Non manca chi, guardando al futuro, immagina androidi al servizio del genere umano, nelle piccole incombenze quotidiane. Una mano robotica di nuova creazione risponde proprio a questa logica. E’ in grado di versare il caffè in una tazzina senza che se ne versi una goccia.
Ciò è possibile grazie alla precisione raggiunta nei movimenti.
La mano, costruita in Italia nel centro Piaggio dell’Università di Pisa, nella sua nuova versione è stata premiata nella rassegna Humanoids: a oggi, si tratta del principale appuntamento internazionale sulla robotica umanoide. Si organizza a Seul, nella Corea del Sud.
Una mano con due motori
La mano è dotata di due motori. Anche altri gesti di precisione le riescono con facilità, come prendere una banconota o una carta di credito tra la punta delle dita. Gli scienziati la hanno chiamata ‘Pisa-IIT Softhand Plus’: è il modello successivo rispetto alla Pisa-IIT Softhand, che era dotata di un solo motore e già riusciva a manipolare molti oggetti di uso comune. Era come la mano di un neonato: ora siamo arrivati al livello di un bambino dell’età di qualche anno.
Mano robotica, la parola all’esperto
C’è di più: protesi alla mano sempre più sensibili, in questo contesto, potranno essere realizzate grazie ai progressi della scienza. Così si è espresso il coordinatore della ricerca, Antonio Bicchi, che insegna robotica nell’università di Pisa e lavora presso l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova: “Con la Pisa-IIT Softhand Plus facciamo un altro passo avanti verso la riproduzione di movimenti naturali della mano umana, con una struttura artificiale il più semplice e robusta possibile, e quindi adatta a essere usata come protesi, oltre che come mano di un robot. Esperienze come questa sono i frutti tangibili della collaborazione tra una università e un istituto di ricerca di alta qualità, che insieme possono valorizzare al massimo sia ricerca che formazione, come è fondamentale per questo studio all’avanguardia”.