ragioni vanno comprese, perché come altre minoranze in Europa e nel mondo chiede una ‘patria’. Questo non significa che la violenza come quella di Parigi possa in qualche modo essere legittimata, ma piuttosto che la pace non può che passare attraverso il dialogo e la tolleranza”.

Veronesi: “No alle reazioni emotive”

Quel che può capitare ora è cedere al disordine dei sentimenti, quando la scelta più giusta è operare con raziocinio. Gli attentatori terroristi, in effetti, impongono la loro visione caotica della vita versando sangue.

Queste le parole di Veronesi: “La reazione immediata di coloro che chiedono una vendetta è più che comprensibile in questo momento, ma si tratta di una reazione emotiva, che dovrebbe essere superata a favore di dialogo e trattative. Soprattutto, non bisogna fomentare l’anti-islamismo o in generale il conflitto religioso. L’Islam è una religione pacifica nella sua essenza. Più si attacca, più si subiranno attacchi. Siamo noi a dover fare uno sforzo, anche se è difficile. Perché altrimenti ci metteremmo sul loro stesso piano, e non ne usciremmo”.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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